All’interno di un video dedicato allo sviluppo della serie Super Smash Bros., il suo ideatore, Masahiro Sakurai, ha affermato che i videogiochi in questione non sono adatti al multigiocatore online, sia per ragioni tecniche sia per la filosofia dietro alla creazione del titolo.
Secondo Sakurai, infatti, nonostante l’online sia stato inserito fin da Super Smash Bros. Brawl per Nintendo Wii, i server della compagnia non sono abbastanza buoni per un tipo di competizione simile, dove la “lag della rete porta a un’esperienza di gioco incostante”. Tuttavia, alla fine sembra che Sakurai abbia dovuto cedere alla direzione: “quando si parla di problemi tecnici, non importa quello che penso. Se il mio lavoro è farlo, lo faccio”.
Inoltre, secondo il creatore i giochi della serie sono semplicemente migliori se giocati in compagnia di amici nella stessa stanza. “Una delle parti migliori di Smash Bros. è come i giocatori possano diventare dei campioni tra i propri amici”, ha affermato Sakurai. “Ma dover avere a che fare con la competizione online può far perdere autostima ai giocatori, e non è una bella cosa”. Tuttavia, il creatore della serie ha comunque ammesso che il gioco online può essere divertente a modo suo, ed è rimasto quasi sorpreso quando, alla fine, il team di sviluppo è riuscito a inserirlo nel titolo per Wii.
Sakurai ha poi parlato dei problemi tecnici che i giocatori possono riscontrare online, dovuti all’uso di una “comunicazione completamente sincrona” in cui il tempismo degli input viene sincronizzato tra tutti gli utenti a ogni frame. Si tratta di un grande svantaggio rispetto alla comunicazione asincrona usata, per esempio, da Mario Kart, in quanto i giocatori sono costretti a confrontarsi con utenti della propria regione, rimanendo il più vicino possibile alla propria residenza per impedire che la lag porti a partite frustranti.
Infine, Sakurai ha menzionato lo sviluppo della modalità giocatore singolo di Smash. Bros Brawl, un’esperienza comparabile al creare un gioco totalmente diverso e che, inizialmente, doveva essere commissionata a uno studio esterno, salvo poi non trovarne nessuno di adatto.