Quando SEGA ha lanciato Virtua Fighter 5 R.E.V.O. su Steam ad inizio anno, molti fan della serie hanno accolto con entusiasmo il ritorno del franchise dopo anni di relativa inattività. Ma quel lancio rappresentava solo il primo passo di un percorso più ampio. Il 30 ottobre 2025 è arrivata la versione World Stage che ha portato il gioco su PlayStation 5 e Xbox Series X/S con modifiche sostanziali che lo hanno trasformato da semplice port a qualcosa di significativamente più ricco.
Questa non è stata una semplice operazione di copia e incolla del codice da PC a console. Gli sviluppatori hanno ascoltato il feedback della community raccolta nei primi mesi e hanno risposto con aggiunte concrete che affrontano le critiche più comuni mosse alla versione originale. Ma cosa rende davvero speciale questa iterazione e perché dovrebbe interessare sia ai veterani che ai neofiti del franchise?
La genesi di World Stage
Quando il team di sviluppo ha deciso di portare R.E.V.O. sulle console non voleva fare un semplice port ma cogliere l’opportunità di rispondere al feedback ricevuto tramite Discord e social media per una modalità single player e un Training Mode espanso. Questa decisione ha dato vita a un progetto più ambizioso che ha richiesto mesi di lavoro aggiuntivo ma che ha dato i suoi frutti.
La versione originale di R.E.V.O. lanciata a gennaio era essenzialmente un aggiornamento tecnico di Virtua Fighter 5 Final Showdown. Aveva il rollback netcode che mancava alle versioni precedenti e una grafica migliorata grazie al Like a Dragon engine ma poco altro in termini di contenuti nuovi. Per chi voleva semplicemente giocare online contro altri appassionati andava bene ma mancava quella componente single player robusta che avrebbe potuto attirare un pubblico più ampio.
La modalità World Stage è basata sulla Quest Mode apparsa in Virtua Fighter 4 Evolution per PS2 che rimane incredibilmente popolare ancora oggi. Quella modalità aveva lasciato un’impressione duratura sui giocatori che l’avevano sperimentata quasi vent’anni fa e riportarla in una forma modernizzata è stata una scelta intelligente che unisce nostalgia e funzionalità contemporanea.
World Stage Mode: il cuore pulsante dell’esperienza

La modalità che dà il nome a questa versione merita un’analisi approfondita perché rappresenta l’aggiunta più sostanziale e quella che più cambia l’esperienza complessiva del gioco. I giocatori affrontano essenzialmente ghost di giocatori reali e la progressione è bloccata fino a quando non si migliora abbastanza da raggiungere un rank specifico per poi affrontare un boss e progredire a un livello superiore della competizione. Il concetto è semplice ma efficace nel creare un senso di crescita tangibile.
C’è un cluster di diversi eventi arcade che ospitano un gran numero di combattenti che devono essere sconfitti per avanzare e progredire nei rank. Questa struttura gerarchica funziona bene per introdurre gradualmente i giocatori a livelli crescenti di difficoltà, senza creare muri insormontabili troppo presto. Gli avversari CPU che si affrontano non sono programmati con pattern predefiniti “old style”. Sono basati su dati di giocatori reali, il che significa che tendono a comportarsi in modo molto più imprevedibile e interessante rispetto alla CPU tradizionale.
Limiti e Criticità
Questo World Stage, per quanto accolto positivamente dalla community, non si presenta esente da criticità. Non c’è storia, né temi, né vera avventura nella modalità in cui i giocatori affrontano la sequela di avversari uno dopo l’altro per aumentare il proprio rank (come nel gioco online, completando sfide semplici e ottenendo equipaggiamento). Questa mancanza di contesto narrativo o varietà nelle attività può rendere l’esperienza ripetitiva dopo diverse ore. La modalità funziona meglio in sessioni brevi, dove si combattono una manciata di match e poi si fa altro. Giocarci per ore di fila mette in evidenza la natura ciclica del gameplay che può diventare monotona. Non ci sono eventi speciali o modificatori che cambiano le regole o sfide uniche che richiedono approcci diversi. È sempre la stessa formula di base, ripetuta con avversari progressivamente più difficili.
Suona interessante in teoria, ma giocando risulta più come una combinazione di modalità Arcade e grinding di match online che diventa stantio dopo poco tempo. Questa è forse la criticità più evidente, che si mostra dopo un utilizzo nemmeno poi troppo intensivo. Manca quel qualcosa in più che avrebbe potuto elevarla da buona ad eccellente. Sarebbe stato interessante vedere qualche variazione nella formula. Magari match con condizioni speciali o boss con meccaniche uniche da imparare. Anche solo una narrazione minimale, in grado di contestualizzare il percorso del giocatore, avrebbe aggiunto molto in termini di “spinta motivazionale” per continuare a giocare.

