Nel campo dei giochi di ruolo Nihon Falcom ha ormai stabilito un vero primato, ridefinendo il concetto di “saga” videoludica con una portata mai vista all’interno di una serie. Trails of Cold Steel IV arriva a concludere l’epopea del regno di Erebonia in questo quarto capitolo, ma anche ricollegandosi ad altri episodi della serie Trails, con la stessa portata con cui il signore del fantasy Tolkien riusciva a collegare tutte le storie della sua Terra di Mezzo: tutti i dettagli nella nostra recensione.
Recensire Trails of Cold Steel IV è un compito arduo. Chi ha giocato i tre capitoli precedenti conosce bene ormai i punti di forza del filone Cold Steel, è rimasto col fiato sospeso al finale del terzo e sicuramente non ha alcun dubbio circa il continuare l’avventura e concluderla con questo.
Dall’altro lato chi invece non ha mai provato il JRPG di Nihon Falcom non ha motivo per iniziare dalla sua conclusione, tuttavia questa recensione è qui sia per confermare la qualità del prodotto ai fan ormai affermati, che per esporne i pregi ai nuovi arrivati. Pertanto ecco dunque un articolo che si deve rivolgere ad due tipi di pubblico completamente diversi, con il primo che ormai sa già tutto e il secondo che invece non sa nulla (e a cui eviteremo di fare anticipazioni per non rovinare il gusto della trama).
Circa il lato narrativo ci si può limitare a dire che il secondo arco di storia di Cold Steel viene qui chiuso degnamente. Questa quadrilogia difatti si sviluppa attraverso due filoni, con il primo e secondo capitolo strettamente collegati tra di loro nell’aprire e chiudere una trama specifica, così come fanno ora il terzo e il quarto. Ad aggiungere l’epicità tipica di un grande finale da saga fantasy però è anche la chiusura di vicende che erano citate in altri giochi della serie Trails Of come avvenimenti minori. L’arazzo narrativo di Trails of infatti è estremamente ampio e sfaccettato, essendo composto da Trails of Cold Steel, Trails in the Sky e gli ancora inediti in occidente Zero e Ao No Kiseki (di cui è stato però annunciato un recupero di prossima uscita, con una conversione per dispositivi attuali).
Se questo può confondere gli utenti, possiamo rassicurarli che comunque la quadrilogia di Trails of Cold Steel è fruibile a sè stante, in quanto il suo nucleo narrativo principale si sviluppa attraverso i suoi capitoli e al massimo integra riferimenti ai titoli “fratelli”. Dei suoi meriti nel presentare in modo estremamente dettagliato ambientazione e personaggi, con picchi di virtuosismo nel tratteggiare narrativamente il mondo in cui avvengono gli eventi, se ne era già parlato nelle precedenti recensioni, a cui rimando i curiosi che vogliono scoprire questa serie.
Lì sono ben spiegati tutti i pregi, inclusi quelli del sistema di combattimento, il quale anch’esso ha saputo porre questa serie di JRPG in una posizione di eccellenza. Purtroppo però l’ottima impostazione attuale, che media turni e spostamento tridimensionale sul campo di battaglia, pare verrà abbandonata dopo Trails of Beginning (prossimo capitolo in ordine, uscito in Giappone e ancora da pubblicare in Occidente) a favore di qualcosa di più action. CSIV intanto poggia ancora sulle meccaniche precedenti, riconfermandosi eccellente. Unica pecca forse un livello di difficoltà abbassato dall’introduzione di tecniche particolarmente devastanti, che finiscono per moderare eccessivamente la sfida. Si tratta forse di una leggera sbavatura, ma che comunque non rovina un’esperienza ludica all’altezza dei miglior JRPG. In questo forse Trails of Cold Steel IV rivaleggia ad armi pari con Persona 5, giocandosi la palma del miglior sistema di combattimento degli ultimi anni.
Ciò che però impedisce al gioco di Nihon Falcom di potersi contendere anche il titolo di miglior JRPG in assoluto per Playstation 4 è un comparto grafico davvero debole. Questo è un punto già sottolineato nelle altre recensioni e che qui non si può fare a meno di ribadire. I motivi sono presto detti e sempre i soliti: Nihon Falcom è una piccola software house e non può vantare gli stessi fondi che ha Square-Enix per Final Fantasy, nè Atlus (tramite Sega) per Persona. Tuttavia anche voler passar sopra un comparto estetico di secondo piano, i risultati raggiunti sono ben oltre una qualità mediocre e persino inferiori alla grafica di un buon JRPG per console della scorsa generazione. Trails of Cold Steel IV infatti è insufficente persino se rapportato ad un Final Fantasy a caso per Ps3 e sembra anzi, più un titolo di Playstation 2 convertito in alta definizione in parecchi punti. E neppure in questo paragone questo può sentirsi tanto sicuro, data l’elevata qualità grafica di Final Fantasy XII HD. Pur non volendo penalizzare troppo un gioco per il suo lato tecnico e anzi premiarlo per l’ottimo impianto ludico e la narrativa superba, il peso dell’arretratezza grafica è davvero troppo, troppo gravoso e non gli consente di arrivare ad un voto di eccellenza che lo metterebbe alla pari, se non addirittura sopra alla saga di Atlus sopracitata.
Versione testata: PlayStation 4
Versioni disponibili: PlayStation 4, Nintendo Switch (2021), PC (2021)
La recensione in breve
Trails of Cold Steel IV finisce e lo fa in modo entusiasmante e coinvolgente, confermando come Nihon Falcom siano uno studio capace di confezionare JRPG di qualità assolutamente alta, raggiungendo un'eccellenza qualitativa nella narrazione, caratterizzazione dell'ambientazione di gioco e nelle meccaniche ruolistiche e di combattimento. Chi conosce già la serie sa bene anche senza questa recensione che l'acquisto è obbligatorio per chi ha già iniziato a seguire Rean e la sua classe di cadetti, mentre a tutti gli altri e specialmente agli amanti dei giochi di ruolo, Trails of Cold Steel IV è caldamente consigliato, partendo però dal primo capitolo.
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Voto Game-Experience