Street Fighter VI è finalmente giunto tra noi e punta a raggiungere un obiettivo davvero ambizioso. Nato nel 1987 con un primo capitolo non proprio convincente, Street Fighter entra nel cuore di tutti i videogiocatori nel 1991 con Street Fighter II, dove con i suoi otto personaggi nel roster, ha davvero scritto la storia.
Street Fighter è una saga insostituibile nel mondo dei videogiochi, ha contribuito alla creazione di un genere che non ha mai perso popolarità come quello del picchiaduro, volgendo lo sguardo anche ad altri e diversi aspetti esterni al lato puramente ludico, come l’introdurre personaggi di diverse etnie e paesi giocabili, ed è stato fra i primissimi videogiochi a vedere un membro del cast di genere femminile lottare al pari delle controparti maschili.
In un certo senso Street Fighter ha sempre cercato di essere inclusivo e pensare sia ai personaggi che colorano il mondo di gioco, sia ai giocatori che si trovano dall’altra parte dello schermo. Ed è proprio da questa idea di includere tutti che nasce l’incipit di Street Fighter VI. L’ambizione di Capcom con questo sesto capitolo numerato va ben oltre il semplice concetto di realizzare un buon prodotto e vendere un gran picchiaduro per gli appassionati del genere. L’obiettivo è quello di far innamorare tutti di questo gioco di lotta, partendo da chi è da sempre appassionato dalla saga, a chi mastica poco di picchiaduro, e fare breccia perfino in chi non sa neanche cosa sia il genere.
La sfida è senza dubbio difficile, ma un nuovo capitolo è pronto a scendere in strada (letteralmente) preparato e pronto a lottare e sudare per vincere anche questa volta. Vi lasciamo alla nostra recensione di Street Fighter VI.
Gameplay: equilibrio e creatività
Il sistema di combattimento di questo Street Fighter VI segue lo stesso principio che da sempre contraddistingue la serie: il ritmo è equilibrato, non troppo rapido e concentrato sulle decisioni che vanno prese al volo durante lo scontro. Previsione delle mosse dell’avversario, utilizzare saggiamente la mossa giusta al momento giusto, giocare con calma per avere la meglio. Un sistema di gioco divertente ed efficace già alla base che richiede ragionamento, analisi e tanta audacia.
Street Fighter VI infatti offre ai giocatori una grande creatività nelle combo, seppur alcune siano più guidate, c’è tantissimo spazio per l’inventiva e la modalità pratica è il giusto campo per cimentarsi in ore di allenamento provando combinazioni di attacchi sempre più impegnative ma che, quando realizzate in una partita, offrono un gran senso di soddisfazione.
La meccanica centrale di tutto il gameplay è il sistema Drive, simboleggiato da un indicatore posizionato sotto la barra della vita. All’inizio di ogni round il Drive è sempre carico, mostrando appieno la filosofia di questo Street Fighter VI che incoraggia l’audacia sfruttando da subito tutto ciò che si ha a disposizione.
Il Drive Impact è la tecnica più importante che questo sistema offre. Un colpo potente che può assorbire l’attacco in arrivo dell’avversario e colpire, poi, di conseguenza. Un’abilità davvero fortissima, che a livelli di gioco non troppo elevati può sembrare perfino sbilanciata, e non c’è da stupirsi se questo attacco sarà ovunque e a ripetizione nei ranking più bassi delle partite classificate. Tuttavia, entrando dentro la materia si scoprono i punti deboli dell’attacco, e che quindi resta un colpo molto potente, ma che va utilizzato con parsimonia e saggezza.
Se il Drive Impact è la lancia, il Drive Parry è lo scudo. Si tratta di una parata speciale che blocca gli attacchi in arrivo e ricarica l’indicatore Impact. Le due risorse che il Drive offre cambiano il ritmo di gioco, e vanno entrambe utilizzate con attenzione, ma rendono tutto il gameplay divertente e pieno di opzioni.
