Si è parlato e si parlerà a lungo di Stellar Blade, l’action coreano “patrocinato” da Sony e quindi, per ora, in esclusiva su Playstation 5, console su cui lo abbiamo completato e su cui ci ha rapidamente conquistato. L’opera prima del director Kim Hyung Tae è stata infatti l’ennesima vittima di un insensato pregiudizio basato sulla “femminilità” del suo personaggio principale. Che a quanto pare, secondo una frangia del pubblico, stavolta non era “troppo poco sexy” come accaduto per Horizon Forbidden West e il prossimo Fable, ma tutto l’opposto. Intendiamoci, il gioco non è esente da difetti, ma annoverare fra questi l’avvenenza della protagonista Eve è un’ingiustizia bella e buona.
“Personaggio sessista”, “ha un fisico irreale” (peccato che sia basato sullo scan 3D di una modella coreana), “non ci sarà sicuramente altro oltre a una bambolina su cui sbavare”, o “è un clone di questo o di quello” sono solo alcune delle frasi che sono state pronunciate quando di Stellar Blade non avevamo altro che pochi trailer e immagini promozionali.
Già una DEMO dopo tutto era cambiato e la reale identità ludica dell’ambizioso titolo cominciava a emergere con forza, zittendo molte di queste malelingue. Tuttavia, onestamente non ci aspettavamo che persino noi, privi di preconcetti sulla bellissima Eve e sinceramente incuriositi dalla produzione, saremmo comunque rimasti stupiti dalla profondità dell’esperienza completa. E invece eccoci qua. A parlarvi di un action rifinito, divertente e forse non “originale” in senso stretto. Ma di sicuro sentito e progettato con grande cura e ambizione. Ecco la nostra recensione di Stellar Blade.
Eve, Angelo della Battaglia
La protagonista Eve è una combattente dell’Unità Aerea. Un plotone di bellissime donne nate, cresciute e addestrate nello spazio presso la cosiddetta Sfera Madre, la gigantesca costruzione dove la razza umana ha trovato rifugio dopo una disastrosa guerra. L’unico scopo di Eve e delle sue compagne è scendere sulla Terra e bonificarla dalle entità mostruose che l’hanno apparentemente invasa proprio nel corso di quell’ultimo conflitto, eliminando tutte le creature chiamate Naityba (o NA), per riconquistarla.
Qualcosa va però immediatamente storto. La battaglia diventa un massacro a senso unico: gli abomini abbattono le navi dell’Unità Aerea e la giovane donna si trova sola con la sua mentore, che però viene presto uccisa da un Naytiba più forte degli altri, un Alfa. L’intervento di un umano sopravvissuto di nome Adam sottrae Eve da morte certa, ma non spegne in lei il desiderio di portare a termine la sua assegnazione e vendicare l’amica scomparsa. Adam rivela a Eve che non è solo sulla Terra. Altri umani si sono radunati e sopravvivono a stento in una città chiamata Xion. Come è possibile che la Sfera Madre abbia abbandonato delle anime innocenti? Cosa sono davvero i Naytiba e da dove sono spuntati fuori? Perché l’Unità Aerea è composta solo da supermodelle, da “angeli”, come vengono chiamate dagli sparuti esseri umani della superficie?
La trama è lunga il giusto (una ventina di ore se si va spediti) e ben strutturata, per quanto semplice e abbastanza prevedibile, salvo alcuni sviluppi interessanti che ovviamente non vi spoileriamo. Anche senza scomodare il più volte citato Nier e la sensuale Androide B, che evidentemente sono stati una fonte di ispirazione importantissima, le somiglianze tra Stellar Blade e Alita L’Angelo della Battaglia, per esempio, si fanno sempre più evidenti man mano che la storia avanza e si scoprono dettagli nascosti.
Lentamente si espande intorno a Eve un’interessantissima lore racchiusa in documenti e “memorie” dei cadaveri disseminati sulla superficie terrestre. Nella quale trovano spazio sia eventi macroscopici, per lo più obbligatori da scoprire e contenuti nella campagna principale, che diverse riflessioni esistenzialiste sulla condizione umana, o vicende di scala minore. Questi scritti e rivelazioni sono dedicate a chi si interesserà alle quest secondarie.
