Un recente studio ha dimostrato che alcuni esseri umani sono in grado di vedere il mondo a un framerate superiore rispetto ad altri. Anche se servono ulteriori ricerche e conferme in merito, sembra che questa “abilità” possa trasformarsi in un vantaggio nelle attività come i videogiochi e gli sport.
Lo studio prende in esame il valore della risoluzione temporale. Come sappiamo, l’occhio ci permette di vedere la realtà intorno a noi convertendo la luce in un segnale elettrico grazie a cellule chiamate fotorecettori. I segnali vengono trasmessi dal nervo ottico a una regione del cervello nota come corteccia visiva, che riesce a convertirli in un’immagine. La risoluzione temporale è la frequenza con cui questo processo avviene in un range temporale di un secondo.
Lo studio, pubblicato sulla rivista PLOS ONE, dimostra che alcune persone riescono a vedere il mondo a una risoluzione temporale maggiore di altre. Parlando in termini più noti nel mondo tecnologico, potremmo appunto dire che il mondo di queste persone gira a framerate superiori. Per questo si suppone che questi individui potrebbero avere vantaggi in attività ad alto ritmo, come i videogiochi competitivi o gli sport veri e propri.
Nello studio si legge:
Siccome ognuno di noi ha coscienza solo della propria esperienza individuale, potremmo pensare ingenuamente che tutti percepiscano il mondo esattamente come noi. Esempi come il daltonismo dimostrano che ciò non è sempre vero, ma ci sono altre forme di variabilità molto meno conosciute. Questo studio ne descrive una, legata al framerate del nostro sistema visivo. Alcune persone sembrano davvero vedere il mondo più velocemente di altre.
Lo studio ha coinvolto 88 persone, invitate ad osservare una luce LED lampeggiante a diverse velocità. Gli strumenti a disposizione degli scienziati hanno consentito di individuare la frequenza alla quale il lamepeggiamento non veniva più percepito come tale, ma come una fonte di luce continua.
I risultati hanno mostrato che non tutte le persone coinvolte avevano la stessa percezione. Qualcuno arrivava a distinguere 60 flash al secondo, mentre altri scendevano a soli 35 flash al secondo. La ripetizione dell’esperimento in giorni diversi confermava i dati per i singoli individui, a dimostrazione che non si era trattato di un risultato casuale.
Non sappiamo ancora come questa variabilità nella risoluzione temporale possa avere un impatto sulla nostra vita di tutti i giorni. Ma crediamo che le differenze individuali nella velocità di percezione possano manifestarsi nelle situazioni molto veloci nelle quali bisogna individuare o seguire oggetti in mocimento rapido, come negli sport in cui si usa una palla o in situazioni nelle quali le scene cambiano rapidamente, come nei videogiochi competitivi.