Comandi: 3 tipologie di “esperienze”
Per essere il più accessibile possibile, Street Fighter VI offre ben 3 tipologie di comandi, per 3 diverse fette di videogiocatori. L’impostazione Classica, che non ha bisogno di presentazioni. Schema classico, con ogni tasto che corrisponde a un attacco diverso, mezze lune, comandi carica, e tutto ciò che i picchiaduro sono sempre stati.
L’impostazione Moderna è pensata per i giocatori che comunque conoscono il genere dei giochi di lotta ma che non amano i Motion Inputs. Infatti con questo sistema tutte le mosse speciali si effettuano con un solo tasto, più un comando direzionale. Tenendo premuto il dorsale destro e poi uno dei tasti d’attacco si attivano delle combo automatiche, per permettere di portare a segno comunque grandi danni.
L’ultimo sistema è quello Dinamico, che punta il mirino perfino sui giocatori che non sanno neppure cosa sia un picchiaduro. Con questa impostazione, premendo i tasti d’attacco, un’intelligenza artificiale, elabora, in base alla situazione in cui ci si trova, quale attacco effettuare. Una “eresia” per i fan dei picchiaduro, ma un giusto entry-point per chi non conosce il genere.
Questi 3 sistemi di gioco offrono 3 tipi di esperienze diverse, che calzano come un guanto alla tipologia di giocatore che impugna il controller. Chi vuole giocare al solito e amato Street Fighter può farlo, chi non vuole stare ore in modalità pratica ha come divertirsi e perfino chi preme tasti a caso e si fomenta nel vedere la genesi di un Hadoken.
Modalità di gioco
A rimarcare questa idea di gioco adatto a tutti, oltre alle solite modalità Versus, Street Fighter VI presenta una lotta ”speciale” che non ha nulla a che fare con il gioco tradizionale. Lotte dove chi esegue più atterramenti vince, o bonus casuali che capitano durante la partita. Il tutto mentre si possono aggiungere degli ulteriori fattori casuali alle partite, come la presenza di un toro che corre per l’arena o dei droni che sparano ai lottatori.
L’idea dietro questo tipo di modalità è sempre quella di far divertire anche chi non sa giocare ai picchiaduro ma non vuole privarsi di far parte del mondo di Street Fighter.
Online
L’online di Street Fighter VI è semplicemente fantastico. Il netcode basato sul Rollback è un piacere da giocare. Utilizzando la connessione via cavo, Street Fighter VI si comporta benissimo con gli avversari dello stesso emisfero, e perfino con il Wi-Fi non ci sono grossi problemi. Con rete cablata neanche gli avversari più lontani sono difficili da affrontare.
Un vero successo, che si posiziona tra i migliori netcode che si siano mai visti in un picchiaduro. Bisogna vedere se riconfermare il sistema di Rank presente in Street Fighter V sia stata la scelta giusta, ma a risponderci sarà il tempo.
World Tour
La grande novità di questo Street Fighter VI è la modalità World Tour. Qui si crea un proprio avatar, e con un sistema che ricorda quello visto in Dragon Ball Xenoverse, ci si allena sotto l’ala di un maestro (rappresentato da uno dei membri del roster principale) e s’imparano le sue mosse da assegnare al proprio lottatore.
Il tutto in diverse mappe aperte che ricoprono alcune delle città più riconosciute al mondo, affrontando sconosciuti per le strade in maniera tipica da Street Fighter. Sconfiggere i nemici per strada, fa ottenere punti esperienza per sbloccare abilità e nuove mosse attacco. Gli scontri durano pochissimo, e per questo è davvero divertente lottare contro chiunque ci sia in giro.
Utilizzando lo stile di un maestro e completare missioni aumenterà il rapporto che si ha con questo. In questo modo non solo il mentore ci fornirà sempre più azioni in combattimento, ma comincerà a parlare di sé e questo porta alla presenza di filmati che caratterizzano ulteriormente i personaggi. La creazione dell’avatar è un grandissimo punto a favore di questa modalità di Street Fighter VI. Un editor davvero sgangherato, con cui costruire dei veri abomini con tutte le opzioni che questo permette. Qualsiasi idea viene in mente per assemblare l’avatar può essere realtà. Degno di un editor da gioco WWE, se non perfino superiore in certi aspetti.