Non sempre ne varrà la pena. Tuttavia alcune sono davvero ben raccontate e costruite con dovizia di particolari. Non vi aspettate missioni strutturate come quelle della main line. Intendiamo che tra le storie minori ce ne sono alcune collegate fra loro, altre che hanno un seguito, persino certe che non sarà più possibile completare se si superano certi nodi importanti. Questo probabilmente perché ci sono finali multipli e bivi condizionati da come Eve agisce. Non vi riveleremo nient’altro: no spoiler!
Guardare, ma non toccare
Non vogliamo discutere delle ragioni per cui riteniamo che non sia una colpa aver proposto una protagonista come Eve. Dovrebbe bastare il sacrosanto diritto degli autori di scegliere il teatro, la scenografia, gli attori e la sceneggiatura come meglio credono. Parimenti però, non desideriamo nemmeno imporre una visione nè in un verso nè nell’altro. Stellar Blade vi consente di personalizzare il vostro “Angelo della Battaglia” in molti modi, a volte facendo leva su stereotipi estetici che non devono obbligatoriamente far piacere. Che, è ovvio, hanno come finalità il compiacere un pubblico prettamente maschile. Il punto è che conoscendo meglio Eve ci si accorge presto che la sua parziale o totale nudità, le sue forme prorompenti non sono il centro costante dell’esperienza. Anzi, a volte sono quasi “anticlimatiche”. Contrastanti con la crudezza dei temi trattati e del mondo di gioco.
Se Eve per voi è “offensiva” o “antifemminista” a causa del suo aspetto, dovreste perciò prima giocare Stellar Blade e comprendere il reale peso della sua avvenenza nell’economia di gioco. La donna sembra quasi non essere conscia del suo potere erotico, così come tutti coloro che hanno a che fare con lei e non ci stupisce. Infatti, nel mondo di Stellar Blade l’umanità ha raggiunto un nuovo stadio dell’evoluzione e “la carne” propriamente detta non è più parte dell’equazione. A ben pensarci, è quasi un invito degli sviluppatori a “normalizzare” la femminilità, ma forse stiamo andando troppo oltre.
Quanto ai giocatori, difatti, è più probabile che gli sviluppatori conoscano bene il potere che Eve ha su di loro e abbiano progettato la protagonista tenendolo a mente. A questo servono gli abiti con cui possiamo vestirla o svestirla. Tutti diversi in apparenza, dettagliatissimi, ciascuno pensato per esaltare un aspetto fisico della combattente. E’ un piacere trovare in giro i modelli per “cucirli” con i materiali racimolati nelle ambientazioni. Ci sono gonne succinte e maglioncini, vestiti con lo spacco e tute aderenti di ogni forma e colore. Sono però solo “skin”, più che armature o dispositivi di protezione. Infatti, hanno potenzialità ludiche limitate e identiche fra loro. Cioè aggiungere un fragile scudo che ripara da pochi colpi nemici prima di svanire.
Volendo è persino possibile lasciare la protagonista sguarnita di questo scudo, levandole di dosso ogni centimetro di stoffa. Proprio come nelle immagini che avevano fatto scalpore sotto forma di leak, ritraendo Eve praticamente nuda. Comunque, i vestiti sono sopravvalutati, ma mai come le differenti capigliature, gli occhiali e gli orecchini per Eve. O le skin per il robottino che ci accompagna mentre esploriamo, quello guidato da Adam, o gli abiti per Adam stesso. Questi oggetti sono davvero solo “contenuti fashion” non sono nemmeno così numerosi in assoluto. Tuttavia, è la qualità ad aver avuto la meglio sulla quantità: meglio pochi accessori buoni e belli, insomma, che tanti troppo simili e poco definiti.
Tecnica e grafica ineccepibili
Eve non è la sola capace di rubare sguardi indiscreti in Stellar Blade. I modelli degli avversari dai più piccoli e fragili, ai mastodontici Alfa e vie di mezzo (quelli che potremmo definire mid-boss quindi) sono dettagliati e ben animati dalla testa ai piedi. Peccato solo che da un certo punto in poi la varietà tenda a scarseggiare e si inizino a riciclare gli asset per gli avversari, compresi i Boss. Le ambientazioni sono tutte ben caratterizzate e diverse. Ciascuna con una forte identità visiva, tematica e ludica, ma anche loro non sono esenti dal riciclo di arredi e modelli. E’ tuttavia un piccolo prezzo da pagare sugli altari di un comparto tecnico, grafico e artistico del gioco coreano praticamente inattaccabili ovunque si guardi.
