Appena qualche giorno fa Google ha spento definitivamente i server di Google Stadia, con i fan di Xbox Cloud Gaming preoccupati che la fine anticipata di Stadia possa rappresentare un proverbiale campanello di allarme per lo stato di salute del cloud gaming in generale. Vista la crescente preoccupazione dei fan, Jez Corden ha pubblicato un nuovo articolo dove ha affermato che il fallimento del servizio di cloud gaming di Google certifica ancora una volta la bontà del modello di business scelto da Microsoft.
Facendo un passo indietro ricordiamo che Google Stadia ha preceduto quello che era inizialmente noto come Project xCloud, con l’azienda a cui dobbiamo il celeberrimo motore di ricerca che credeva fermamente alla tecnologia di cloud gaming prima di alzare bandiera bianca, chiudendo Stadia nella giornata del 18 gennaio 2023. Ma quali sono i motivi che hanno portato alla fine anticipata di Google Stadia? Si tratta davvero di problemi insormontabili dovuti a dei limiti legati indissolubilmente alla tecnologia di cloud gaming?
In realtà secondo Jez Corden il problema è soltanto uno: il modello di business utilizzato da Google! Questo perché il colosso americano aveva deciso di proporre un tradizionale store di videogiochi, dove gli utenti acquistavano i vari giochi a prezzo pieno ottenendo di conseguenza la licenza del gioco. In sostanza come avviene con le classiche console da gaming di Xbox, PlayStation e Nintendo.
Ma secondo lui questo tipo di business si sposa molto male con la tecnologia di Cloud Gaming, visto che il pubblico non riesce a sentire come “propri” gli acquisti effettuati. Proprio per questo motivo il giornalista crede che Microsoft abbia fatto al mossa giusta, decidendo di legare Xbox Cloud Gaming ad Xbox Game Pass Ultimate, permettendo agli abbonati al tier massimo del proprio servizio in abbonamento di gustarsi gratuitamente tutti i titoli compatibili con il cloud.
Jez Corden di Windows Central prosegue affermando che grazie a questa mossa il colosso di Redmond è riuscita ad ovviare alla mancata sensazione di possesso di cui vi abbiamo parlato poco sopra, con gli utenti che non devono acquistare un gioco, spendendo di congruenza cifre importanti, per giocarlo appositamente in cloud, visto che questa tecnologia rappresenta soltanto un prezioso extra nell’ecosistema gaming di Microsoft.
Questi fattori fanno sì che il pubblico possa approcciarsi con maggior leggerezza al servizio di cloud gaming, passando sopra anche ad eventuali contrattempi di natura tecnica come input lag, una risoluzione non altissima e degli sporadici artefatti grafici.
Google Stadia's demise proves that Xbox Cloud Gaming has the right formula. https://t.co/1UwOtB37tT by @Ricker666 #Xbox
— Jez (@JezCorden) January 22, 2023