Sin dal giorno del suo reveal, l’oramai remoto 15 Luglio 2021, Steam Deck è diventata immediatamente l’oggetto del desiderio di ogni gamer che, in barba ai voti fatti dopo la release di CyberPunk 2077 riguardo il non prenotare più a scatola chiusa qualcosa di cui non si sapesse vita-morte e miracoli, ha provveduto a devolvere i suoi quattro euro per assicurarsi la prelazione nella distribuzione della nuova handheld made by Gaben. Io, invece, resistendo stoicamente a qualsivoglia tentazione ho evitato di foraggiare questo mercato fatto di ipotesi, incognite e promesse non rispettate….per le prime 12 ore, intendo.
Il 16 Luglio, casualmente il giorno del mio compleanno, ho provveduto, infatti, a devolvere il mio obolo al summo Gabe, mettendomi silenziosamente in fila per ottenere, a tempo debito quanto spettantemi e farmi, dunque, un lussuosissimo auto-regalo a posteriori. Una ventina di giorni fa, dal nulla, mi son visto arrivare la tanto agognata mail di finalizzazione acquisto e, dopo aver effettuato il saldo (ennesima pugnalata a finanze già depauperate da decenni di gaming attivo…) ho atteso la consegna, avvenuta una decina di giorni dopo.
Partiamo dunque ad esaminare i vari aspetti di quella che dovrebbe essere, stando al martellante advertising messo in atto da Steam & Co., la rivoluzione del gaming.
La rivoluzione del gaming
Packaging
L’unboxing di Steam Deck ci consegna la console imballata, a prova di bomba, in un pacco di cartone rigido contenente, in due scomparti separati, da una parte il caricabatterie USB C proprietario e dall’altra la console vera e propria, inserita all’interno di una custodia semirigida: scelta ottima al fine di minimizzare le possibilità di danneggiamento durante la spedizione e, comunque, inusuale in un mondo in cui, quello della tecnologia, sovente assistiamo alla vendita del dispositivo nudo e crudo senza alimentatore od orpelli di sorta (iPhone anyone?).
L’apertura della custodia rigida, debitamente sigillata, ci mostra la console adagiata in una custodia sagomata sulle forme della stessa, in modo da ridurre i possibili movimenti ed ammortizzare eventuali, non auspicabili, urti. La dotazione di base comprende una pezza brandizzata Steam Deck, per la pulizia del vetro antiriflesso, e una custodia per inserire eventuali auricolari (non forniti in bundle).
Handling
Passiamo ora ad esaminare la console vera e propria. Il principale dubbio derivante dalla visione dei render e degli hands on virtuali, inerente la eccessiva dimensione di steam deck (e conseguente difficoltà di maneggevolezza della stessa) viene fugato, nel migliore dei modi, dopo pochi secondi. Sia chiaro: le dimensioni di Steam Deck sono importanti (298x117x49 millimetri, per un peso di quasi 700 grammi) ma, per via di una progettazione mirata all’ergonomia, l’utilizzo della stessa, al netto di un innegabile ingombro, non comporta problematiche di sorta, a patto di avere mani di dimensioni medio-grandi. Da questa scelta dimensionale specifica, deriva una targetizzazione mirata al soddisfacimento di un mercato high-end e di età media, mirando ad una fascia di utenti differente (più ristretta) da quella di Nintendo Switch.
La disposizione degli stick analogici, disposti simmetricamente alle due estremità laterali della console, ricorda (seppur con le dovute differenze) quella visibile sul pad di Xbox Series X|S: parimenti i pulsanti, situati a destra dello stick destro, presentano la medesima configurazione della sopraccitata periferica Microsoft, ponendosi in una idea di continuità con un ecosistema PC di cui, giocoforza, l’azienda di Redmond è diventata interprete principale da qualche anno a questa parte. Stona, invece, la presenza della croce direzionale a sinistra dello stick sinistro, decisamente poco pratica ma, invero, poco utilizzata nell’economia di gioco standard, indirizzata alla fruizione mediante doppio analogico e tasti.
La disposizione dei dorsali (e dei tasti posteriori) rimanda, nuovamente, a quanto visto nell’elite pad di Microsoft, risultando dunque familiare e di immediata fruizione: problematica la gestione dei tasti posteriori che causano, spesso e volentieri, pressioni involontarie per via della (forzata) disposizione sul punto di tenuta della console.
L’assortimento frontale si esaurisce con la presenza di due trackpad contrastivi, sulla scia di quelli presenti sui pad di Steam OS, utili soprattutto nella modalità shell linux, a meno di avere il dispositivo di dock, grazie al quale connettere tastiera e mouse alla Steam Deck.
