Cos’è il genio? Probabilmente creare un roguelike dal sapore Castlevaniano con elementi bullet hell. Se poi il genio in questione è un italiano, tale Luca Galante, allora il risultato è garantito. Ed è anche gustosissimo. Vampire Survivors è un piccolo ma delizioso roguelike in pixel art, volutamente esagerato nei contenuti ma essenziale nel suo gameplay e nella sua veste grafica. Dopo circa un anno di gestazione in early access, Vampire Survivors è sbarcato lo scorso mese su PC e MacOs per poi approdare in questi giorni su Xbox Game Pass. Ho acceso la vostra curiosità? Bene, allora allacciatevi le cinture e preparate una buona dose di aglio.
Pizza all’aglio
La ricetta di Vampire Survivors è ricca di ingredienti, ma tutti ben amalgamati fra loro. La base è sicuramente quella dei rogue like, con forti richiami a quel fenomeno che risponde al nome di Hades seppur in maniera molto più semplificata, oserei dire una “riduzione”. Qui però non siamo nell’Olimpo, ci troviamo bensì in un contesto fantasy-medioevale, dove un gruppo di ammazza vampiri devono resistere a orde di creature diaboliche e assetate di sangue.
I continui rimandi alla saga di Castlevania, soprattutto i capitoli in 2D, sono evidenti, ma Vampire Survivors va ancora oltre. Il gioco realizzato da poncle, questo l’alias del suo creatore, è infatti anche un omaggio ai classici del bullet hell arcade, con tutta la follia e il caos tipico di quel genere.
Dopo una consueta infornata quello che otterrete è, per l’appunto, Vampire Survivors. In mezzo a questo mix di ingredienti però c’è spazio anche alla semplicità: i comandi del gioco sono ridotti al singolo analogico con il quale potrete muovere il vostro personaggio all’interno dell’area di gioco, evitando le dozzine di nemici che si getteranno in vostra direzione mentre armi e potenziamenti ottenuti faranno il loro sporco lavoro in modo del tutto automatico.
Man mano che sconfiggerete nemici (inizierete ogni run con una sola arma) e che raccoglierete cristalli potrete avanzare di livello e selezionare uno dei tre powerup che il gioco vi proporrà. Maggiore sarà la permanenza in questa landa nefasta maggiore sarà la ferocia dei nemici, con le chance di sopravvivenza che diminuiranno a dismisura.
Un menù vastissimo
Si parte selezionando il proprio italianissimo eroe (si va da Pasqualina a Gennaro Belpaese) ciascuno dei quali potrà essere sbloccato con le monete raccolte durante il gioco e che possiede delle abilità peculiari che lo contraddistinguono. In totale, gli eroi sono ben 24, tutti adeguatamente personalizzati e dal nome assolutamente demenziale.
Identificato il vostro eroe, incomincerà la vostra lotta alla sopravvivenza in quella che è, a tutti gli effetti, una mappa infinitamente estesa in ogni direzione. Si parte con alcuni innocui pipistrelli per poi finire con creature mostruose, tutte ovviamente in ingenti quantità.
Lo scopo è quello appunto di sopravvivere il più possibile e per adempire a questo scopo vi basterà fare slalom fra i nemici ricordandovi però di raccogliere i cristalli necessari ad avanzare di livello, l’unica via per sbloccare nuovi potenziamenti. Ben 49 armi e 20 potenziamenti vi saranno d’aiuto in questa impresa, che diverrà via via sempre più ardua fino all’inevitabile game over una volta che i nemici avranno azzerato la vostra barra di vita.
Col passare del tempo lo schermo sarà invaso da nemici e proiettili di ogni genere e tipo, dalla semplice frusta alla palla di fuoco, passando per i laser, i pugnali, le pozzanghere di acqua santa e qualsivoglia altro deterrente per creature.
Play, die, repeat
La chiave di volta di Vampire Survivors è naturalmente l’immediatezza. Le partite, almeno quelle iniziali, dureranno pochi minuti, il tempo necessario a rendere pressoché impossibile la sopravvivenza del malcapitato. Se sopravvivere a lungo, il massimo è trenta minuti, è un’impresa assai complicata, il vostro focus dovrà inevitabilmente ricadere sulla raccolta delle monete necessarie per effettuare degli acquisti dallo shop del menù principale.
