L’universo di Warhammer 40,000 ha un certo fascino nel suo essere crudo e cupo. Dal 2020 in avanti è stato espanso anche nella sua dimensione videoludica con numerosi titoli interessanti e in più salse. Parliamo dello strategico di Slitherine, Warhammer 40,000: Battlesector. Ma anche dello strategico a turni Warhammer 40,000: Chaos Gate – Daemonhunters. Per non parlare dell’RPG di Owlcat Games, Warhammer 40,000: Rogue Trader, e di Darktide e Boltgun, rispettivamente co-op shooter di Fatshark e boomer shooter di Auroch Digital. È innegabile, però, che il più atteso di tutti fosse Warhammer 40,000: Space Marine 2.
Il primo capitolo sviluppato da Relic Entertainment, creatori anche degli ottimi strategici della serie Dawn of War, uscì nel lontano 2011 e venne accolto positivamente dal pubblico e dalla critica. Le vicende del Capitano Demetrian Titus sono state a dir poco memorabili per i fan e vengono ricordate con piacere, nonostante il loro invecchiamento. Naturalmente, non potevano terminare in quel modo, con un grande punto di domanda sul suo futuro.
Saber Interactive ha preso quindi in mano il progetto sequel, in arrivo il 9 settembre 2024 su PC, PlayStation 5, e Xbox Series X/S. Nostro compito è parlarvene, per introdurvi a una causa importante: la difesa dell’Impero e la lode del Dio Macchina. Ecco a voi, dunque, la recensione di Warhammer 40,000: Space Marine 2.
Un passo indietro
Per comprendere a pieno la storia di Space Marine 2, torniamo indietro di un secolo, alle vicende del primo videogioco dedicato a Titus. Il Capitano, assieme al veterano Sergente Sidonus e all’Ultramarine Leandros, viene chiamato alla difesa del mondo forgia di Graia dalla minaccia degli Orki. Nella loro missione incorrono in una richiesta di soccorso dell’Inquisitore Drogan, il quale è in possesso di un’arma in grado di porre fine alla WAAAGH! Grimskull, ovvero l’invasione guidata dal Warlord Grimskull.
Nel recupero di una misteriosa fonte di energia, Titus mette in mostra il suo strano e precedentemente sconosciuto legame con il Caos. Proprio quest’ultimo si manifesta con l’arrivo, mediante un portale, di Lord Nemeroth, secondo antagonista assieme a Grimskull. La battaglia su due fronti si conclude con la difesa di Graia e la chiusura del portale Warp che ha portato le forze del Caos e i traditori nelle lande dell’Impero.
La vita di Titus viene però fortemente segnata da questa battaglia. Il suo legame con il Caos lo porta ad essere accusato di corruzione dalle forze maligne e di un approccio non convenzionale, che va contro il Codex Astartes. Per tali ragioni, l’Inquisitore Thrax lo arresta per eresia, interrogandolo e torturandolo per oltre un secolo, mantenendolo in stasi e rifiutandosi di rilasciarlo nonostante le dimostrazioni continue di innocenza.
Sarà solo la morte di Thrax, posseduto da un demone in battaglia, per mano dei Grey Knights a rivelare una serie di Space Marine in stasi nella stazione ove operava l’Inquisitore. Titus viene pertanto liberato e inserito nella Deathwatch, lontano dai suoi fratelli Ultramarine, nella fortezza Watcher Keep.
La storia di Space Marine 2: déjà-vu?
Space Marine 2 torna quindi a vederci nei panni del fu Capitano Titus, questa volta con il rango di Tenente, dopo essere stato ferito a morte in seguito a una missione cruciale con la Deathwatch. Dopo l’operazione Rubicone per riportarlo in vita come Primaris, deve affrontare la Quarta Guerra Tiranide e una nuova minaccia del Caos, sotto il comando di Sevastus Acheran e con due nuovi fratelli in battaglia. In questo cammino di redenzione, a sorvegliarlo costantemente sarà il Cappellano, colui che metterà in dubbio la sua fede per il Dio Macchina e sospetterà la corruzione da parte del Caos stesso.
Saber e Focus affermano che aver giocato il primo capitolo non è essenziale. L’intera storia permea tuttavia di riferimenti specifici alle vicende di Space Marine, con un finale che è rivolto chiaramente a chi ha vissuto la difesa di Graia dagli Orki dall’inizio alla fine. L’emozione scaturita da tali reference ci porta a consigliarvi caldamente di recuperare il gioco del 2011 per apprezzare maggiormente quest’ultimo episodio nelle vicende di Demetrian Titus e degli Ultramarine.
