Definire la serie Stronghold “iconica” potrebbe essere quasi riduttivo. Tra alti e bassi, con uno Stronghold: Warlords criticato aspramente nel 2021 e la serie Crusader ancora oggi amata con tanta nostalgia da migliaia di giocatori, la collezione di strategici firmata Firefly Studios viene annoverata tra le migliori di sempre nel genere, seppur non alla pari dei maestosi Age of Empires. Ebbene, a sorpresa il team inglese ha deciso di ritornare al primo capitolo dell’originale simulatore di castelli per svecchiarlo dopo l’edizione HD del 2012.
I tempi sono cambiati, ma a quanto pare il legname serve sempre, e lo scrivano è più bello che mai. Ecco la recensione di Stronghold: Definitive Edition.
Perché serviva la “definitive edition” di Stronghold?
Prima di analizzare il titolo a tutto tondo serve una rapida analisi di questa “edizione definitiva”. A 22 anni dal debutto dello strategico medievale (e a 11 anni dal rilascio della edizione in alta definizione), modernizzare Stronghold appare quantomeno necessario. Se da un lato Naughty Dog annuncia The Last of Us Parte 2 Remastered per riproporre un gioco di quattro anni fa su PS5, in un’operazione che molti spettatori su Internet hanno già criticato, dall’altro Firefly Studios percepisce il balzo tecnologico dal 2012 a oggi e rinnova un titolo che, altrimenti, su hardware di ultima generazione avrebbe sfigurato.
Stronghold: Definitive Edition mantiene allora in tutto e per tutto i connotati del suo “gemello più vecchio”. Le meccaniche? Le stesse. La storia? Sir Longarm è ancora vivo e vegeto. L’esperienza impacchettata dallo studio londinese è la medesima di 22 anni fa e viene proposta non solo a un prezzo piuttosto accessibile, ma anche con novità essenziali per la rigiocabilità.
Oltre ad aggiustare il comparto grafico, la Definitive Edition ottiene il supporto alle mappe personalizzate dagli utenti tramite Steam Workshop, aggiornamenti gratuiti con nuove campagne e castelli e due DLC dal costo irrisorio per arricchire la storia di Stronghold. La definizione del futuro del progetto è ben chiara, quindi, e la base…beh, meravigliosa.
La storia: una campagna durissima
La campagna principale resta quella originale con le sue 21 missioni, un autentico tuffo nel passato condito dalla presenza del doppiaggio originale. Ritrovare le voci di Sir Longarm, del nostro scrivano e di acerrimi nemici come il Ratto e il Serpente è stato un immenso piacere, ma ci sono sorprese anche per i veterani. L’inedita Campagna della Gemma si è rivelata tosta da affrontare a causa della scarsità di materiali per difendere il castello, segnale che Stronghold: Definitive Edition non vuole riproporre il passato e basta, bensì arricchire il pacchetto incrementando la difficoltà proprio per la vecchia guardia.
Ancora, il Sentiero dei Castelli con le sue dieci missioni ci permette di riscoprire fortezze iconiche difendendole o demolendole con le strategie che si preferiscono. Poche si riveleranno di successo, molte determineranno la caduta della nostra armata. In altre parole, ogni assalto o difesa si rivela un puzzle da risolvere, o una scommessa a volte apparentemente impossibile da vincere.
Il consiglio per i neofiti è quindi quello di esplorare con calma le meccaniche di Stronghold che, per quanto fondamentalmente elementari, richiedono una cauta analisi delle circostanze per essere sfruttate a dovere. Come già anticipato, poi, anche i veterani troveranno pane per i loro denti.
Il gameplay: old school quanto basta
A proposito di meccaniche, parliamo del gameplay. Formula che vince non si cambia, si suol dire: questo motto vale anche per Stronghold: Definitive Edition. Firefly Studios non ha minimamente pensato di rivoluzionare il classico oltre a ciò che risultava obbligatorio aggiustare, ovvero la grafica. Le lievi modifiche apportate ai controlli con tastiera e mouse rendono più approcciabile uno strategico altrimenti quasi obsoleto, senza tuttavia distaccarsi dalle radici.
Questo strategico in tempo reale non esagera: inizia dalla costruzione del castello e delle strutture cittadine per popolani, cacciatori e contadini, per poi lavorare sulla realizzazione di mura, caserme e di eserciti per difendere la fortezza. La mescolanza di elementi RTS e city-building rimane equilibrata e richiede soltanto un occhio vigile all’ambientazione – ovvero a colline, montagne e altri ostacoli naturali – affinché il nostro maniero rimanga al sicuro.
Guidare mazzieri, arcieri e spadaccini non è sempre facile ma rimane soddisfacente e restituisce un feeling adrenalinico nei momenti clou delle guerre. Nella campagna singolo giocatore si noteranno immediatamente gli stessi difetti dell’IA presenti in ambedue le versioni precedenti di Stronghold. Nel multigiocatore (che finalmente torna accessibile a tutti tramite Steam) si fa sentire invece l’innalzamento dei limiti per unità e edifici, che permette di sfruttare l’hardware con castelli più grandi e armate tanto immense quanto spietate. Peccato, però, per l’assenza di una modalità Schermaglia con l’IA. In alternativa, si trova l’immancabile modalità Sandbox.
Grafica e audio: un lavoro magistrale
L’intervento più importante riguarda chiaramente la grafica. Firefly Studios ha fatto un lavoro ottimo a dir poco: i modelli e le mappe godono di una risoluzione maggiore e di animazioni molto più fluide. Questi elementi, pur rimanendo (quasi) identici agli originali, rendono Stronghold: Definitive Edition un gioco del 2001 uscito nel 2023. Ciò ha i suoi pro e i suoi contro, ma bisogna considerare che questa rimane essenzialmente una “operazione nostalgia” per soddisfare i silenziosi desideri dei giocatori più affezionati.
Sul fronte audio non ci sono novità: le voicelines non sono cambiate di una virgola, con un doppiaggio italiano che oggi si definirebbe “cringe”, ma che in fondo resta iconico e sempreverde. Risentire “Serve più legname” mentre in sottofondo i flauti rimasterizzati addolciscono un periodo storico altrimenti cupo è magico. È proprio questo il riassunto di Stronghold: Definitive Edition: il ritorno di un’icona in una salsa più moderna, preparata appositamente per chi non si è mai dimenticato di questo strategico.
VERSIONE TESTATA: PC
La recensione in breve
Stronghold: Definitive Edition è tutto ciò che doveva costituire: il ritorno di un grande classico della strategia in tempo reale, pulito e aggiustato (seppur non del tutto) per risultare piacevole anche ai nuovi giocatori. I veterani troveranno la stessa difficoltà dell’RTS originale, ma con ritocchi grafici e molte minuscole migliorie che lo rendono immortale. Insomma, è la dimostrazione di come le remastered debbano essere fatte.
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Voto Game-Experience