Crossplay e netcode: l’infrastruttura online moderna
Uno degli aspetti più importanti di World Stage è l’infrastruttura online completamente rinnovata che finalmente porta Virtua Fighter agli standard del 2025. Arrivata diversi anni dopo rispetto alla concorrenza, SEGA ha finalmente raggiunto gli altri portando il rollback netcode a VF5 World Stage. Questo era forse il singolo upgrade tecnico più richiesto dalla community e la sua implementazione è stata generalmente ben accolta.
Il gioco mostra il rating di connessione così come ping delay frame e rollback frame accettabili, a dimostrazione del buon lavoro svolto dagli sviluppatori. I match si dimostrano molto più responsive e anche contro avversari geograficamente distanti l’esperienza rimane giocabile. Ovviamente, con connessioni veramente pessime, anche il miglior rollback non può fare miracoli ma la maggior parte dei giocatori con connessioni decenti dovrebbe avere un’esperienza nettamente migliore.
A migliorare il tutto ci ha pensato il Cross-Play. Poter giocare contro avversari su PlayStation, Xbox e PC senza distinzioni significa avere un pool molto più ampio di giocatori da cui pescare. Per un franchise di nicchia come Virtua Fighter questo può fare la differenza tra trovare match in pochi secondi o dover aspettare minuti. Unificare la community, invece di frammentarla per piattaforma, si è dimostrata una mossa intelligente.
L’unica nota “stonata” è che il crossplay è disabilitato di default nelle impostazioni. Molti giocatori potrebbero non accorgersene e giocare solo contro utenti della stessa piattaforma, perdendo i benefici di questa funzionalità. Un tutorial più esplicito o un prompt al primo avvio avrebbe aiutato a comunicare meglio questa opzione.
Grafica e Presentazione Tecnica

Sul fronte tecnico World Stage mantiene lo stesso motore grafico e lo stesso livello di presentazione visiva di R.E.V.O., che a sua volta era un upgrade di Ultimate Showdown. Il gioco usa il motore grafico della serie Yakuza/Like a Dragon, ovvero l’Engine Like a Dragon, che offre un buon compromesso tra fedeltà visiva e performance. I modelli dei personaggi sono dettagliati e le animazioni mantengono quella fluidità a 60fps che è fondamentale per un picchiaduro competitivo.
Gli stage sono variegati e alcuni includono elementi interattivi, come muri da sfondare o piattaforme rialzate. La fisica delle interazioni ambientali funziona bene e aggiunge quella componente strategica di posizionamento che distingue Virtua Fighter da molti altri picchiaduro. La grafica, purtroppo, non è cambiata molto rispetto a Ultimate Showdown o alla versione base di REVO. Questo è un dato comprensibile, visto che si tratta fondamentalmente dello stesso gioco con contenuti aggiuntivi piuttosto che un remake completo.
Comparato a produzioni moderne come Tekken 8 o Street Fighter 6 il divario tecnico, purtroppo, è evidente. Le texture sono meno dettagliate gli effetti di luce meno sofisticati e in generale c’è una sensazione di gioco che mostra la sua età nonostante i miglioramenti apportati. Per chi cerca l’ultimo grido in termini di grafica questo potrebbe essere un fattore da considerare.
In conclusione: aspettando il sesto capitolo…

Virtua Fighter 5 R.E.V.O. World Stage è esattamente ciò che doveva essere: una lettera d’amore ai fan che hanno supportato la serie per decenni e un invito per nuovi giocatori a scoprire cosa rende speciale questo franchise. Non è perfetto e non rivoluziona il genere ma fa quello che promette con competenza e passione evidente. La modalità World Stage aggiunge quella componente single player che mancava disperatamente. Gli strumenti di training migliorati aiutano i neofiti a imparare le basi. Il rollback netcode e il crossplay portano finalmente Virtua Fighter nell’era moderna del multiplayer online. Sono aggiunte che rispettano l’identità storica del gioco mentre lo adattano alle aspettative contemporanee.
Per chi si chiede se valga la pena tuffarsi in questo mondo la risposta dipende da cosa si cerca. Se si vuole un picchiaduro tecnico e gratificante che premia lo studio e la pratica assolutamente sì. Se si cercano fuochi d’artificio visivi e gratificazione immediata probabilmente no. Il viaggio di Virtua Fighter non finisce qui. Questa è solo un’altra tappa verso la destinazione finale ancora sconosciuta. Ma per ora World Stage offre un posto confortevole dove fermarsi a combattere e aspettare le prossime novità. E per molti fan questo è più che sufficiente.
La recensione in breve
World Stage non è solo un prodotto a sé stante ma parte di un percorso più ampio di rilancio del franchise. È il ponte tra il passato glorioso di Virtua Fighter e il suo futuro ancora da scrivere. In questo contesto assume un significato speciale come dimostrazione che SEGA è seriamente impegnata a far tornare grande questa serie.
Se il nuovo Virtua Fighter in sviluppo prenderà le lezioni giuste da World Stage e costruirà su queste fondamenta solide il futuro del franchise appare luminoso. Nel frattempo World Stage offre ai fan vecchi e nuovi un modo eccellente per celebrare il passato mentre si aspetta il futuro. Ma non vi aspettate dei miracoli da questa edizione, va preso come un giusto "intermezzo".
-
Voto Game-Experience
