Inizialmente uscito come un’esclusiva Xbox Series X|S, The Medium di Bloober Team è ora disponibile per l’acquisto su PlayStation 5. The Medium è stato lanciato all’inizio dell’anno su PC e sull’ultimo hardware di Xbox, offrendo un’esperienza ispirata a Silent Hill che esplorava profondamente i principi della narrazione soprannaturale.
L’ultima avventura di Bloober Team nel campo dell’horror mette i giocatori nei panni di Marianne, una medium il cui legame con un piano oltre il nostro le permette di abitare contemporaneamente il mondo naturale e quello spirituale. I poteri di Marianne entrano in gioco al di fuori della narrazione, tuttavia. Il team di sviluppo ha lavorato instancabilmente per incorporare le sue abilità nel gameplay e nella presentazione generale di The Medium, spiegando così la meccanica dello split-screen. L’attivazione dello split-screen avviene ogni volta che Marianne attraversa il mondo reale e quello spirituale contemporaneamente, permettendo ai giocatori di risolvere enigmi e simili in uno per progredire nell’altro.
In onore dell’uscita del titolo horror psicologico sulla piattaforma di Sony, Bloober Team ha rilasciato un trailer di lancio di PS5 per The Medium. Trovate il trailer di lancio qui di seguito:
Una sezione del trailer parla del supporto DualSense di The Medium, che introduce caratteristiche che dovrebbero rendere l’esperienza “più coinvolgente“. Come molti giochi prima di esso, The Medium sfrutta i trigger adattivi del DualSense e il feedback aptico. Bloober Team ha fatto uso anche del touchpad e dei controlli di movimento, in particolare per le sezioni di indagine degli oggetti.
Se siete interessati, trovate la nostra recensione di The Medium al seguente link.
“Quello che colpisce è la capacità introspettiva del titolo: The Medium si chiede cosa renda una persona malvagia e ne esplora i molteplici aspetti; ci chiede cosa differenzi un sadico da una persona trasformata in mostro dalla violenza del mondo. Passa persino da abusi domestici e genocidio ma non per puro divertimento, quanto per instillare una certa consapevolezza nel suo spettatore e – forse – dare una piccola lezione di vita. Un plauso a Bloober Team che ha gestito un titolo così complesso, dimostrandosi capace di tradurre su schermo sensazioni e sentimenti che a volte sembrano appartenere solo alla nostra testa, o alla nostra sfera emotiva, che di solito vengono trattati con superficialità e nel modo più indolore possibile.“