Quando è troppo è troppo. Twitch, il sito di livestreaming amatoriale più grande al mondo, è diventato negli ultimi anni un punto di riferimento per le nuove generazioni grazie agli streamer che ci accompagnano a qualsiasi ora del giorno. La grande accessibilità del sito e la possibilità per chiunque di diventare un content creator hanno consentito alle persone più disparate di diventare famosi.
Pionieri in Italia sono il celeberrimo Yotobi, che sin dai primi anni della piattaforma va in diretta costantemente con i suoi gameplay, e il Cerbero Podcast, un gruppo di streamer capeggiato da Davide Marra (Mr. Marra), Gianluca Miele (Mr. Flame) e Simone Santoro (Tutubbi aka Youtube fa Cagare su Youtube) che hanno reso famosa la piattaforma nel Bel Paese ottenendo numeri di spettatori in diretta mai visti prima ai tempi.
Dallo scoppio dell’utenza scatenato dal trio, motivato dalla grande influenza di ogni singolo su Youtube (specialmente di Simone), si sono susseguiti altri streamer importanti che si differenziano per contenuti e che trasmettono su questa piattaforma. I tre si occupano di interviste e discussioni, come gli attuali streamer del momento Dario Moccia e Grenbaud; Homyatol di IRL (“In real life” ossia dirette che si svolgono nella quotidianità di una persona, come fare la spesa o andare al bar) e reaction, ZanoXVII e IlMasseo di gameplay, in particolar modo su FIFA, e così via per altre decine di streamer.
La varietà di persone e contenuti è alta, tanto da essere un danno. Come accadde nei tempi d’oro di Youtube, ossia quando l’occupazione del web content creator si trasformò da hobby in un lavoro, ci furono un sacco di persone che provarono a inserirsi nella piattaforma iniziando così una corsa al successo. Stesso identico discorso vale per Twitch, ma in maniera più dannosa secondo noi. Con questo pezzo vorremo cimentarci su una specifica categoria, gli “IRL Violenti“, oggetto di discussione negli ultimi periodi.
La Milan Games Week, Crazy Cat Cafè e molti altri…
Della Milan Games Week già ne parlammo già nel “diario di bordo” pubblicato di recente e ci dispiace ritornarci per parlarne sotto questo contesto, ma durante l’evento gli streamer Gabbrone, Social Boom, Rospo e Don Ali assieme ad amici/fan hanno girovagato volontariamente per la fiera senza mascherina in barba all’attuale situazione sanitaria che viviamo. Inoltre queste persone si sono permesse di insultare, deridere e bullizzare dei cosplayer, rivenditori e visitatori della fiera. Al limite del vergognoso.
Fortunatamente il karma ha colpito, e lo “snitch” di Twitch è stato la sua prima vittima: dopo una denuncia fatta da uno spettatore dello streamer, la polizia lo ha fermato confermando che si era presentato alla fiera con un greenpass falso fingendosi un’altra persona.
Qui sorgono molti problemi; la sicurezza o lo staff della fiera non sono intervenuti in maniera opportuna, non fermando queste schegge impazzite che hanno arrecato più danno che altro. Questo genere di streamer IRL puntano nella creazione di content borderline, se non oltre, che piacciono molto al pubblico della piattaforma. Dirette del genere intrattengono in tutti i casi, che tu sia contro o a favore delle azioni dello streamer, e portano su schermo un sacco, ma proprio un sacco di spettatori.
Prendendo come esempio il già citato Homyatol, quando realizzava frequentemente dirette IRL non causò mai enormi disagi, se non quell’imbarazzo momentaneo dovuto all’unico suono che emanava la cassa di una ragazza piacevolmente contenta tra i tavoli di un’attività ristorativa. STOP!
Il Gabbrone, di recente diventato famoso per essere quello che non permette più IRL nelle attività milanesi, creò contenuti che vanno oltre all’imbarazzo: “Sto lavorando” è il suo motto che giustifica il disagio che creava girovagando nella metropoli lombarda con il suo pubblico a dir poco incosciente.
Di questi disagi ne son ben consapevoli i proprietari del Crazy Cat Cafè, il locale milanese dove è partito il blocco verso gli streamer. Un giorno il Gabbrone si recò nel locale e con il suo solito modus operandi di intrattenimento decise di mantenere attiva la cassa audio (che per chi non lo sapesse, attraverso una donazione si può far recitare una frase da una sintesi vocale o riprodurre un suono sulla cassa) e infastidire la clientela e i gatti del bar nonostante i lavoratori lo invitassero più volte di smetterla. Una volta raggiunto il limite, sia perché la clientela era spazientita e sia perché il locale era tartassato di chiamate troll, il Gabbrone fu cacciato. Dopo questo il locale subì un review bombing becero e infame che lo stava portando al collasso sulle piattaforme online di recensioni.
