Raramente, alla fine di un processo produttivo travagliato, dopo svariati rinvii, capaci di far slittare di quasi un anno e mezzo la release date iniziale, si assiste al lancio di un capolavoro. Ciononostante, l’hype generatosi attorno a Suicide Squad: Kill the Justice League non ha accennato a diminuire, nemmeno dopo i feedback derivanti da una open beta a dir poco discutibile. E siamo dunque qui, a quasi nove anni dal lancio di Batman: Arkham Knight, a mettere sotto torchio l’ultima fatica Rocksteady, per capire quanto (e in che direzione) si sia evoluto l’Arkhamverse, nonostante una gestazione (non ci stancheremo mai di ripeterlo) zoppicante e travagliata. Siamo dunque di fronte ad un capolavoro o ad un mero tentativo di sfruttamento di un franchise su licenza? Pilatescamente, ci troviamo a cadere esattamente nel mezzo di queste due soluzioni: ma scopriamone di più, con la nostra recensione di Suicide Squad: Kill the Justice League.
Braniac alla riscossa
La Justice League, baluardo della difesa planetaria, è in pieno caos. Il piano criminale messo in atto da Brainiac è riuscito nel compito di assoggettare ogni singolo componente della lega supereroistica, trasformando ciascuno di loro in alfieri della morte, sulla falsa riga dei bad guys visti e rivisti nel serial The Boys. Obiettivo ultimo di Brainiac è, partendo da Metropolis, quello di conquistare tutta la terra, con il fine ultimo di trasformarla in una novella Colu, suo pianeta natale. E quale miglior modo di attuare il suo piano se non rendendo consapevoli alleati i suoi maggiori nemici?
Quando tutto pare perduto, con i maggiori supereroi terrestri alla mercè ed al servizio dello storico villain, ecco spuntare una speranza, tanto squinternata nella sua essenza, quanto efficace, per via della composizione della squadra operativa, lanciata di peso in una vera e propria missione suicida. Harley Queen, Deadshot, Captain Boomerang e King Shark, riuniti (e forzati alla azione) da Amanda Waller, direttrice della agenzia governativa ARGUS, si vedranno proiettati, loro malgrado (per via di un congegno esplosivo impiantato nelle loro teste) in una Metropolis semidistrutta, oramai terreno di guerra e devastazione degli ex-guardiani della terra.
Da questo incipit vi sarà subito chiaro quanto Rocksteady, tenendo fede ad un pedigree di tutto rispetto, abbia curato il comparto narrativo che, a dispetto di qualche forzatura, tiene botta alla grande risultando il particolare di maggior pregio di questa produzione.
Suicide Squad: Kill the Justice League, ecco a voi la tempesta perfetta
Un comparto narrativo di primo ordine, avente come protagonisti alcuni dei personaggi su licenza più famosi del comicverse, in mano ad uno studio di sviluppo di primissima caratura: gli ingredienti per un successo annunciato ci sono tutti. Cosa mai potrebbe andare male? Ed è proprio qui che si è scatenata, in modo non del tutto inaspettato, la tempesta perfetta che, preannunciata da una open beta e da un paio di rinvii “cautelativi” non ha fatto dormire sonni tranquilli ai fan dell’Arkhamverse e, soprattutto, agli appassionati DC Comics, orfani da troppo tempo di un titolo dallo spessore conclamato.
A fronte di un comparto narrativo che, al netto di qualche passo falso (ascrivibile a plot twist non così rari nella storia del comicverse DC Comics), riesce pienamente ad essere immersivo, credibile e piacevole, il gameplay di Suicide Squad: Kill the Justice League scricchiola pesantemente sotto i colpi della ripetitività. Nonostante, infatti, una campagna principale lunga solo 10-11 ore, l’impressione di trovarsi di fronte ad un open world rimpinzato con le medesime attività per tutto il tempo necessario per completare il playthrough è forte.
Certo, il tutto verrà proposto con ampie variazioni sul tema, ascrivibili a più sottoarchi narrativi ideati per farci menare le mani in lungo e largo nell’open world ideato da Rocksteady. L’impressione derivante è, però, di trovarci di fronte ad una sequela di missioni filler inserite solo come intermezzo per condurci da una sequenza animata all’altra.
Spara, spara, spara…e basta
Che poi, al netto di tutto, il gunplay di Suicide Squad: Kill the Justice League risulta essere gradevole ed appagante il giusto, donandoci un senso di costante dinamismo, suffragato da un motore di gioco capace di rimanere incollato a 60 fps granitici anche con decine di personaggi ed effetti speciali a schermo. Ciò che trascina in basso la godibilità della esperienza di gioco tutta, è la completa assenza di un senso di progressione lineare, capace di mutare in corso d’opera la consistenza del gameplay.
