Come può un cozy game, dove il fulcro del gameplay è incentrato sulla produzione del té, attirare attorno sé così tante attenzioni? Wanderstop sembra essere tutto il contrario di ciò che ci si poteva attendere da un nome forse sconosciuto ai più, ma rimasto indubbiamente indelebile nelle menti di chi ha assistito all’evoluzione degli indie game, da “piccole perle” dell’industria a veri e propri game changer all’interno del medium.
Stiamo parlando ovviamente di Davey Wreden, autore di The Stanley Parable e The Beginner’s Guide, due “giochi” che, seppur attribuibili maggiormente alla categoria degli esperimenti videoludici più strani, hanno raccolto un consenso incredibile. Wreden ha infatti stupito critica e pubblico con due opere che, dal punto di vista del budget, parrebbero sembrare due esperimenti di un ragazzo desideroso di affacciarsi nel mondo dei videogiochi in punta dei piedi, ma che hanno saputo sorprendere e stupire sul lato artistico e innovativo.
Senza però entrare troppo nel merito dei sopracitati titoli, per i quali andrebbero dedicati interi articoli, Wreden ha goduto di una certa fama, per poi sparire, almeno videoludicamente parlando, nel nulla e dedicarsi ad altri progetti. 10 anni durante i quali Wreden ha avuto modo di confrontarsi con la sua improvvisa e ingombrante popolarità, che l’hanno spinto a interrogarsi sul proprio percorso artistico e a mettere in discussione il proprio futuro nell’industria.
Se però state leggendo questo articolo avrete sicuramente già capito come sono andate le cose: Wreden ha infatti fondato lo studio Ivy Road e Wanderstop segna il suo ritorno nel mondo dei videogames. Si tratterà dell’ennesimo colpo di genio? Continuate la lettura della nostra recensione di Wanderstop per scoprirlo, magari mentre sorseggiate dell’ottimo tè fumante!
Dalle spade agli infusi
Wanderstop segna quindi il ritorno sulle scene di Davey Wreden, ma non quello che forse ci si poteva aspettare. Wanderstop è infatti un cozy game dove un’infaticabile guerriera, Alta, dopo innumerevoli battaglie vinte, decide di prendersi una pausa per allenarsi a seguito di una sonora sconfitta che pone fine al suo filone di successi. Una batosta morale, oltre che fisica, per l’eroina la quale deciderà di addentrarsi in una foresta alla ricerca della Maestra Winters, l’unica che possa addestrarla a dovere.
Le ferite di Alta, sia fisiche che psichiche, sono però tali da farla crollare durante la sua ricerca, costringendola a fermarsi. Sarà un simpatico individuo dalla grossa statura e la testa pelata che risponde al nome di Boro a soccorrerla. Egli gestisce Wanderstop, una sorta di sala da tè per avventurieri con tanto di macchinari strampalati per l’infusione della bevanda. L’edificio, che fa da crocevia fra diversi cammini, ospita infatti un groviglio di tubi e ampolle per la produzione del té, con tanto di orto esterno per la coltivazione e la raccolta della materia prima.
Chi se non una guerriera sanguinaria e scorbutica poteva essere reclutata come aiutante del sempre allegro Boro? Probabilmente chiunque, ma è proprio nei panni di Alta che vi immergerete in quest’avventura rilassante alla ricerca delle foglie più pregiate e degli ingredienti migliori per realizzare bevande su misura per l’esigente clientela che affolla il Wanderstop. Inizialmente riluttante, Alta deciderà ben presto di calarsi nella parte, accogliendo clienti da ogni dove con le proprie saporitissime creazioni.
La cerimonia del tè
In Wanderstop la frenesia e l’azione non sono certamente di casa. Di tanto in tanto qualche avventuriero si fermerà nel negozio e sarete voi, approfondendone i gusti attraverso i dialoghi, a capirne le necessità e realizzare la bevanda perfetta. Come? Innanzitutto preparando gli ingredienti giusti. Nel giardino del Wanderstop infatti avrete la possibilità di coltivare piante e raccogliere così arbusti, semi e frutti con i quali impreziosire i vostri tè.
