La tassa sulle installazioni di Unity non prevede passi indietro da parte della compagnia. Pur riconoscendo la confusione e la frustrazione generata dall’annuncio delle nuove politiche aziendali, Unity non farà passi indietro.
In un lungo post su X, il profilo ufficiale ha cercato di rispondere ad alcuni dei dubbi che sono emersi dopo l’annuncio. In particolare, sembra che oltre il 90% dei clienti di Unity non sarà in alcun modo toccato dalla tassa in questione, rendendola un fenomeno molto più ristretto di quanto si pensi.
L’aumento di prezzo è molto limitato. Di fatto più del 90% dei nostri clienti non saranno colpiti dai cambiamenti. I clienti che saranno interessati sono quelli che hanno raggiunto risultati di dimensioni importanti in termini di download e ricavi e che hanno raggiunto sia la soglia di installazioni che quella di guadagno. Questo significa una tassa bassa o assente per chi non ha raggiunto il successo e una piccola tassa una tantum per chi ci è riuscito.
Parlando di numeri, Unity aveva parlato di un ricarico di 0,20 dollari per ogni installazione eccedente le 200.000. Ora arriva la precisazione che il conteggio tiene buone sono le prime installazioni a partire dall’1 gennaio, mentre le reinstallazioni, le installazioni fraudolente, le versioni di prova, le installazioni da Game Pass e le installazioni da bundle di beneficienza non faranno numero.
I chiarimenti non sembrano destinati a placare le polemiche. Tra i più agguerriti finora ci sono gli sviluppatori di Cult of the Lamb e di Among Us, che minacciano di rimuovere il gioco dagli store per protesta.
We want to acknowledge the confusion and frustration we heard after we announced our new runtime fee policy. We’d like to clarify some of your top questions and concerns:
Who is impacted by this price increase: The price increase is very targeted. In fact, more than 90% of our…
— Unity (@unity) September 13, 2023