L’azione è fluida anche nei momenti concitati e nei luoghi più affollati, l’illuminazione è eccezionale e la pulizia di modelli e texture è da manuale. Sia nei luoghi dal level design più claustrofobico, i corridoi disastrati con nemici pronti a balzarti addosso all’improvviso, che negli spazi aperti da esplorare in lungo, largo, alto e basso. Infatti, in Stellar Blade sono presenti ben due aree a campo aperto, due “open map” che racchiudono vari segreti, missioni secondarie, Boss fight alternative e lore, ma sono molto meno incisive e caratterizzanti delle location “guidate”.
Entrambe hanno punti di forza e debolezza. Nelle zone open map, per esempio, il panorama è più accattivante e ampio, altimetricamente molto vario e stimolante da scoprire. Viene voglia di raggiungere “quel punto laggiù” incuriositi da una struttura diversa o da una repentina discesa, sapendo che più o meno sempre la curiosità sarà ripagata con una cassa da aprire o una battaglia interessante.
Queste aree sono dunque delle zone che vale la pena setacciare per allenarsi, farmare materiali con cui craftare oggetti e abiti, o racimolare punti esperienza e impratichirsi con il combattimento o i movimenti di Eve. Invece, le mappe che si vivono seguendo una sorta di percorso predeterminato, più da action, che si snodano linearmente fino a raggiungere il Boss di fine zona e proseguono la trama di cutscene in cutscene, sono più compatte e meno ariose, ma anche caratterizzate meglio e basate su un concept specifico, una meccanica o un’idea.
Ci viene in mente su tutti un “dungeon” particolare. Uno nel quale Eve viene momentaneamente privata della sua fedele spada e può contare solo sui proiettili del robottino di Adam. Questa istanza è esplorabile subito dopo aver sbloccato la pistola-drone, quasi a voler fare da tutorial per essa. In realtà è molto di più. E’ una location che strizza l’occhio a Resident Evil e all’horror in generale. Un laboratorio buio con Naytiba ancor più spaventosi e orribili degli altri, che spuntano fuori con un ben piazzato jumpscare cadendo dal soffitto. A volte sfondando una parete, o ancora abbattendo una porta. Anche gli altri “livelli” hanno una peculiarità ciascuno che li rende unici. Tuttavia questo è di certo il più particolare, una sorpresa divertente.
Tecnicamente, infine, la modalità HDR è fenomenale e non abbiamo notato glitch grafici, incertezze e persino le compenetrazioni tra modelli sono ridotte all’osso. Nella maggioranza delle situazioni e delle location l’angelo si muove fluidamente su qualunque superficie e oltre ogni ostacolo. Solo qualche “impatto” e hitbox qua e là avrebbe giovato di una limatura più approfondita. Non accade spesso, ma lo si nota soprattutto nelle sezioni platform. Che, infatti, sono i momenti ludici meno rifiniti di tutta l’esperienza. Le arene e gli spazi dove si combatte sono infatti generalmente modellate meglio. Solo mentre volteggia tra pali sospesi, o si arrampica qua e là “zompando” tra pali e spuntoni di roccia Eve può saltuariamente a incastrarsi su un bordo a strapiombo. O sull’angolo di un muro o contro il cofano di una macchina.
Riflessi pronti (mani sul pad!)
Posto quindi che l’esplorazione non è un elemento di gameplay da sottovalutare, Stellar Blade ed Eve danno comunque il meglio durante i combattimenti: l’anima pulsante della produzione coreana. Inizialmente, dai trailer sembrava che l’approccio fosse più vicino allo stylish action di Bayonetta & Co., salvo poi scoprire che in realtà si ispira molto di più al mondo SoulsLike e, più nello specifico, a Sekiro: Shadows Die Twice.
