A volte, l’orrore non ha bisogno di artigli o urla, ma solo di una strada deserta, un lampione tremolante e il rumore dei propri passi. The Midnight Walk, debutto dello studio indipendente MoonHood, sceglie la via più sussurrata dell’horror interattivo, un percorso fatto di silenzi, ombre e ritmo. Pubblicato in esclusiva console su PS5 con supporto a PS VR2, il titolo si presenta come un’esperienza breve ma densa, in cui ogni elemento è ponderato con quella tipica ossessione di chi conosce a memoria i meccanismi della tensione psicologica. Il risultato è un esperimento narrativo che si muove tra le pieghe del trauma personale e di una sorta di inquietudine urbana, che punta a lasciare una traccia profonda più nella testa che “tra le mani”.
L’estetica della mezzanotte
La struttura ludica è minimalista: il giocatore impersona The Burnt One, un essere tormentato che si risveglia in una tomba fangosa senza memoria, spinto a camminare nella notte alla ricerca di uno scopo. Non ci sono menu, interfacce, mappe. Solo il cigolio delle scarpe sull’asfalto umido e la progressiva distorsione della realtà. Eppure, in questa semplicità apparente si cela la forza di The Midnight Walk: ogni elemento – sonoro, visivo, narrativo – contribuisce a costruire un senso di disagio crescente, sottile, mai sopra le righe.
Il gameplay, ridotto all’osso, sfrutta la ripetizione ambientale come leva psicologica: la strada si allunga, si deforma, diventa specchio distorto della mente del protagonista. Luci che saltano, voci che sussurrano da dietro i cancelli, oggetti fuori posto: ogni nuovo passaggio introduce una variazione disturbante, e il giocatore si ritrova intrappolato in una spirale ansiogena da cui non si può evadere, ma solo proseguire.
Visivamente, il gioco è un colpo al cuore. Dal protagonista agli ambienti che attraversa, passando per qualsivoglia oggetto di scena, ogni cosa è stata modellata a mano in argilla, fotografata in stop motion e infine digitalizzata con una cura maniacale.Il risultato è un mondo che pulsa, respira, si deforma e si contorce con una fisicità che nessun motore grafico “tradizionale” saprebbe replicare allo stesso modo. E no, non è solo una questione di direzione artistica: quella di MoonHood è una dichiarazione d’intenti. Il dolore, la memoria, la solitudine – tutto passa dalla materia, tutto si fa visibile, imperfetto, toccabile.
The Midnight Walk è un piccolo gioiello di sottrazione. Il motore grafico – una versione personalizzata di Unreal Engine 5 – non stupisce con effetti eclatanti, ma lavora sulla densità atmosferica e sulla qualità del lighting volumetrico. La nebbia che taglia la luce dei fari, le superfici bagnate che riflettono con precisione chirurgica ogni ombra deformata, l’uso millimetrico dei flares e della profondità di campo: tutto concorre a creare un’immagine evocativa, perennemente sul confine tra realtà urbana e allucinazione onirica.
Il frame rate, fisso a 60 fps in modalità Performance, è impeccabile su PS5, mentre la risoluzione dinamica 4K riesce a mantenere un livello di pulizia visiva sorprendente anche nei momenti più complessi. Particolarmente efficace il ray tracing nei riflessi su vetri e pozzanghere, impiegato con criterio e mai come puro vezzo tecnico.
La potenza del suono
Ma è l’audio, più di ogni altro comparto, a reggere il peso narrativo del titolo. The Midnight Walk abbandona del tutto le musiche tradizionali per adottare un disegno sonoro quasi ASMR, in cui il riverbero del respiro, il lontano latrare di un cane, il fruscio delle fronde o il passaggio sordo di una metropolitana sotterranea diventano parte attiva della narrazione.
L’utilizzo del 3D audio su PS5 è magistrale: con un buon headset si riesce a percepire ogni suono nella sua esatta direzione spaziale, aumentando esponenzialmente la sensazione di essere osservati. Un dettaglio interessante: il DualSense viene sfruttato per riprodurre in vibrazione il battito cardiaco di The Burnt One – lieve, quasi impercettibile, ma sempre presente, accelerando nei momenti chiave e contribuendo a rafforzare l’empatia con il personaggio.
The Midnight Walk: semplice, forse, ma non semplicistico
Narrativamente, The Midnight Walk gioca con l’ambiguità. Nulla viene esplicitamente spiegato: l’identità di The Burnt One, il motivo del suo vagare, la natura delle distorsioni che incontra – tutto resta sottinteso, affidato a frammenti visivi, graffiti, oggetti lasciati per strada o brevi flashback onirici. È un racconto che chiede partecipazione, che non si concede facilmente, ma che proprio per questo stimola interpretazioni e riflessioni.
La metafora che regge l’impianto narrativo – una passeggiata notturna come rito di espiazione, o forse come ultimo tentativo di riconciliazione interiore – trova risonanza in ogni scelta registica. Lungo i circa 90 minuti di durata, The Midnight Walk si trasforma da semplice camminata a esplorazione simbolica del senso di colpa, del lutto e della negazione. Un viaggio che, pur senza parole, parla con forza.
Il titolo, però, non è esente da critiche. La sua struttura estrema – priva di interazione se non la camminata – potrebbe risultare indigesta a chi cerca gameplay più articolati. La rigiocabilità è praticamente nulla, e una volta vissuta la storia, il gioco non offre incentivi concreti per essere rivisitato. Anche il prezzo, fissato a 19,99 €, potrebbe sembrare eccessivo per alcuni, considerata la durata e la linearità dell’esperienza.
Tuttavia, è importante sottolineare come queste “mancanze” siano in realtà scelte creative consapevoli, parte integrante del progetto. The Midnight Walk non vuole essere un gioco, ma un racconto camminato; non offre sfida, ma immersione. E, in questo, riesce alla perfezione
In conclusione
The Midnight Walk è un’esperienza intima, disturbante e raffinata, che fa dell’assenza di gameplay tradizionale la sua arma più affilata. Non piacerà a tutti - e no, vi fosse venuto il dubbio, non è quello il suo obiettivo - ma per chiunque sia disposto ad ascoltare il silenzio e leggere tra le righe, il viaggio notturno di The Burnt One diventa qualcosa di più di una semplice camminata: diventa una confessione.
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Voto Game-eXperience