Dontnod Entertainment prosegue e chiude, col secondo episodio Segreti di famiglia ed il terzo Eredità, il sipario sulla sua avventura grafica in maniera elegante, forte e malinconica allo stesso tempo. Purtroppo, la conclusione della serie accentua come le sue potenzialità siano arginate da un’eccessiva brevità, che non le permette di approfondire troppo su altri personaggi che non siano i nostri protagonisti: tutti i dettagli nella nostra recensione di Tell Me Why.
Riuniti ma distanti
Come già ampiamente descritto nella recensione del primo episodio, Tell Me Why narra la storia di due gemelli, Tyler e Alyson Ronan, ricongiunti dopo anni e decisi a scoprire la verità sul loro passato, compresa quella che riguarda la morte della loro madre Mary-Ann. Dopo un primo capitolo di ritrovamento e lavoro congiunto, dal secondo in poi ci troviamo con una mole tale di informazioni e segreti (in aumento costante) da destabilizzare il forte legame che unisce i gemelli. Mentre Tyler, arrabbiato con sua madre e con chiunque non abbia accettato il suo essere diverso, vorrebbe andare fino in fondo e trovare risposte per mettersi l’anima in pace, Alyson non riesce ad affrontarli, questi fantasmi, ed ha paura di qualcosa che nemmeno lei conosce. Purtroppo in Segreti di famiglia ricordare è l’unica via, perchè Tyler non può farcela da solo ed Alyson neppure. E tra segreti a galla e ricordi sempre più difficili da rivivere il colpo di scena inaspettato sta lì, ad un solo passo. Se nel secondo episodio è difatti Tyler il personaggio più esplorato e con cui viene facile empatizzare, in Eredità ci viene offerta la possibilità di conoscere meglio Alyson, coi suoi pensieri e le sue debolezze e paure.
Enigmi e Memoria
Il secondo atto dell’avventura grafica Tell Me Why inizia a entrare nel vivo della narrazione: dopo aver lavorato attentamente sulle tematiche ed averci raccontato scorci di quotidianità come solo Dontnod sa fare, ora il capitolo comincia poco a poco a far luce su quanto è davvero accaduto dieci anni prima ai fratelli Ronan, in una tragica notte che poi avrebbe cambiato le loro vite. Ma come sappiamo, i ricordi possono essere manipolati, fallaci, imperfetti. L’idea, come nel primo episodio, è di continuare a farci vestire i panni di uno e dell’altro gemello a seconda della situazione. I momenti migliori sono quelli che li vedono discutere faccia a faccia esponendo apertamente emozioni e paure. Così si impara lentamente a conoscerli, tra un timido commento sulla transizione di Tyler (sul quale la trama comunque non ruota, facendola restare di fatto un elemento secondario ottimamente presentato e affatto asfissiante) ed il desiderio di andare avanti di Alyson.
Scevro dalla necessità di dover presentare contesto e personaggi, Tell Me Why Segreti di Famiglia ha la libertà di scavare un po’ più a fondo nei suoi protagonisti, e per farlo sceglie un registro narrativo molto pacato, che si muove di pari passo coi ritmi della quotidianità. Questo capitolo risulta molto più interattivo e movimentato rispetto al precedente; possiamo infatti interagire più spesso con l’ambiente e con le persone, perfino tra gemelli. Equilibrato, sembra dare il giusto spazio sia all’azione che alla narrazione, chiudendo letteralmente sul più bello. Tolti i protagonisti, i segreti e gli attriti coi comprimari, Eredità riesce finalmente a concentrarsi sul nucleo dell’intera avventura: il segreto che si cela nel passato di Mary-Ann e i motivi che ne hanno decretato la morte. Anche in questo caso, il terzo capitolo potrebbe sembrare più smaccatamente narrativo dei precedenti, ma non mancheranno momenti. L’elemento degli indovinelli, molto poco percepito nei precedenti episodi, in questo ultimo capitolo è molto più sentito. I produttori gli hanno riservato un posto d’onore nel capitolo, soddisfacendo sia i giocatori che i puzzle-game se li mangiano a colazione, sia quelli che ci si ritrovano davanti per la prima volta.
Come detto nella recensione dell’episodio 1, Tell Me Why ruota attorno alla storia dei gemelli e alla loro esclusiva possibilità di rivivere i ricordi, capaci anche di comunicare telepaticamente grazie al dono della Voce, che li accompagna sin da bambini. Il limitato numero di personaggi presenti e il poco impatto di certi comprimari purtroppo pesa, rendendo piuttosto scontate le conseguenze di diverse scelte, mentre l’esigenza di chiudere al più presto alcune vicende porta a un’accelerazione un po’ forzata del legame che si sviluppa tra i protagonisti. Un peccato per un racconto come Tell Me Why, che possiede una maturità ammirevole ed una carica emotiva tale da far muovere tutti gli eventi e assieme a loro, anche il giocatore: la forza, la crudeltà della storia e la delicatezza con cui ci viene raccontata risultano davvero profonde e travolgenti.
Conflitti interni ed esterni
Come sempre il comparto grafico e sonoro sono eccezionali. In questi due capitoli l’attenzione ai dettagli si è fatta ancora più meticolosa e lo si può notare da più elementi: i fiocchi di neve che cadono sulla mano di Tyler o sul cappello di Alyson; le imperfezioni sul viso dei personaggi più anziani o di quello di Tessa. Tell Me Why è il gioco di Dontnod più dettagliato di questi ultimi anni, tanto che persino Aurora Bay (benché molto più grande ed estesa) non riesce a competere con la cittadina di Delos Crossing in Alaska. Anche se, bisogna ammetterlo, le ambientazioni visitabili si contano sulle dita d’una mano e sono tutte composte da aree limitate. C’è comunque ancora da lavorare, specie sull’espressività dei protagonisti che a volte presentano espressioni più convincenti di altre.
Negli ultimi due episodi il comparto sonoro si è fatto molto più tenue e meno inciso: nonostante sia leggermente meno presente, si fa comunque sentire nei momenti giusti. Il doppiaggio inglese rimane ottimo e credibile, dando tridimensionalità ai dialoghi dei personaggi con interpretazioni sempre in linea. Fortunatamente, per chi dovesse avere problemi con l’inglese, abbiamo a disposizione anche i sottotitoli in italiano, che fanno egregiamente il loro dovere. Per quanto riguarda la longevità, Tell Me Why può vantare nel complesso tra le nove e le dieci ore di gioco, che di sicuro saranno ancora più immersive se giocate tutte d’un fiato.
Versione testata: PC
Versioni disponibili: PC: Xbox One
La recensione in breve
Raccontare una storia non è mai facile, e Dontnod ci ha provato fin da subito con Life is Strange, nel bene e nel male. Stavolta, ci stupisce: sia per la mancanza di quel sovrannaturale che permeava ogni cosa, sia per il forte aspetto thriller che gli episodi mostrano in successione, sia per la storia matura e intrigante ma anche, fondamentalmente, umana. Dopo il fallimento dei precendenti titoli, Tell Me Why risulta una piacevole boccata d'aria fresca ed un ottimo banco di prova per Dontnod: la suddivisione ad episodi sembra quasi una mossa misurata col metro per valutare quanto interesse potesse sviluppare una storia come la loro su un "lungo" periodo. E a quanto pare, ce l'hanno fatta.
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Voto Game-Experience