L’European Games Developer Federation, l’organo di commercio unisce ben 22 associazioni nazionali e che rappresenta più di 2.500 studi di sviluppo videoludico, ha espresso il suo parere riguardo al nuovo sistema di tassazione imposto da Unity, facendo riferimento a un “imminente fallimento sul mercato del motore di gioco”. L’EGDF ha infatti descritto questa mossa come un “comportamento di mercato anti-competitivo” che “deve essere tenuto sotto controllo e, se necessario, le autorità europee sulla competizione devono farsi avanti”.
“Le nuove tassazioni sulle installazioni limiteranno la libertà degli sviluppatori videoludici di fare affari, in quanto li spinge a implementare il sistema di Unity basato sulle pubblicità anche in giochi che altrimenti non avrebbero una monetizzazione di questo tipo”, ha scritto l’organo in questione in una dichiarazione rilasciata sul suo sito web lo scorso giovedì. “Inoltre, ciò creerà uno svantaggio competitivo per quelle piattaforme di distribuzione dei giochi che non usano affatto un sistema di monetizzazione basato sulle pubblicità (ad esempio, servizi in abbonamento e pay-per-download), in quanto Unity le sta tecnicamente forzando ad aumentare le tasse imposte sui clienti rispetto ai canali che permettono l’utilizzo degli strumenti di monetizzazione di Unity basati sulle pubblicità”.
Ciò, secondo l’EGDF, porterebbe a un mercato in cui gli sviluppatori vorranno limitare il numero di download dei loro giochi: ciò andrebbe a danneggiare soprattutto gli sviluppatori indipendenti che si ritroveranno con un numero di installazioni abbastanza alto che i loro giochi siano considerati di successo ma non sufficiente per generare profitti, così come i giochi destinati a un pubblico estremamente ampio che mirano ad ottenere piccoli introiti da un enorme numero di installazioni.
Per questo, l’organo in questione vorrebbe che l’Unione Europea intervenisse con un nuovo quadro normativo specifico per “termini di contratto B2B ingiusti e non negoziabili”, oltre che a un maggiore supporto al settore di ricerca e sviluppo dell’industria videoludica europea. Secondo l’EGDF, infatti, una nuova regolamentazione dovrebbe “fornire tempo sufficiente ai mercati per reagire a grandi cambiamenti di accordi e condizioni non negoziabili che un fornitore di servizi ha comunicato ai suoi utenti in modo semplice, chiaro e comprensibile”, citando poi come ancora non è chiaro il modo in cui Unity conterà le installazioni. Inoltre, l’organo vorrebbe anche che la Commissione portasse nuova sicurezza sul mercato tramite il divieto di cambiamenti retroattivi ai contratti e ai costi.
L’EGDF ha poi tenuto a precisare come questa mossa non solo influenzerà, in particolare, le piccole e medie industrie, ma anche il settore dell’istruzione relativa al mondo videoludico, in quanto molte organizzazioni (corsi privati, scuole ecc.) hanno costruito i loro programmi proprio basandosi sul motore di gioco in questione. Il suo rapido abbandono porterebbe a dei cambiamenti tempestivi nel settore dell’istruzione e metterebbe in difficoltà moltissimi giovani professionisti che hanno progettato i loro piani per il futuro in base alle loro conoscenze degli strumenti di Unity,
In caso ve lo foste perso, tutto ciò si riferisce all’annuncio delle nuove politiche dell’azienda, che hanno preoccupato anche i grandi nomi del settore del gaming. Al momento, sembra che le numerose critiche abbiano portato Unity a tornare sui propri passi, promettendo di cambiare nuovamente le proprie politiche in risposta ai feedback provenienti da tutto il mondo, anche se ancora non è chiaro in cosa consisteranno.