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Home»Articoli»Recensioni»The Alters, la recensione: la sopravvivenza della mente

The Alters, la recensione: la sopravvivenza della mente

La recensione di The Alters, gestionale survival dai creatori di This War of Mine che non scherza affatto nel proporre dibattiti filosofici.
Francesco SantinBy Francesco Santin12 Giugno 2025
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Il segno lasciato da 11 bit studios con This War of Mine e Frostpunk (a proposito, vi rimandiamo alla nostra recensione di Frostpunk 2) sul mondo dei survival con elementi gestionali e strategici è indiscutibile e immenso. Trattare temi complessi in maniera così elegante, ludificandoli a dovere, è una missione tutt’altro che facile. Eppure, lo studio e editore polacco non ha mai commesso un passo falso, proponendo sempre progetti di alta qualità. Lo stesso sembra valere per The Alters.

Questo nuovo titolo rappresenta la terza differente ambientazione di una combinazione di generi che ormai è strettamente legata a 11 bit studios. Prima la vita reale, poi lo pseudo-steampunk e ora il fantascientifico, con elementi psicologici tutt’altro che banali – almeno, all’apparenza. Scoprite quindi se è davvero meritevole nella nostra recensione di The Alters.

Dal nulla al troppo

Visuale di varie vite di Jan Dolski, protagonista di The Alters

Jan Dolski è un uomo qualunque, un “John Doe” la cui vita finora non è stata così splendente. Una famiglia rovinata nel tempo, abbandoni e imprevisti, scontri e paure. Una sequenza di eventi che lo ha costretto ad un’avventura in fondo indesiderata, unica chance di ripresa. Un’avventura iniziata nel peggiore dei modi, ritrovandosi da solo a servire una corporazione che non ama, in una realtà che non conosce. L’unica soluzione per lui, in tale situazione, è clonarsi.

Da qui prende chiaramente il nome il titolo: dagli Alter, le versioni alternative di Jan che emergono dai suoi ricordi creandone altri, grazie a una rara sostanza poco maneggiata dagli esseri umani. Il Rapidium è bramato sulla Terra, potrebbe rapidamente rivelarsi una risorsa preziosissima. Jan lo riconosce rapidamente, ma come può gestirla al meglio? Quali sono i vantaggi e rischi del suo uso?

Dall’essere “John Doe” al vivere troppe versioni di sé stesso, il salto è evidente ed esagerato per Jan. Questo è però il suo destino, ingabbiato in ciò che poteva essere ma che non è stato.

Psicologia rigiocabile

Diverse persone in una sala svago che chiacchierano

La narrazione di The Alters sa essere pesante e a volte imperdonabile, composta da un susseguirsi di eventi e dialoghi il cui obiettivo è sempre quello di insegnare qualcosa a Jan e al giocatore. Ci sono vere e proprie lezioni di vita a cui è facile avvicinarsi e in cui è molto semplice ritrovarsi, creando un legame con una o più versioni di Jan attraverso l’analisi delle loro rispettive storie.

La disponibilità di molti Alter fa sì che il gioco possa essere completato in più maniere, con combinazioni variegate e molteplici percorsi da seguire. Una partita sorpassa agilmente le 10 ore ma il tempo di conclusione di una run dipende soltanto dal giocatore e da quanto si è veloci a seguire i dialoghi, selezionare la migliore strategia e procedere con la storia principale.

Ogni Alter ha una sua sotto-trama da seguire, una lezione da insegnare a Jan e oggetti personali da recuperare. L’intreccio delle loro vite con quella dell’originale è assai affascinante e solleva molte questioni etiche e psicologiche. The Alters si eleva così sul fronte narrativo, il quale in certi momenti sa veramente trainare la partita nell’arco di tre atti.