Al contempo dobbiamo ammettere che, giocandolo, si notano molte similitudini tra le rispettive storie. Nelle prime fasi di Space Marine 2, fino a circa metà gioco, sembra che gli sviluppatori abbiano quasi copiato la narrazione e gli avvenimenti. Cambia lo Xeno da affrontare, ritorna la minaccia del Caos. Si cade vittime di inganni, e si temono i tradimenti. In più occasioni viene da storcere il naso, notando l’apparente pigrizia nella espansione della Quarta Guerra Tiranide rispetto quanto noto fino a oggi in termini di lore di Warhammer 40K.
Nella seconda porzione della campagna avviene invece la consacrazione definitiva di Space Marine 2. Pur mantenendo quel retrogusto di déjà-vu, riesce a chiudere un difficile capitolo della lunghissima vita di Titus con il giusto effetto. L’impatto delle scene nelle ultime due ore di gioco, che inglobano una singola e magnifica missione, è devastante.
Il valore cinematografico di Space Marine 2 è ineccepibile. Chi ha giocato il primo capitolo noterà infine il salto di qualità nella scrittura dei personaggi, complice una campagna lunga all’incirca il doppio. Chi invece si avvicinerà all’universo Warhammer 40K e alle missioni degli Ultramarine proprio con questo titolo, converrà su una cosa: accompagnare Demetrian Titus nel suo percorso di redenzione – agli occhi del Cappellano e del resto della 2a Compagnia degli Ultramarines, si intende – è un immenso onore.
Il gameplay di Space Marine 2: puro cinema
Veniamo allora al gameplay. Nelle circa dieci ore che servono per terminare la storia principale, e altre 3-4 ore circa per completare gli eventi secondari in co-op PvE, si esplora la quasi totalità dell’esperienza di Space Marine 2. Il cuore da shooter hack-and-slash è chiaro e molto simile al primo titolo del 2011, ma naturalmente rinnovato.
Saber Interactive ha usato lo stesso Swarm Engine di World War Z per realizzare una opera simile nella mole di nemici. Al contrario di Space Marine, dove la quantità di orchi era tutto sommato limitata, il secondo capitolo vede la minaccia Tiranide manifestarsi con orde spaventose di Hormagaunt, accompagnati da creature più resistenti e difficili da affrontare, e gli Thousand Sons presentarsi con armi più potenti e pericolose.
Avendo giocato la campagna in Veterano (definita come la “modalità intesa dagli sviluppatori”) abbiamo dovuto adottare un approccio più tattico e meno run and gun o run and slay, anche per non sprecare munizioni. Il gioco consente di utilizzare inceneritori, mitragliatori, cecchini, pistole al plasma e numerose carabine per liberarsi del nemico da distanza, e la loro precisione è soddisfacente. Il feeling delle armi è strepitoso e gli effetti dello shooting altrettanto piacevoli da vedere. Il combattimento corpo a corpo è invece più tattico. Alcuni attacchi possono essere bloccati con un parry, concedendo al giocatore un breve intervallo di tempo per rispondere con un altro colpo mirato. Quando in fin di vita, è possibile giustiziare il nemico per recuperare armatura.
Data la possenza degli Ultramarine, il gameplay può sembrare lento e goffo. In realtà, il passaggio dallo sparare ai combattimenti corpo a corpo è molto fluido e cinematografico. Anche le battaglie con i boss offrono la giusta sfida, diventando veramente entusiasmanti una volta compreso il loro set di mosse. Nel multiplayer (sia PvP che PvE) il combattimento è ancora più sensazionale, in quanto è possibile scegliere tra più classi. Dal poderoso Space Marine munito di spada e scudo, al cecchino con invisibilità, passando per kit più tattici e altre soluzioni, c’è davvero l’imbarazzo della scelta per sterminare gli Xeno in modi differenti.
In definitiva, Warhammer 40,000: Space Marine 2 è una gioia da giocare e da vedere. Si tratta di un approccio molto cinematografico al rinomato universo dark fantasy futuristico di Games Workshop. Ogni missione è una carneficina. I frammenti più narrativi, tra le eccezionali cutscene e l’esplorazione degli ambienti, sono stupefacenti e l’impatto scenico è sbalorditivo. Nei panni di Titus continueremo a trasformare i Tiranidi in ragù e a cacciare gli eretici e traditori da ogni dimensione possibile. Concedetevi però qualche momento per ammirare i dintorni, cogliere i dettagli che vi circondano.