Da quanto accaduto la proprietaria reagì con un post su Facebook e fortunatamente venne ascoltata e tutto finì bene, mentre invece per gli streamer IRL no.
Questo esempio, anche se orrendo, mostra le potenzialità di un influencer di influenzare, appunto, il pubblico.
Rospo e Don Ali, “l’intrattenimento” attraverso l’arroganza, la maleducazione e la mancanza di rispetto
Questi due sono i peggiori streamer che possano esistere. Maleducati, sfrontati, crudeli e irrispettosi verso il prossimo.
Soltanto a scriverne mi sta ribollendo il sangue, perciò mi limiterò al più possibile dal discuterne.
Rospo è nato negli ultimi periodi su Twitch, come il suo compare Ali, ed è diventato famoso grazie alle sue clip contro persone o funzionari. Ad esempio io lo conobbi per quella volta che si ribellò ai controlli dell’ATM: nonostante nella stessa live flexò di avere gli “sghei” (soldi in milanese”) non volle mostrare il biglietto ai controllori del tram, arrogandosi dei suoi “diritti” e minacciando gli stessi operatori dell’ATM che per evitar problemi dovettero soccombere ai privilegi di questo soggetto. Questo è il livello e col tempo non è migliorato, anzi il contrario: di recente ha rubato una cartello informativo di un taxi e dopo averlo ridato sotto imploro del tassista lo minacciò di percosse.
Don Ali non è da meno. Questa persona è famosa su Twitch per istigare risse e insulti gratuiti ai passanti e ai negozianti. Menefregandosi delle regole ha ottenuto il consenso di alcuni e il disgusto di molti, ma nonostante questo e le sue cafonate non è rimasto mai impunito. Soltanto di recente ha ricevuto un ban più o meno pesante (anche se non è sicuro se sia perma) per aver denigrato una barista e aver rubato dal suo locale, ma tutto ciò che fece in passato non subì nessuna conseguenza.
Twitch ma vogliamo fare qualcosa?!
Questi streamer sono sicuramente la pecora nera di Twitch e mettono in cattiva luce chi vuole portare contenuti e intrattenere. Spesso ci dimentichiamo da spettatori che dietro al nostro schermo ci sono persone, che sbagliano come normali esseri umani e che talvolta posso esagerare per il content, come Il Cerbero Podcast che per delle gag o delle uscite sbagliate ha rischiato più volte. Loro come il famigerato Sdrumox, che tra l’altro era presente durante la fiera milanese con lo scopo di apparire nell’obbiettivo degli streamer per farli bannare.
Nonostante gli operatori di Twitch bannino per poco meno di una parola o una frase sbagliata, allora perché questi soggetti che vanno contro le leggi, l’integrità e la privacy delle persone, il loro lavoro e la loro quotidianità rimangono impunite? Loro rubano, molestano persone, istigano alla rissa, fanno bodyshaming, deridono e sminuiscono chi di colpe non ne ha e in tutto questo sono impuniti, nascondendosi dietro a un “IO STO LAVORANDO!“.
Se un lavoratore di una qualunque azienda seria andasse a minacciare qualcuno e poi si giustificasse col nome del suo luogo di lavoro verrebbe allontanato immediatamente e denunciato. Su Twitch funziona invece che se rubi in un bar o non paghi il biglietto di un mezzo pubblico insultando gli operatori del servizio e dichiarassi di star lavorando o creando content per Twitch non hai nessun tipo di problema.
Però se per una gag comica trasmettesse qualcosa di controverso, riconosciuta mondialmente come ironia e usata nei cabaret da decine di anni, o una ragazza mostrasse mezza natica e un ragazzo mezzo capezzolo è direttamente bannato o permabannato. La situazione è ridicola perché sul piatto della bilancia si va a pesare di più queste sciocchezze che situazioni più importanti quali bullismo e furto.
Non sto dicendo che le regole restrittive di Twitch siano sbagliate. Su quello non mi permetterei mai di discuterne in quanto sono certo che dietro ci siano delle motivazioni logiche, ma se bisogna limitare la piattaforma per creare una community socialmente accettabile e integra, almeno per quanto può concernere il family friendly e il rispetto della persona, bisogna “licenziare” questi streamer tossici e non fargliela passare liscia, denunciandoli in alcuni casi in quanto sono un danno d’immagine per l’azienda.
Non è da noi fare questo genere di articoli, soprattutto perché a noi piace condividere la nostra passione per i videogiochi e l’intrattenimento per crearne una discussione, ma questo argomento ci tenevamo davvero a trattarlo perchè crediamo che si sia andati davvero oltre. Comprendiamo che molti potrebbero non essere d’accordo, ma rimanere in silenzio non è la soluzione.