Quando si parla di remake e remaster, Nightdive Studios è certamente uno dei primi nomi che balza in mente se si pensa a operazioni sensate, necessarie e di alta qualità. Alcune dimostrazioni le potete trovare nella recensione di Star Wars: Dark Forces Remaster e nella recensione di System Shock (Remake). Parlando sempre della minaccia che è SHODAN, questa volta il team di Vancouver torna alla carica con System Shock 2: 25th Anniversary Remaster.
Ebbene sì: a quasi 25 anni dalla sua uscita, il capolavoro di Irrational Games e Looking Glass Studios ritorna riproponendo le sue dinamiche da immersive sim che hanno fatto scuola. La grande differenza, però, in questa edizione si vede nella modernizzazione dell’estetica e nel ritorno del multiplayer funzionante, il tutto attraverso il Kex Engine proprietario. Un lavoro che, ve lo diciamo già, è eccezionale. Scoprite perché nella recensione di System Shock 2: 25th Anniversary Remaster.
Un capolavoro intramontabile e sempre attuale
Ritornare a bordo della Von Braun dopo avere potuto anche rivivere le esperienze a bordo della Citadel Station è meraviglioso a dir poco. Un altro aggettivo per descrivere il tutto, però è “attuale”. L’orrore di robot e mutanti assassini sarà ancora ben distante, per fortuna. L’idea del pericolo delle IA, invece, non è più un elemento degno del 2114: è un concetto molto odierno.
Il ritorno di SHODAN dopo gli eventi originali di System Shock diventa sinonimo del timore che dovremo provare noi dinanzi ai progetti che dagli Stati Uniti si espandono gradualmente nel resto del mondo. Un dominio che ancora non avviene ma che si avvicina sempre di più con lo sviluppo delle IA.
Il legame tra System Shock 2 e noi è la lezione che il videogioco insegna: mai fidarsi delle tecnologie più avanzate. Tra documenti, audio e dialoghi, il titolo rimane estremamente curato e raccapricciante. Non mancano risvolti filosofici, onnipresenti anche nel primo capitolo, avvicinando la narrazione al giocatore e alla sua vita. In poche parole: una storia che ha saputo rivelarsi intramontabile.
Gameplay sempre versatile
Anche il gameplay non scherza, sia chiaro. System Shock 2: 25th Anniversary Remaster riprende esattamente l’originale con la suddivisione dei rami del personaggio, consentendo di perseguire una carriera tra Marine (esperto d’armi), Navy (tecnico esperto) e agente OSA (maestro dei poteri psionici). Ogni percorso porta quindi a specializzazioni e approcci differenti durante la storia, rendendo il titolo alquanto rigiocabile nell’ottica di sperimentare con tutte e tre le opzioni.
Ogni missione e combattimento con mutanti, ragni, robot e altre minacce ha un esito che dipende proprio dalle mosse del giocatore. Come in ogni immersive sim che si rispetti, chiaramente. Scontro diretto, hacking e uso di abilità psioniche sono le tre direzioni principali. Possono essere mescolate – il che non permette però di godere delle skill migliori per ciascuna classe – e permettono al titolo di non essere solo un FPS tradizionale, bensì un gioco di ruolo con una certa componente tattica e un’atmosfera davvero dark da cui è difficile sfuggire.
Il backtracking è un elemento datato che potrebbe pesare, data la sua forte presenza in System Shock 2. Anche il sistema di combattimento è vecchio e si sente. Sono pezzi del passato che caratterizzano il gioco e hanno il potere di rendere meno gradevole il tutto ai nuovi giocatori. Se volete avvicinarvi a questo classico, non fatevi scoraggiare da questi dettagli e procedete a schiena dritta. Tanto, il titolo non vi prenderà più di 10 ore. Fidatevi, non ve ne pentirete.
Le differenze tra System Shock 2: 25th Anniversary Remaster e l’originale
Le differenze chiave tra System Shock 2: 25th Anniversary Remaster e il titolo d’annata 1999 riguardano il motore di gioco, che passa dal Dark Engine al Kex Engine come detto in apertura. Ciò consente di snellire e modernizzare il codice del titolo, rendendo funzionante la modalità cooperativa multiplayer online. A nostro avviso, forse la parte che verrà meno toccata di System Shock 2 e pure la meno convincente, sebbene sia comunque più che valida.
L’estetica viene ripresa integralmente adottando soltanto texture in alta definizione, nuovi modelli per ciascun elemento del gioco, una rivisitazione delle animazioni e numerosi interventi nella QoL (quality of life) che infine portano alla composizione di un puzzle praticamente identico all’originale, semplicemente moderno in tutto. A simboleggiare il continuo legame con il passato è la sezione Extra del menu iniziale. Al suo interno si trovano documenti originali, il pitch del gioco, manuali, la guida ufficiale di System Shock 2 e le cover delle Big Box dell’epoca.
Lato performance non c’è nulla da dire. System Shock 2: 25th Anniversary Remaster accenna solo qualche minimo tentennamento alla sua accensione. Se si apre il gioco e si procede immediatamente con il caricamento del salvataggio, si nota subito una certa lentezza. Dopodiché, il resto dei caricamenti è fulmineo su SSD. Per il resto, poi, non abbiamo avuto nessun crash o altre problematiche di alcun tipo.
La recensione in breve
Ancora una volta Nightdive Studios si conferma il vero team maestro di remake e remaster, questa volta con System Shock 2: 25th Anniversary Remaster. Mantenendo perfettamente l’estetica del progetto originale, stravolge il Dark Engine e porta il titolo su Kex Engine con texture e animazioni riviste, un multiplayer finalmente funzionante e scelte stilistiche che non distano affatto dal capolavoro firmato Irrational Games e Looking Glass Studios. A parte la lentezza del caricamento dei salvataggi non appena si apre il gioco, anche su SSD, e una coop non perfetta, rimane un lavoro davvero eccellente.
-
Voto Game-Experience