I ragazzi di Rocksteady hanno si inserito una sorta di skill tree, potenziabile e percorribile ad ogni passaggio di livello ma la realtà è che, nonostante le nostre scelte, le stesse non trovino efficacia pratica nel gameplay, risultando impalpabili. Tutto ciò va dunque a svilire una delle poche possibilità di diversificazione del gameplay, rendendo asettica, come già detto, la sensazione di progressione continua. La necessità di maggiore potenza di fuoco sarà dunque demandata alla creazione di marchingegni mefistofelici da parte del Pinguino e, soprattutto, alla raccolta delle loot boxes alla fine di ogni missione.
Capirete bene quanto il tutto sia lasciato all’aleatorietà. Poco, troppo poco è stato fatto, da Rocksteady, per tenere legati i potenziali acquirenti a Suicide Squad: Kill the Justice League che, almeno al momento, risulta essere un enorme open world pieno di varietà e di profondità. Va anche detto, vista la natura GaaS dell’ultimo nato in casa Rocksteady, che questa situazione andrà rivalutata a posteriori, esaminando quantità e qualità del supporto post lancio alle avventure della squadra suicida più famosa del mondo.
Carattere da vendere
Questo quadro di insieme, purtroppo parzialmente deludente, va a stridere pesantemente con una realizzazione di ottimo livello. Non parlo, almeno non qui, della ottimizzazione tecnica dell’ultimo nato in casa Rocksteady, ma della caratterizzazione di personaggi ed antagonisti.
A Suicide Squad: Kill the Justice League non si può sicuramente rimproverare di non aver attinto a piene mani da un immaginario conosciutissimo come quello del cosmo DC Comics. Si può, anzi si deve, fare un plauso particolare per il livello di caratterizzazione tanto della squinternata quaterna di protagonisti, quanto dei diretti super-antagonisti che si troveranno a fronteggiare. Ogni singolo personaggio, descritto ed animato con una sapienza più unica che rara, fa trasparire amore e passione, da parte degli sviluppatori, per il cosmo DC Comics.
Non ci aspettavamo nulla di differente, del resto, dai responsabili della trilogia originaria di Batman. Qui, però, i ragazzi di RockSteady si sono superati, lavorando anche sui microdettagli di ogni singolo personaggio che, nel corso del playthrough, giungerà a maturazione, sviluppando una sincronia con gli altri personaggi, odiati all’inizio del percorso. Parimenti, lavoro superlativo è stato svolto riguardo le personalità delle nostre nemesi super-eroistiche che, pur soggiogati mentalmente da Brainiac, e costretti da quest’ultimo a macchiarsi delle peggiori nefandezze, sono perfettamente consapevoli di ciò che stanno facendo, andando a generare un meltin pot meta-narrativo, vero e proprio tocco di classe del team RockSteady.
Tecnicamente superlativo
Sotto il punto di vista tecnico, Suicide Squad: Kill the Justice League brilla di luce propria, facendo dimenticare, a suon di ottimizzazione, le storture viste nell’open beta di qualche tempo fa. Tutto il ben di Dio mostrato a schermo rimane incatenato a 60fps granitici, non importa quanti siano i personaggi e gli effetti presenti.
A livello poligonale, il prodotto RockSteady è arte allo stato puro, proponendoci modelli e textures mai fuori posto e gradevolissime da osservare. Manca il selettore di modalità, scelta comprensibile trattandosi di un GaaS che farà del live service il suo punto focale post-lancio, con probabile supporto crossplay.
Parimenti, il comparto audio regala soddisfazioni, mettendoci in contatto con una resa qualitativa, anche nel caso del doppiaggio italiano, ampiamente sopra la media. Unica nota “stonata”, la sostituzione di Marco Balzarotti, doppiatore di Batman nella serie Arkham, con una voce molto meno evocativa e adeguata al personaggio.
La recensione in breve
Suicide Squad: Kill the Justice League vive di eccessi, nel bene e nel male. L'ultimo nato in casa RockSteady unisce un comparto grafico da urlo ed una caratterizzazione dei personaggi da oscar ad un gameplay che trasuda ripetitività da tutti i pori. Una struttura di gioco appagante ma oggettivamente desueta, relega un gioco dalle grandi potenzialità in un limbo di incompiutezza, in attesa di eventuali ed auspicabili evoluzioni dovute alla sua natura GaaS.
Suicide Squad: Kill the Justice League è promosso con riserva: il ragazzo studia, ma deve essere più continuo.
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Voto Game-eXperience