Neil Druckmann, game director di The Last of Us: Part II, ha recentemente dichiarato che il videogioco non presenterà elementi open-world come ad esempio i recenti God of War e Gears 5, perché ciò avrebbe inevitabilmente peggiorato la qualità della narrazione.
L’apprezzato sviluppatore ha così spiegato che una componente a mondo aperto avrebbe rischiato di rovinare molto la tensione dell’avventura e della storia che il team voleva raccontare.
Metti che devi andare a salvare qualcuno e poi il gioco ti dice “va bene, puoi andare a salvarlo adesso…. oppure puoi andare a fare queste dieci missioni secondarie”. In questo modo la tensione si perde completamente.
Secondo Druckmann dunque, The Last of Us: Part II non avrebbe niente da guadagnare da una struttura di gioco simile, anche se alcuni percorsi secondari nel corso dell’avventura ci saranno comunque, ma incanalati a dovere all’interno della narrazione.
Inoltre, da una recente intervista con GameSpot, il co-director Antohny Newman ha svelato che verrà migliorata la questione dei compagni che non venivano rivelati dai nemici.
Nel capitolo originale della serie infatti erano presenti vari problemi di questo tipo, mentre Ellie non faceva anche nessun danno ai nemici nel corso del gameplay.
Newman ha così dichiarato che sono stati fatti passi enormi con l’intelligenza artificiale, in modo che il proprio compagno riuscirà questa volta a essere ben integrato all’interno dell’azione, facendo realmente danno ai nemici e facendoci sentire meno soli nell’esperienza di gioco.
Ricordiamo che il titolo survival incentrato su Ellie e Joel sarà disponibile all’acquisto a partire dal 21 febbraio 2020 esclusivamente per le piattaforme PlayStation 4 di casa Sony, con supporto alla console di metà generazione PlayStation 4 Pro.
Cosa ne pensate di queste dichiarazioni?