Del resto la distribuzione degli avversari nella mappa, i loro movimenti e ritmi, l’importanza del parry, della schivata e dell’utilizzo oculato delle abilità speciali della protagonista parlano chiaro. Più che memorizzare ed eseguire combo complesse e scenografiche, è fondamentale avere buoni riflessi e dita veloci. Sapere quando attaccare e quando fermarsi, studiare i moveset prima di gettarsi furiosamente nella mischia. E questo sia contro i Boss che contro i nemici base, comunque in grado di mandarci al tappeto con 2 o 3 affondi. La difficoltà di grado maggiore si sblocca solo una volta completato il gioco una volta. E’ obiettivamente parecchio più provante di quella standard, che comunque non è una passeggiata di salute. Chi è abituato alla sfida tipica di From Software non dovrebbe avere problemi nè con l’una nè con l’altra. Però, si divertirà di più con il livello massimo.
Comunque, Eve non rinuncia alla spettacolarità e alle coreografie. Nè all’effettistica pirotecnica tipica degli action puri. Tra una piroetta e una spaccata mette in risalto le sue più volte citate forme con naturalezza, senza ostentazione. Le combo base con la spada sono già parecchio ben animate, ma le più interessanti in tal senso sono le abilità “esplosive” e “tachioniche”. Con le loro animazioni movimentate e “rivelatrici” (ma anche viscerali e violente) servono proprio a rendere più emozionanti gli incontri. Oltre che ad approfondire la tecnicità del gameplay di combattimento gradualmente, man mano che otteniamo nuove opzioni. Sia avanzando nella trama, che sbloccandole negli alberi delle abilità dedicati.
L’esperienza accumulata da Eve si usa solo così, per aprire i nodi degli skill tree delle mosse speciali. Si possono anche migliorare gli HP e altri parametri sfruttando i nuclei riesumati dai corpi degli altri angeli caduti, nascosti nelle ambientazioni. Comunque, la progressione della protagonista è basata molto di più sugli upgrade alle skill. Il cui utilizzo svuota barre apposite e può cambiare notevolmente l’andamento di una lotta. Allo stesso tempo non si può assolutamente contare unicamente su di loro. Padroneggiare la schivata perfetta e soprattutto la risposta, il parry, è decisamente più importante.
Conta molto meno (ma non zero) di quanto pensassimo anche “setuppare” adeguatamente Eve riempiendo gli slot equipaggiamento con modifiche alla sua spina dorsale robotica o all’arma. Ci sono opzioni dedicate all’aumento della statistica difesa. Altre alla velocità o ai danni inferti. Vi consigliamo di visitare il menù di tanto in tanto per esaminare eventuali nuovi attrezzi rinvenuti. E, soprattutto, di livellare sempre al massimo gli oggetti che installate su Eve. Lo si fa tramite il computer apposito sito nei checkpoint che incontrerete girovagando. Ricordatevi anche di riempire di munizioni il vostro drone negli store. Più si avanza nel gioco più si scopre l’importanza di un approccio variegato alle battaglie. Un approccio che sfrutta ogni opzione offensiva disponibile a seconda della situazione. Oltre che utile per sopravvivere, vi assicuriamo che sarà anche estremamente soddisfacente.
La recensione in breve
Eve ci ha fatti innamorare e Stellar Blade ci ha sorpresi con un equilibrio e un’attenzione al dettaglio notevoli. Non lasciatevi abbagliare dall’innegabile bellezza della protagonista, dai suoi abiti succinti e dal suo corpo mozzafiato animato muscolo per muscolo: citando una nota canzone degli anni 90 “oltre alle gambe c’è di più”. C’è un sistema di combattimento in stile Sekiro tecnico e soddisfacente, ambientazioni ben costruite sia esteticamente che sotto la lente del design e una trama forse non troppo originale, ma dai ritmi ponderati e con uno svolgimento intrattenente dall’inizio alla fine, per di più interamente localizzata e doppiata in italiano. In compenso, non è per forza un difetto, Stellar Blade non propone nulla di davvero nuovo e le imperfezioni “da opera prima” ci sono e pure evidenti. Tuttavia non ledono la godibilità complessiva di un action che speriamo di rivedere ancora, migliorato e approfondito con l’esperienza di questo primo capitolo.
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Voto Game-Experience