Qui infatti potrete spendere i vostri risparmi per powerup permanenti, i quali renderanno un po’ meno ardue le vostre run successive. Con somme sempre maggiori potrete addirittura ottenere un gettone per il respawn o altri potenziamenti davvero cruciali.
Chi ha dimestichezza con i roguelike sa quanto ogni run sia solo un piccolo passo verso una scalata quasi infinita e apparentemente ripetitiva, resa però invece adeguatamente sfiziosa e divertente dalla mole di armi e personaggi che impreziosiscono il titolo di poncle. Anche se non manca una buona dose di casualità, soprattutto per i powerup ottenibili quando si avanza di livello o quando si apre un forziere lasciato da un nemico potente, in Vampire Survivors è possibile comunque indirizzare le partite selezionando con cura ogni arma o potenziamento per focalizzarsi su un tipo di strategia piuttosto che un’altra.
Ed è proprio da questa immediatezza, sia nei controlli che nella durata delle partita, che arriva l’effetto “stupefacente” di Vampire Survivors. Il gioco infatti crea in breve tempo dipendenza, spingendovi a giocare e rigiocare per sbloccare quanti più potenziamenti e battere il vostro record di sopravvivenza. Arrivare a macinare ore ed ore di gioco per un titolo simile potrà sembrare assurdo, ma è esattamente ciò che è in grado di fare Vampire Survivors che, fra gli altri, sembra aver persino rapito Phil Spencer.
Italianisssssssimo
Una delle cose più divertenti di Vampire Survivors è certamente la firma dell’autore lasciata pressoché ovunque e che si presenta sotto forma di simpaticissimi riferimenti alla cultura e al linguaggio italiano sia nei nomi dei personaggi che degli oggetti. Ad esempio potrete imbattervi nella pummarola, prezioso ortaggio che vi ripristinerà la vita, o ancora nel pericolosissimo Metaglio (Maccio Capatonda docet), per non parlare della Nduja Fritta e della leggendaria Borra (“fa schiuma ma non è sapone”..).
Anche i nomi dei personaggi non sono da meno. Potremo infatti giocare nei panni del quartetto Antonio, Imelda, Pasqualina e Gennaro Belpaese, i parenti italiani della famiglia Belmont. Proseguendo troviamo Poe Ratcho, le finte bestemmie a là Elio e le Storie Tese come Arca Ladonna, Porta Ladonna e Lama Ladonna, la temibile Suor Clerici (portatrice della Borra), Christine Davain, Divano Thelma e altri nomi su questa lunghezza d’onda da sganasciarsi.
Vampire Survivors: un caos stiloso
Vampire Survivors è un’esplosione di pixel e di colori. Il meglio lo dà naturalmente quando lo schermo sarà letteralmente invaso da nemici e proiettili, fortunatamente senza mai accenni di cali di framerate. Certo, non stiamo parlando di chissà che potenza a livello grafico, le ambientazioni ad esempio sono piuttosto spoglie e, in generale, l’interfaccia di gioco è abbastanza spartana. Vampire Survivors però fa comunque il suo dovere, grazie alla fluidità delle animazioni e agli sprites di personaggi e nemici davvero carini. Per niente male anche la colonna sonora in perfetto stile Castlevania e gli effetti sonori che accompagnano uccisioni, raccolta oggetti e danni subiti.
Se eravate in dubbio se spendere o meno qualche soldino per accaparrarvi Vampire Survivors mamma Microsoft ha pensato anche a voi: Vampire Survivors è disponibile nel catalogo di Game Pass per tutti gli abbonati.
La recensione in breve
Vampire Survivors è un ottimo passatempo che ripropone in maniera semplificata le caratteristiche peculiare dei roguelike, con elementi presi dai bullet hell e una buona dose di umorismo all'italiana. Essenziale nella grafica e nei controlli, Vampire Survivors è in grado di diventare in poco tempo una vera e propria droga che vi terrà incollati allo schermo per parecchio tempo. Se non vi lasciate spaventare dalla veste grafica piuttosto basilare, Vampire Survivors è certamente il gioco che fa per voi.
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Voto Game-Experience