Microsoft ha appena annunciato di aver dato vita ad una nuova divisione dedicata interamente alla propria divisione da gaming, Xbox, con l’obiettivo di “lavorare con gli studi per sviluppare titoli nativi per la tecnologia cloud così da portarli esclusivamente nell’ecosistema Xbox“.
Il colosso di Redmond ha inoltre rivelato che questa divisione è guidata da Kim Swift, che è entrata a far parte di Xbox l’anno scorso come direttore del cloud gaming. Swift è salita alla ribalta come capo del progetto e designer del portale di Valve, prima di lavorare come designer e artista in Left 4 Dead e nel suo sequel, e più recentemente ha ricoperto anche il ruolo di direttore del design del gaming presso Google Stadia.
E proprio Swift ha spiegato che il reale obiettivo della divisione da lei guidata è quello di “collaborare con team di sviluppo di giochi, di livello mondiale, così da realizzare dei giochi nati con il cloud per offrire ai giocatori esperienze senza precedenti, che possono essere ottenute solo sfruttando proprio la tecnologia cloud“.
Xbox si arricchisce con una nuova divisione dedicata al Cloud
Ed effettivamente il concetto di giochi “nativi per il cloud” differisce in modo sostanziale dal semplice streaming di giochi sul display di un giocatore, utilizzando sistemi da gaming in cloud come per esempio Xbox Game Pass o PlayStation Now.
Questo perché i sistemi di cui sopra offrono dei giochi in cloud pensati in realtà per un sistema da gaming tradizionale, con i server che rappresentano sostanzialmente il motore di questi servizi in abbonamento che eseguono i giochi progettati per console domestiche, sostituendole.
Invece i giochi “nativi per il cloud” utilizzano il cloud appunto per elaborare alcune parti del gioco, come la fisica, l’illuminazione, gli ambienti o l’IA. E questo offre una serie di usi piuttosto interessanti ed intriganti, permettendo per esempio di poter liberare la potenza di elaborazione su una console domestica o assicurarsi che i giocatori che si uniscono a un mondo online, ottenendo tutti la stessa esperienza sincronizzata.
Un primo esempio di quanto vi abbiamo descritto in questo articolo è la modalità multiplayer “zona di demolizione” in Crackdown 3, che utilizza il cloud per elaborare la fisica della distruttibilità ambientale, consentendo ai giocatori di far saltare in aria enormi edifici in innumerevoli piccoli pezzi, senza però dover fare i conti con dei fastidiosi ma inevitabili cali delle prestazioni.