Al solito, imbarcarsi nella recensione di un nuovo capitolo della saga The Legend of Heroes, ci porta in contatto con un franchise che, dopo aver attraversato ben tre mega archi narrativi, spalmati in nove titoli e uno spin off, vanta uno stralo di fans a dir poco numerosissimo. Non ingannino i numeri delle vendite occidentali, nella terra del Sol Levante, ogni nuova iterazione di questa longevissima saga viene salutata con gaio e tripudio da una fanbase tanto fedele quanto numerosa. Ed è appunto per questo motivo che, con i soliti due anni di latenza dall’uscita originaria, giunge anche in territorio europeo The Legend of Heroes: Trails through Daybreak, primo capitolo del quarto arco narrativo ideato dai ragazzi di Nihon Falcom. Ci troviamo dunque di fronte alla tanto attesa innovazione del franchise o ad un (seppur piacevolissimo) more of the same? Scopriamolo insieme nella nostra recensione di The Legend of Heroes: trails through Daybreak.
Nulla termina: tutto continua
La principale peculiarità del pluridecennale franchise The Legend of Heroes è, da sempre, la capacità di proporre un comparto narrativo arzigogolato ma coerente e mai banale. Nonostante, infatti, la natura forzatamente “episodica” della narrazione, ed una fisiologica pluriennale distanza tra un episodio e l’altro, la nutritissima fanbase ha mostrato un costante e continuo apprezzamento per la qualità narrativa allestita dai ragazzi di Nihon Falcom.
Ed è appunto per via di questa emblematica caratteristica che, da quasi due decadi, si attende con peculiare attenzione il rilascio di ogni major release di questo franchise. Ed è questo il caso di The Legend of Heroes: Trails through Daybreak, capitolo iniziale del quarto mega arco narrativo ufficiale del prodotto di punta Nihon Falcom. Conclusasi, infatti, con Trails of Cold Steel IV, recentemente ri-pubblicato su PlayStation 5 sotto forma di remaster insieme al terzo capitolo, la quadrilogia di Erebonea, siamo ora pronti a lanciarci nell’arco narrativo di Calvard.
Un roster di protagonisti nuovo di pacca, un motore grafico rinnovato ed un combat system innovato il giusto, il tutto integrato nel solidissimo comparto narrativo allestito dai ragazzi di Nihon Falcom: ecco a voi la ricetta degli sviluppatori nipponici per rinnovare l’interesse nei confronti di una serie tanto longeva quanto popolare.
Ritorno a Zemuria
Come da tradizione, gli eventi della intera saga si svolgono nel continente di Zemuria. The Legend of Heroes: Trails through Daybreak non fa eccezione, spostando però la narrazione nella Repubblica di Calvard. Situata ad Ovest di Zemuria, la suddetta repubblica ha visto le proprie finanze rifiorire, con un grosso boom economico frutto di un recente periodo di non belligeranza.
La Repubblica di Calvard incarna l’apogeo tecnologico del continente di Zemuria. Tanto le tecnologie viste nell’arco di Crossbell quanto negli episodi di Cold Steel altro non sono che un assaggio di ciò che troveremo in Calvard. Questa tecnocrazia latente, molto prossima esteticamente alla tecnologia dei giorni nostri, rappresenta, inoltre, uno dei motivi principali dell’avanzamento economico della Repubblica di Calvard.
Alla stessa maniera, questo benessere costante ha da sempre attratto verso la Repubblica, vero e proprio faro economico del continente, ingenti flussi migratori che iniziano a rappresentare, però, un problema evidente e lampante per la stabilità della stessa. Lo spostamento di un elevatissimo numero di persone da est, attratte dalla floridità economica della Repubblica di Calvard, ha portato alla creazione di un intero quartiere settoriale nella città di Langport, seconda per importanza di tutta la repubblica. Questo il terreno di battaglia su cui andranno ad innestarsi gli eventi narrati in The Legend of Heroes: Trails through Daybreak.
And the story goes on…
Il protagonista assoluto di The Legend of Heroes: Trails through Daybreak, e presumibilmente del novello arco narrativo in tutta la sua interezza, è Van Arkride, un giovane cacciatore di taglie che riveste anche il ruolo di investigatore privato, il tutto nella azienda di famiglia, la Arkride Solutions Office.
Durante l’esercizio della sua professione nella cittadina di Edith, il nostro spriggan viene avvicinato da Agnes Claudel, giovane studentessa che più tardi scopriremo essere la figlia di Roy Gramheart, presidente della Repubblica di Calvard. Con lei ci imbarcheremo in una peregrinazione in lungo e in largo per le lande di Zemuria, alla ricerca di un Orbment risponente al nome di Octo-Genesis, potentissimo manufatto tecnologico, creato da suo zio, Claude Epstein, universalmente riconosciuto come una delle menti più brillanti della storia.