Il gameplay di The Alters: una strategia complessa

Schermata di gestione della base di The Alters

Al di là della narrazione, il gameplay ricorda molto This War of Mine. L’esplorazione delle varie aree di gioco in tre dimensioni definisce la maggiore profondità nella ricerca ed estrazione delle risorse. Le zone possono avere piccoli depositi di materiale organico, metalli, minerali o Rapidium, anomalie da evitare (o studiare e distruggere). Tutti questi elementi vanno raggiunti rimuovendo ostacoli e scalando pareti rocciose, stabilendo poi un collegamento con la base tramite una rete di trivelle e tubi.

Jan e gli Alter devono naturalmente spartirsi le mansioni giornaliere, occupandosi della manutenzione della base, della ricerca scientifica, dell’accumulo di risorse chiave e anche della loro salute mentale e fisica. Gli ordini possono essere impartiti anche stabilendo degli orari di lavoro straordinario, ma sempre rispettando le condizioni meteo per evitare la contaminazione da radiazioni.

La gestione della composizione della base va svolta sempre e tempestivamente, poiché i giorni che si possono trascorrere in una determinata zona sono limitati. Bisogna sempre fuggire prima che il Sole illumini la grande ruota. A nostro avviso, il tutto si traduce in un’esperienza meno ansiogena rispetto This War of Mine. Tuttavia, resta pur sempre una difficoltà di fondo da non sottostimare.

The Alters raggiunge uno stato di equilibrio nel mid-game, non appena si inquadrano le dinamiche essenziali per il controllo e accumulo di risorse. Vanno sempre spartite a dovere per il presente e il futuro, spendendole per progredire…ma senza esagerare. È una sfida piacevole, assuefacente, ricca sotto ogni punto di vista.

Poche imperfezioni tecniche

Paesaggio di un pianeta alieno con lava che cola da precipizi

In merito al comparto grafico, l’unico nodo che va sciolto dagli sviluppatori riguarda le animazioni dei personaggi. Dagli Alter al nostro alter ego, si notano immediatamente i movimenti poco naturali, improvvisi e a volte davvero meccanici. Le interazioni dei loro modelli con il resto dell’ambientazione, a volte, specialmente al termine di alcune attività, sono vittime di bug non proprio piacevoli da vedere. Per fortuna non si tratta di gravi problemi in grado di compromettere il progresso nel gioco, restano solo imperfezioni estetiche.

L’ambientazione è eccezionale, non troppo essenziale e nemmeno complessa. Solo in alcuni punti si nota la carenza di dettagli, ma è minima se si considera l’estetica di The Alters nel suo insieme. Dal fronte audio, infatti, giungono solo buone notizie: gli effetti sonori e la musica si uniscono al design futuristico per un risultato molto caratteristico, pronto a riempire orecchie e occhi senza lasciare alcun pertugio per fuggire.

11 bit studios ha inoltre compiuto un buon lavoro in termini di ottimizzazione. Con la nostra build, composta da CPU AMD Ryzen 7 9700X, scheda video AMD Radeon RX 7800 XT e 32 GB di RAM, scorre senza problemi in 1080p e anche 2K. In modalità ultrawide 21:9 si notano però alcune imperfezioni, mentre è già confermato il mancato supporto – almeno, per ora – del 32:9 a causa di problemi dichiarati con i display.

La recensione in breve

8.7 Potente

The Alters rappresenta l’evoluzione di This War of Mine, proposta con una minestra sci-fi dove, ancora una volta, la storia narrata tocca apici notevoli tra etica e psicologia. Altri pregi riguardano la rigiocabilità e la componente strategica/survival, elementi di spicco che ben bilanciano l’intera esperienza. L’estetica completa, tra grafica e suoni, definisce perfettamente l’atmosfera. Peccato solo per alcuni bug ed evidenti imperfezioni nelle animazioni, oltre all’assenza dell’italiano che, per i giocatori nostrani, potrebbe rivelarsi una mancanza cruciale.

  • Voto Game-Experience 8.7
  • User Ratings (0 Votes) 0
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