Grazie a un manuale potrete conoscere come ottenere un ingrediente specifico mentre altri andranno scoperti soltanto con la sperimentazione. Sarà possibile quindi piantare i semi precedentemente ottenuti nell’apposita area adibita alla coltivazione e, a seconda della disposizione nello scacchiere di cui si compone il vostro orticello, ottenere piante sempre diverse. La meccanica simil-puzzle della semina consente quindi di dar libero sfogo alla creatività del giocatore, pur con i limiti dettati dalle caselle, o zolle, che avrete a disposizione.
Una volta raccolti gli ingredienti potrete infine mettere mano all’enorme macchinario che occupa la sala principale del Wanderstop. Qui, regolando temperatura, quantità d’acqua e materiale infuso, potrete creare la vostra bevanda cercando di tenere bene a mente le indicazioni del cliente di turno. Da questo punto di vista Wanderstop accompagna a dovere il giocatore in una lore più vasta e interessante di quello si potrebbe inizialmente aspettare, raccontando a piccole dosi il mondo e la società di cui Alta fa parte.
Una pausa rilassante
Wanderstop è innanzitutto un’opera visivamente degna di nota, almeno per quanto riguarda la direzione artistica che il team di Ivy Road ha deciso di adottare. La coloratissima veste grafica contribuisce sicuramente alla resa “chill” del gioco, ottima anche per rappresentare in tre dimensioni lo splendido character design che ricorda lo stile d’animazioni a là Steven Universe e affini. Le dolci melodie che accompagnano poi il gioco sono infine la ciliegina sulla torta.
Tempo per fermarvi ad ammirare le bellezze di Wanderstop ne avrete a iosa poiché, come è facile immaginare, i ritmi di gioco sono decisamente lenti e pacati. Non c’è mai fretta di compiere quella o quell’altra missione, il gioco punta piuttosto a incentivare la scoperta di nuovi ingredienti e nuove tecniche di infusione. Le missioni che compongono la trama di gioco (circa una decina di ore richieste per poterne conoscere l’epilogo) sono quindi un mix sapiente fra narrativa pura e puzzle game. La scrittura di Wanderstop è senz’altro il punto di forza della produzione, perfettamente in linea con lo stile al quale ci ha ben abituati Wreden.
L’altra faccia della medaglia però, ci mostra un gameplay loop non sempre entusiasmante, minato dall’eccessiva ripetitività delle azioni richieste per la realizzazione delle bevande. Nonostante infatti il gameplay poggi sulle fondamenta classiche dell’action, almeno per quanto riguarda i movimenti della protagonista, tutto si riduce all’interazione con determinati strumenti, dispositivi ed elementi ambientali che caratterizzano il locale di Wanderstop e i suoi dintorni.
Probabilmente, se Wanderstop fosse stato pensato come avventura grafica in stile punta e clicca la solfa sarebbe cambiata di poco, e questo è sicuramente un punto a sfavore della prima creatura del neonato studio di Davey Wreden. A mancare è infatti il mordente necessario a evitare lo spettro della noia, un rischio piuttosto alto per chi non fosse abituato a produzioni del genere. I frequenti tempi morti uniti a qualche sbavatura sul fronte dell’input lag e dell’imprecisione in generale dei comandi impediranno senz’altro a Wanderstop di essere ricordato negli annali come avvenne per le precedenti fatiche di Davey Wreden.
La recensione in breve
L'autore di The Stanley Parable e The Beginner's Guide confeziona un cozy game inaspettato e grazioso, dove una sanguinaria guerriera che ha perso la capacità di brandire la sua spada si troverà a dover gestire uno shop di tè, fra clienti bizzarri e ingredienti variegati. Un gioco rilassante dove la narrativa, di ottima fattura, sovrasta nettamente il gameplay, forse un po' troppo sacrificato e privo di mordente. Va bene incentrare il tutto sulla produzione del tè, ma il rischio di annoiarsi in fretta è sempre dietro l'angolo. Una buona tazza di tè insomma, ma forse non per tutti. Con qualche spezia in più il risultato sarebbe stato senz'altro più interessante.
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Voto Game-Experience