Il completamento del party, con altri peculiari personaggi incontrati in corso d’opera, ci porterà sulle tracce dell’Octo-Genesis, oltre che a scontrarci con il gruppo terroristico Almata, ed una serie di antagonisti ben consapevoli del valore, non esclusivamente economico, del manufatto in questione. Durante le nostre perigrinazioni incontreremo personaggi a noi ben noti, in guisa di continuità con i precedenti archi narrativi, che si parli di quello di Crossbell o quello di Erebonea.
Innovare per conservare
Fino ad ora, il passaggio da un episodio all’altro di questa mega saga, ma anche la traslazione da un arco narrativo al successivo, ha portato solo sporadici aggiustamenti nel gameplay, con microregolazioni atte a migliorare la quality of life. Fatto sta che la continuità, anche delle meccaniche di gameplay, è da sempre stato uno stilema distintivo della saga The Legend of Heroes.
Con The Legend of Heroes: Trails through Daybreak, Nihon Falcom ha colto l’occasione, contestuale all’avviamento di un nuovo ciclo narrativo, per svecchiare il gameplay e renderlo più “attuale”, al fine di convogliare sul neonato capitolo anche l’attenzione di gamer meno “vintage”. La nemmeno tanto celata necessità di fornire un punto di approdo per i newcomer, desiderosi di iniziare la saga senza doversi sciroppare ben dieci titoli dalla lunghezza a dir poco estenuante, ci fornisce un prodotto “fresco”, capace di snellire un gameplay che sapeva di stantio, senza però rivoluzionarlo.
La prima, visibilissima, novità riguarda il combat system. Mentre i vecchi capitoli della saga sono sempre stati turn-based, assistiamo ora all’implementazione di un combat system completamente differente. Si passa infatti dal classico Action Time Battle System, ai Field Attacks, una sorta di combattimento in tempo reale, senza alcuna necessità di accedere a menù contestuali per l’attivazione di azioni specifiche.
Sarà comunque possibile switchare, in qualsiasi momento, tra i due sistemi di combattimento sopra citati, permettendoci dunque di progredire come meglio ci pertiene. Le boss battle, invece, verranno gestite esclusivamente con l’Action Time Battle System.
A kind of magic…
Che si scelga la via classica, o di affrontare con i Field Attacks, le sfide che ci verranno via via proposte, la vera novità di questo capitolo è rappresentata dalla gestione del segmento degli Orbment, ovvero della controparte magica dei combattimenti. Sin dai tempi della rivoluzione orbica, gli Orbment sono stati implementati in quasi tutti gli eventi della vita quotidiana, dall’illuminazione pubblica e casalinga, al riscaldamento fino alla costruzione di armi e come propellente per dispositivi volanti.
I cosiddetti “tactical orbments” sono stati progettati per fornire, per l’appunto, supporto magico differenziato ad ogni singolo personaggio del gioco. Ogni orbment può esser associato unicamente al suo proprietario ed il suo utilizzo fornirà poteri sempre differenti. I ritrovati tecnologici disponibili nella Repubblica di Calvard ci permetteranno inoltre di abilitare un Holo Core, capace di potenziarci durante le battaglie ed ottimizare l’utilizzo degli orbment.
The Legend of Heroes: Trails through Daybreak abbandona inoltre il motore PyreEngine, alla base di tutte le recenti iterazioni della saga, in favore di un motore proprietario, che ancora non brilla, però, per performance e per resa estetica, fattivamente identica a quanto già visto in precedenza. Di sicuro questo è stato un passaggio obbligato, anche in ottica di futuribilità ma, almeno al momento, persino su Playstation 5 assistiamo alla sporadica sparizione di oggetti e textures. Speriamo che tutto ciò venga fixato con future patch, a partire da quella attesa per il day one.
VERSIONE TESTATA: PlayStation 5
La recensione in breve
The Legend of Heroes: Trails through Daybreak rappresenta un momento di cambiamento per il franchise, seppure in ottica di continuità con il passato. La variazione del motore di gioco, e l'avvicendamento del combat system con uno in tempo reale (seppur opzionale) riescono a svecchiare ma non a rivoluzionare il titolo, che risulta essere si godibile ma ancora acerbo. Un buon prodotto, ma non la rivoluzione che ci si attendeva.
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Voto Game-Experience