Durante la serata della Opening Night Live Gamescom 2022, The Callisto Protocol si è mostrato in un nuovo gameplay che ha evidenziato alcune delle numerose meccaniche presenti nel gioco che porta la firma di Glen Schofield, creatore di Dead Space. In un’intervista concessa al PlayStation Blog, Schofield si è dilungato nei dettagli, enfatizzando in particolare il comparto audio e alcune scelte di Game Design atte a terrorizzare il giocatore. Per questo speciale, ci concentreremo difatti su un aspetto a volte sottovalutato ma mai irrilevante del game design: l’audio.
L’orrore nella vita di tutti i giorni
Nasciamo col concetto dell’horror nel nostro cuore. L’orrore di una poppata mancata, il disagio di un pannolino sporco. Ma crescendo l’horror diventa aspettativa, il disagio si trasforma in piacevole tormento: sai che sollievo ottenere il sushi quando lo aspetti da giorni, con l’acquolina alla bocca? Anatomicamente il principio dell’horror a livello fisico parte da qua, addirittura dal grembo materno, dove il dispiacere della madre è fonte di disgrazia per il figlio.
Poi c’è la parte psicologica che entra in campo, giocando su questa dinamica assurdamente nascosta. Per un gioco horror come The Callisto Protocol , l’audio deve assumersi un’enorme quantità di responsabilità per preparare il terreno. La musica è forse lo strumento più efficace in assoluto per applicare tensione, presagio, preparazione, creare momenti speciali. Di conseguenza, gran parte del panorama sonoro dei giochi in generale, ma anche di The Callisto Protocol , è regolato manualmente.
Generalmente funziona così anche nei film: una nota bassa induce l’orecchio ad aggrapparsi a quello spiraglio di suono, che però genera tensione. Nel momento in cui quella nota viene a mancare si verifica una specie di “effetto vertigo“, ovvero l’orecchio è disorientato dalla totale mancanza di rumori, dalla presenta dell’assoluto silenzio. Per questo i jumpscare funzionano: introducono all’improvviso uno stridio acuto che avviene in contemporanea al video riprodotto. Avete mai provato a giocare ad un gioco horror a casse spente? I jumpscare diventano improvvisamente molto meno paurosi. Ma l’obiettivo in ogni caso è raccontare una storia avvincente e spaventosa, e nell’orrore, “inchiodare” i tempi giusti per far sobbalzare il pubblico dalla sedia.
L’orrore in The Callisto Protocol
Per un sound design horror ancora più fedele, alcuni team si dirigono lontano dai sintetizzatori, verso kit più manuali e strambi fatti di materiali come acciaio, legno e altro ancora. Ad esempio Striking Distance ha acquistato uno strumento chiamato Apprehension Engine. Si tratta di uno strumento che permette di creare suoni irrealizzabili tramite strumenti normali: l’Apprension Engine è un telaio in legno con manovelle, flange, molle, corde, barre – tutti i pezzi all’apparenza poco pratici ma necessari per produrre suoni inquietanti. In contrasto con le immagini di The Callisto Protocol , la cacofonia ultraterrena dell’Apprension Engine suona come a casa – sarà difatti quello che troverete direttamente nell’audio di gioco, senza magari nemmeno accorgervene!
Come per Dead Space nel 2007, Glen Schofield ha spinto gli audio designer a dare il meglio di sè in un titolo capace di offrire oltre 200.000 suoni diversi. Di questi 200.000 suoni, 60 sono dedicati alle sole parti della tuta spaziale di Jacob che fa veramente rumore – quel tipo di rumore disdicevole che si fa entrando in un’aula con le scarpe da tennis nuove. Per non parlare dell’intera prigione di The Callisto Protocol, la Black Iron, immersa in un’inquietante stato di degrado e strati di polvere, calcinacci e ruggine, dove vedremo zone in manutenzione oppure macchinari insoliti ma maledettamente reali. Le macchine faranno un rumore assordante accompagnandoci nel nostro viaggio – viene automatico pensare allo stato di perenne ansia con cui convivremo per tutto il gioco.
Vi ricordiamo che The Callisto Protocol è già disponibile da ieri, 2 Dicembre, per PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox One, Xbox Series X/S e PC!