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Home»Libri e fumetti da videogiochi»The Games of a Lifetime: La recensione dell’ultima, imperdibile perla di Bitmap Books

The Games of a Lifetime: La recensione dell’ultima, imperdibile perla di Bitmap Books

La recensione di The Games of a Lifetime, ultima fatica Bitmap Books: i legami tra Julian "Jaz" Rignall e l'evoluzione dei videogames
Alberto DestroBy Alberto Destro11 Marzo 2025Updated:11 Marzo 2025
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The Games of a Lifetime
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Julian “Jaz” Rignall non è propriamente uno “di primo pelo” nel mondo dei videogiochi. Campione di videogame, redattore, producer all’interno dell’industria, commentatore televisivo, responsabile del lancio di siti web e analista di mercato: una carriera a trecentosessanta gradi che ha mosso i primi passi negli anni ’80 ed è ancora ampiamente in corso, che può vantare di aver documentato sotto quasi ogni lente possibile l’evoluzione dell’intero settore. La vita di Jaz, quantomeno quella videoludica, è racchiusa in un meraviglioso volume di 420 pagine, The Games of a Lifetime, edito e pubblicato (inutile quasi dirlo) dall’instancabile Bitmap Books. E oggi vi diremo i motivi per cui, per l’ennesima volta, si tratta di un libro imperdibile.

Una vita non da solo gamer

The Games of a Lifetime

Per molti lettori, il nome di Rignall è sinonimo di quella a cui in molti si riferiscono come “Golden Age” della stampa videoludica: del resto, riviste come Mean Machines, MegaTech e CVG sono state fonte di ispirazione per generazioni di giornalisti specializzati e appassionati. La sua scrittura, tanto appassionata quanto competente, ha contribuito a trasformare i videogiochi da un semplice hobby di una nicchia a vero e proprio fenomeno di massa. E senza esagerare, potremmo tranquillamente affermare come esista un “prima” e un “dopo” Jaz Rignall: se prima di lui molte riviste sembravano trattare il settore con sufficienza e parzialità, l’arrivo della sua generazione ha messo penne esperte, entusiasti e credibili, al servizio dei giocatori.

The Game of a Lifetime ripercorre la sua vita, legandola a doppia mandata con la storia stessa dei videogiochi. Dai primi passi nei coin’op ai primi computer domestici, fino alla crescita dell’industria nei decenni successivi, il volume è un viaggio attraverso le sue esperienze e il ruolo che ha avuto nella trasformazione del settore. Titoli iconici come Pac-Man, OutRun, GTA, Gran Turismo, WipEout, World of Warcraft, Red Dead Redemption e Horizon Zero Dawn vengono raccontati non solo con l’esperienza critica che ci si aspetta da un addetto al settore di tale calibro, ma anche attraverso gli occhi entusiasti ed appassionati di chi ha vissuto in prima persona l’evoluzione del medium.

Rignall non si limita tuttavia a scrivere di videogiochi. Con l’arrivo di PlayStation, Saturn e Nintendo 64, compie quell’ambitissimo salto dal giornalismo alla produzione, entrando in Virgin Interactive e sporcandosi le mani con quello che è il lato più commerciale dell’industria. Contribuisce persino al lancio di IGN, testata internazionale di riferimento per il settore ancora oggi quotatissima, seppur non più in splendida forma come nei tempi che furono. Una lunga carriera che lo ha portato a lavorare per GamePro, Walmart e persino Bank of America, per ritrovarsi poi più recentemente con una collaborazione con Sega e Bandai Namco per affinare giochi prima del lancio.

The Game of a Lifetime inizia con la sua infanzia nel Galles rurale, quando l’apparizione dei primi giochi televisivi e dei cabinati catturò magneticamente la sua attenzione. E un po’ come in tutte le migliori fiabe che si rispettino, il suo ingresso nel settore avvenne grazie ai campionati di videogiochi e alla scrittura di guide e trucchi, un ambito che, come lui stesso ha modo di evidenziare nel proprio racconto, si conferma ancora oggi come componente essenziale nel giornalismo videoludico.

La svolta arriva con Newsfield, editore di Zzap!64, dove Rignall inizia a farsi un nome. Da qui passa a EMAP, diventando il responsabile di CVG portandola a diventare una delle riviste di videogiochi più longeve e influenti dell’intero showbiz. Per moltissimi affezionati, inutile negarlo, è qui che il suo impatto è stato maggiore: sotto la sua direzione, CVG e la straordinaria Mean Machines portano sul palcoscenico che conta, quello dei lettori occidentali, tutte quelle console giapponesi che avrebbero portato l’esperienza arcade nelle case. Il successo di queste riviste spinse come sempre alla nascita di numerose imitazioni (del resto si sa, l’imitazione è la più “sincera” delle adulazioni), ma pochissime raggiunsero anche solo a scalfirne la qualità.

Un racconto intimo, sui videogiochi e sulle persone

The Games of a Lifetime

The Games of a Lifetime è strutturato in capitoli che coprono specifiche annate, seppur in modo non strettamente uniforme. Alcuni periodi, come il biennio 1984-1985, hanno più spazio per via degli eventi cruciali nella sua vita e nell’industria. Altri anni (come quelli tra il 2004 e il 2010) vengono saltati, a dimostrazione di come anche una star del settore abbia attraversato fasi di maggiore o minore coinvolgimento all’interno dell’industria stessa.

Tutto è narrato con uno stile di scrittura coinvolgente, impreziosito da aneddoti di vita personale: traslochi internazionali, viaggi in moto, esperienze come DJ, relazioni finite e persino la rottura di una storica amicizia professionale con Steve Jarratt, altro grande nome del giornalismo videoludico britannico. Chiunque abbia seguito Rignall nel corso degli anni – o lo segua tutt’ora – troverà sicuramente interessante vedere come l’autore, in questi incisi, si apra su aspetti della propria vita privata finora poco noti.

The Games of a Lifetime è ulteriormente arricchito da immagini iconiche che tracciano l’evoluzione del videogioco come autentica forma d’arte. Bitmap Books ha coinvolto un’altra leggenda della stampa britannica, Wil Overton, per dare vita a nuove illustrazioni in stile chibi di Jaz. Sono inoltre presenti foto d’epoca e scatti contemporanei dello stesso Rignall e dei suoi colleghi: e se proprio vogliamo trovare un piccolo difetto, questo è proprio la scarsità di fotografie personali. Se da un lato è innegabile come gli screenshot dei titoli citati in questo avvincente racconto siano fondamentali, dall’altro è parimenti intuibile come un maggior numero di immagini del passato di Rignall avrebbero dato al volume una dimensione ancor più immersiva e personale al tutto. Ma, l’avrete capito, stiamo cercando davvero l’ago nel pagliaio

The Games of a Lifetime

 

In Conclusione

9.0 AFFASCINANTE

The Games of a Lifetime è un piccolo capolavoro sotto ogni punto di vista. Per chi non conosca la figura e il ruolo di conosce Julian Rignall o, allo stesso modo, per chi non abbia trascorso anni della propria vita leggendo i suoi scritti, l’impatto di questo volume potrebbe sembrare meno significativo. Ma la realtà è ben diversa, e chiunque abbia un minimo interesse per questo medium finirà per trovare l’ultima creatura di Bitmap Books affascinante e ricca di storia. Del resto, come non lasciarsi ammaliare dal racconto di viaggio intimo e illuminante attraverso l’evoluzione dei videogiochi, raccontato da chi li ha vissuti, amati e celebrati con passione autentica.

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