Tuttavia, il World Tour non è perfetto. Se non si gioca in modalità Prestazioni, il frame rate è instabile e rende difficile godersi anche solo gli scontri. In aggiunta, si può dire che le mappe a disposizioni sono davvero scarne, e che oltre a combattere in giro non c’è davvero nulla da fare. Tuttavia, la modalità riesce bene nel divertire e stimolare il giocatore a giocare ancora.
Roster: 18 personaggi in cerca di fama
Street Fighter VI presenta al lancio un roster di 18 personaggi spaziando fra nuove facce, alcuni ritorni e delle immancabili leggende. Le New Entry (Luke, JP, Jamie, Marisa, Manon, Kimberly e Lily) prendono tutti qualche elemento da personaggi del passato più conosciuti, e li rielaborano per costruire dei soddisfacenti nuovi volti. Luke, per esempio, prende i fondamentali dallo stile di Ryu e Ken e con questo plasma un metodo tutto suo che lo rende al contempo simile ma totalmente diverso dagli altri Shoto.
I personaggi che hanno fatto ritorno in questo Street Fighter VI hanno tutti subito variazioni al loro stile di gioco. Ognuno possiede attacchi nuovi che alterano il gameplay che li ha sempre contraddistinti, e la mole di tecniche che Street Fighter VI mette a disposizione per ogni personaggio è così vasta che questi hanno integrati le V-Skill e V-Trigger di Street Fighter V.
Alcuni personaggi, come Marisa, rappresentano un ottima scelta per chi vuole il massimo risultato e il minimo sforzo mentre JP è l’antitesi di questo stile, poiché richiede molta pratica e attenzione ma lo stesso performa in maniera impeccabile se usato nel modo adatto. Il cast è quindi variegato, divertente, colorato ma soprattuto sembra perfettamente bilanciato, ma anche qui, sta al futuro rispondere.
Grafica: il RE Engine non delude
L’aspetto grafico di Street Fighter VI va valutato in due aspetti totalmente separati, il gioco tradizionale e il World Tour. Nel gioco normale, il RE Engine come sempre non delude. I personaggi sono tutti visivamente bellissimi, e le loro espressioni sono davvero credibili. Tutti pieni di dettagli come sudore e i segni della battaglia, che sono più evidenti man mano che si lotta. Tante piccole cose che rendono Street Fighter VI graficamente molto accattivante e bello da vedere.
Lo stesso non si può dire invece per la grafica del World Tour, che sfrutta un po’ la scusa di essere uno pseudo-open world e si presenta tecnicamente molto arretrato, soprattutto per quanto concerne i personaggi secondari e di sfondo.
Estetica: tra tradizione ed innovazione
Tutti i personaggi iconici della serie hanno subito un re-design, alcuni persino per la prima volta. Una scelta coraggiosa, poiché alterare il design di alcuni dei personaggi più iconici di tutto il panorama videoludico non è una decisione facile, ma Capcom ha azzardato ed è riuscita in pieno.
Ryu e Ken non sono mai stati così esteticamente ispirati, con un design che mischia tradizione e innovazione, che rispetta ciò che li ha sempre rappresentati ma unito a qualcosa che li rende nuovi. Le new entry sono anche loro pieni di carisma, con un estetica assolutamente da lottatore di picchiaduro che farebbe capire a chiunque che si trovano davanti a un personaggio di Street Fighter.
E poi le Super Art questa volta sono davvero degne del nome che portano, rappresentate con delle animazioni incredibili.
In conclusione
Street Fighter VI scende in strada con l'ambizione di portare il picchiaduro nelle case e renderlo, per la prima volta, davvero per tutti. Questo tramite novità interne e esterne al gameplay, come le diverse tipologie di comandi e una modalità interamente single player, che qualche difetto lo ha. Tante modalità di gioco che soddisfano gli scopi di tutti i giocatori e che garantiscono ore di divertimento. Il tutto affiancato da un gameplay veramente solido e che potenzialmente può diventare il nuovo standard del genere, trasportato da una componente online rocciosa.
Street Fighter VI è arrivato e vuole che tutti sappiano che è desideroso di farsi valere.
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Voto Game-Experience