Dopo sette anni di attesa finalmente arriva Tunic, il lavoro promesso da Andrew Shouldice, sviluppato quasi in solitaria e col supporto di pochi altri collaboratori, principalmente responsabili del reparto audio. Un percorso turtuoso che però sembra abbia dato i suoi frutti. Volete sapere come? Seguiteci nella nostra recensione.
Una piccola volpe nel grande mondo di Tunic
In Tunic siamo una piccola volpe naufragata su una strana isola in cui si parla un idioma sconosciuto, un’isola che si racconta sia piena di grandi tesori e misteri, infestata da strane creature, labirintica. E’ un attimo perdersi, anche solo dopo i primi passo. La volpe non ha un nome e non ha una mappa, non può seguire scritte o cartelli a causa del diverso linguaggio (che neppure il giocatore può capire) e almeno all’inizio non ha una “grande missione” da seguire. I primi minuti sono quindi dedicati all’introduzione di questa volpe e alla sua ricerca di qualcosa che l’aiuti a cavarsela nel mondo sconosciuto, mentre studia come raggiungere le aree più remote dove pare ci siano grandiosi tesori. Non ci vuole molto in realtà perchè la volpe di Tunic diventi protagonista di una storia legata alle leggende del luogo, raccontata tramite gli incontri con personaggi del luogo e l’acquisizione di abilità che l’aiuteranno nel percorso.
Deliziosamente ricco e divertente da giocare
Tunic ha fatto parecchio parlare di sè nei mesi passati (trovate qua l’articolo). E’ un action/adventure che sembra fortemente ispirato ai classici The Legend of Zelda, anche se la progressione è molto diversa dalla fonte d’ipsirazione principale, con le caratteristiche del personaggio che cambiano a seconda degli oggetti posseduti. Inoltre abbiamo una riuscita fusione con alcune dinamiche che vengono dritte da alcuni prodotti di tipo Souls-like. Il cuore dell’esperienza proposta è di eplorare, trovare tesori e sconfiggere mostri, molto semplicemente. Con la progressione del gioco i giocatori di Tunic sono destinati ad imbattersi in un libro leggendario, un vero e proprio manuale d’istruzioni in vecchio stile – una guida che ci offre consigli, spiegazioni e mappe utilissime da seguire. Appuntati tra le pagine ci sono strani simboli, adorabili artwork e solo alcune sparute, comprensibili parole. Purtroppo alcune pagine non saranno subito disponibili: si otterranno andando avanti nel gioco, grazie ad un’attenta esplorazione, e ci permetteranno di capire un po’ di più della strana avventura in cui la volpe di Tunic si è cacciata.
L’esplorazione è appagante in Tunic e c’è un po’ di tutto da scoprire, tra i vari rimandi a Zelda: forzieri nascosti raggiungibili seguendo sentieri segreti, sezioni che richiedono determinati oggetti per essere affrontate e mini-puzzle. I vasi se frantumati rivelano monete simili a rupie, ed il senso di avventura e smarrimento sono esattamente quelli che rimandano alle atmosfere dei primissimi The Legend of Zelda, con dungeon affrontabili solo con l’oggetto adatto e graziosi enigmi che punteggiano l’avventura. Troveremo ad esempio rampini o lanterne che ci permetteranno di esplorare un numero sempre maggiore di emozioni, e moltissime scorciatoie che ci rimanderanno al check-point di riferimento dell’area. Qui verremo trasportati in caso di sconfitta, al piccolo costo di alcune monete che verranno però recuperare qualora tornaste là dove eravate morti.
Anche il sistema di combattimento di Tunic è molto semplice e si basa sull’alternanza tra parate, schivate e attacchi, dove il giocatore dovrà trovare il momento giusto per colpire il nemico. Se i primi sono facili da affrontare, nel proseguire troveremo nemici sempre più corazzati o con schemi d’attacco che richiederanno una buona abilità per essere neutralizzati. Ci sono anche mostri volanti, torrette e tutto quanto può rendere difficile la vita di un’eroe in un gioco d’azione. Schivando o ergendo lo scudo, consumeremo una quantità di stamina, che però non viene affetta dalla quantità dei nostri attacchi. In questo caso l’unica cosa che ha procurato qualche problema è stato il lock sui nemici, ad esempio cambiando puntamento quando meno ce lo aspettavamo o perdendosi mentre attaccavamo un nemico con un’arma a distanza.
Tunic non è punitivo: avanzando nel titolo, le monete serviranno per accrescere parametri come attacco, punti salute, resistenza e altri parametri. E se una sfida dovesse rilevarsi troppo ardua, tra le opzioni di Tunic, nella sezione accessibilità, è possibile disattivare l’invulnerabilità del protagonista. Se un giocatore vuole solo godersi la storia ed i suoi misteri senza troppa frustrazione, in questo modo lo può fare vivendo in assoluta libertà il titolo.
Esteticamente affascinante
Tunic non delude affatto artisticamente, a partire dalla prospettiva isometrica che attira l’attenzione del giocatore sull’ambiente attorno al protagonista fino ad arrivare alle vivaci tinte e palette cromatiche vibranti che rendono vivo questo strano mondo low-poly. I panorami di Tunic sono arricchiti da suggestivi giochi di luci e ombre che conferiscono maggiore profondità e credibilità agli ambienti.
Inoltre Tunic vanta una colonna sonora eccellente, mai invadente e sempre in linea con l’atmosfera, che ci accompagna con motivi orecchiabili. Ogni brano di Tunic è difatti firmato da professionisti, Lifeformed e PowerUp Studio, che in passato hanno lavorato al comparto audio di titoli come Celeste, Darkest Dungeon e Subnautica. Tunic ha una longevità che si assesta tranquillamente attorno alle venti ore ed è provvisto di una completa localizzazione in italiano, cosa che contribuisce a rendere più accessibile ad un pubblico più ampio questo ottimo action/adventure.
La recensione in breve
Tunic è imperdibile per chi ha amato Zelda e per tutti coloro che amano immergersi in un mondo credibile, ricco, avvolgente e misterioso. Artisticamente delizioso e appagante nonostante qualche lacuna nel combat system, l'indie firmato da Andrew Shouldice merita e sa trasformarsi in una sfida a cui il pensiero torna anche quando non stiamo giocando. Discretamente difficile ma non punitivo (peraltro fornito di un'opzione in cui la difficoltà può essere azzerata in qualsiasi momento), il titolo distribuito da Finji è un riuscitissimo ibrido tra i primi The Legend of Zelda con qualche deriva souls-like che parla una lingua tutta sua, presentandoci un mondo affascinante fatto di segreti, intuizioni improvvise e test per la coraggiosa volpina ed i coraggiosi giocatori che lo affronteranno.
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Voto Game-Experience