Pochi intoppi…
Dalla nostra esperienza su PC, dal punto di vista tecnico, possiamo trarre che Space Marine 2 è ben ottimizzato. Per chiarezza, abbiamo giocato in 1080p in impostazione grafica Alta, con una build composta da AMD Ryzen 5 5600X, 16 GB di RAM e NVIDIA GeForce RTX 3070. Solo in rare occasioni, per qualche secondo, il gioco ha visto importanti cali di FPS. Altrimenti, siamo comodamente rimasti oltre la barriera dei 60 frame al secondo. In 1440p abbiamo notato una fatica maggiore, complice la ricchezza di dettagli e modelli su schermo.
Una critica la rivolgiamo alla IA dei bot nella campagna, se giocata in Singleplayer. I nostri due compagni Ultramarine sembrano in crisi quando Titus viene ferito gravemente e deve essere rialzato. Specie se ci troviamo a una certa distanza o in uno spazio sopraelevato, più difficile da raggiungere, l’IA non dà le giuste indicazioni ai bot che, invece, continuano a combattere, noncuranti del protagonista a terra. In più, non sempre giustiziano i nemici in fin di vita, dandogli la possibilità di recuperare energie. Trovandosi in mezzo a orde di nemici, sarebbe stata più gradevole una risposta più realistica dei bot.
Infine, crediamo che le orde di nemici vadano bilanciate meglio. In Veterano (che a breve diventerà la difficoltà media effettiva), si sente un incremento “artificiale” ed esagerato del numero di nemici e della loro forza, pur essendo la modalità a cui – personalmente – suggerirei di giocare Space Marine 2. Non si muore spesso, ma per qualcuno potrebbe rivelarsi frustrante trovarsi bloccati tra pareti e ondate di piccoli, fastidiosi Hormagaunt.
…e tante buone promesse
La roadmap di Warhammer 40,000: Space Marine 2 fa ben sperare per il futuro. Al momento il titolo può apparire privo di grossi contenuti. Finita la campagna restano sei missioni PvE e il PvP, che potrebbero portare le ore di gioco massime a 20-30, a seconda di quanto è piaciuta l’esperienza. Entro fine anno giungeranno tuttavia un nuovo nemico e nuove missioni PvE. Nel 2025 arriverà la Modalità Orda, assieme ad altre due fazioni, più modalità di gioco e altre campagne ancora per un PvE sempre più ricco.
In altre parole, Space Marine 2 ha una roadmap di contenuti gratuiti molto succosa. Non sarà necessario il Season Pass e l’acquisto di edizioni più costose per accedervi. Con queste ultime opzioni, accederete invece a pacchetti cosmetici per i vari Capitoli degli Space Marines.
C’è chi lo paragonerà a Helldivers 2, pensando a un PvE epico. È così; anzi, Space Marine 2 è ancora più leggendario rispetto al progetto di Arrowhead Game Studios. Tuttavia, non immaginatevi una esperienza eterna. Non c’è un universo da difendere comunemente dalla minaccia degli Xeno. Il pacchetto ludico è e sarà sempre limitato. Strepitoso, specie se vissuto con degli amici, ma limitato. Non lo consideriamo nemmeno un difetto o una mancanza. A nostro avviso, Warhammer 40,000: Space Marine 2 vuole soddisfare i fan di questo universo e avvicinarvi nuovi giocatori, e in questi due obiettivi riesce a pieno.
La recensione in breve
Warhammer 40,000: Space Marine 2 è puro cinema. Chi si avvicinerà al tetro mondo di Warhammer 40K resterà di stucco dinanzi alla estetica di questo gioco, specialmente sul finale. La storia è simile nella struttura al primo capitolo videoludico di Titus, ma caratterizza meglio i personaggi e gode di una chiusura strepitosa. Peccato per la IA debole dei bot nella campagna, che potrebbero peggiorare l’esperienza single-player. Il multiplayer è godurioso e otterrà molti più contenuti in futuro; ergo, siamo certi che Space Marine 2 potrà offrirvi decine di ore di divertimento e avvicinarvi all’universo Warhammer 40K. Un consiglio: giocate l’intera campagna con due amici, non ve ne pentirete affatto.
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Voto Game-Experience