Qualità costruttiva
Riguardo la qualità costruttiva, Valve con Steam Deck ha voluto mostrare i muscoli, fornendo all’utenza una macchina (nel mio caso la versione high-end con schermo antiriflesso) massiccia che da l’idea di essere abbastanza resistente, quanto per scelta dei materiali quanto per qualità dell’assemblaggio degli stessi.
Unico dubbio, che andrà verificato con il tempo, è la tenuta degli stick analogici, tanto a resistenza della copertura atta a proteggerli, quanto per (speriamo non avvenga) presenza di drifting o di eventuali cedimenti dovuti all’uso eccessivo.
Il verdetto riguardo questo aspetto, al netto di una prima impressione molto positiva, va dunque rimandato a data da destinarsi.
Sistema operativo
Sotto il cofano di Steam Deck pulsa lo SteamOS 3.0, una versione pesantemente modificata di Arch Linux, programmata e rifinita al fine di impiegare la minor quantità possibile di risorse hardware e lasciare tutta (o quasi) la potenza di Steam Deck a disposizione per i giochi. Essendo basata su architettura Linux, la shell di sistema SteamOS, completamente modulare, utilizza il modulo Proton per permettere l’esecuzione dei giochi (e di eventuali applicativi di terze parti). Essendo Steam OS 3.0 (giunto, al momento di questa recensione alla release 3.2 su canale beta) un OS completamente sperimentale, per quel che riguarda la tenuta e resa specifica dei giochi, scordiamoci, almeno per il momento, di avere la libreria steam compatibile al 100% o, comunque, ottimizzata a dovere.
Tenendo fede alla sua natura sperimentale, sarà inoltre possibile, per i più smanettoni scegliere, facendo riferimento a pagine web che già ora, a poche settimane dall’uscita di steam deck presentano statistiche di funzionamento belle pingui e funzionali, la release di proton (stabile o nightly che si voglia) da implementare come modulo di avviamento/gestione dei giochi, al fine di massimizzare le prestazioni/stabilità dei singoli prodotti con steam deck.
In definitiva, allo stato attuale, SteamOS 3.0 è ancora in uno stato embrionale: acerbo ma non da buttare e, come per la qualità costruttiva, toccherà verificare con mano, da qui ad un anno, i passi che saranno stati fatti tanto in tema di stabilità, quanto riguardo prestazioni e supporto esteso della libreria steam.
Interfaccia utente
Steam Deck è, come avrete capito, una macchina destinata tanto ai novizi quanto (e soprattutto) agli smanettoni, per via di una serie di features (ma anche di limiti dovuti ad una gestazione dell’os tutt’ora in corso…) che permettono di espandere, e non di poco, l’esperienza di utilizzo globale. Immaginiamola come una macchina a più livelli, ciascuno con un coefficiente di accessibilità maggiore: mano a mano che si scende di livello, è possibile interagire più profondamente (aumentando anche la difficoltà di accesso, tbh), con l’ambiente di sistema. Il primo livello, sotteso ad una GUI elementare, modellata sull’interfaccia grafica dello steam store, ci permette di utilizzare in modo canonico la steam deck, navigando la nostra libreria ed installando e giocando ai titoli in essa contenuti (previa verifica del livello di compatibilità del titolo in oggetto).
Sarà possibile poi accedere, mediante la pressione del tasto di spegnimento, alla modalità desktop, sempre sotteso ad una GUI abbastanza chiara ma, comunque, aprendo a tutti gli effetti le possibilità di uso della distro Arch Linux in uso. Potremo dunque compiere manualmente, sempre in modo abbastanza semplice, tutte le operazioni possibili nel precedente livello, avendo però a disposizione una serie di tool diagnostici e di sviluppo che permetteranno ai più skillati di effettuare operazioni suppletive ed installare, ad esempio, software in bundle con la console ma nascosto dalla modalità Gui standard (emulatori, browser aggiuntivi) o di navigare per siti e installare eseguibili certificati (o meno) per l’utilizzo con Steam Deck.
Attivare inoltre, contestualmente a questo livello di accesso, la modalità sviluppatore, ci permetterà di andare ancora più “in profondità”: nemmeno a dirlo, toccherà fare attenzione a ciò che si fa, onde evitare problemi di stabilità della steam deck di grave entità.
Gaming
Veniamo dunque al punto più importante della fiera, punto che, vi preannuncio, non sarà di facile gestione e, soprattuto, dall’esito non così scontato.
Questo perché, a dispetto di una campagna pubblicitaria roboante che vede, nella possibilità di giocare tutto il proprio parco titoli steam sulla Steam Deck il suo punto di forza principale, la realtà è abbastanza lontana da quanto annunciato, pur con i distinguo del caso.
Iniziamo con il dire che i giochi vengono classificati in “completamente compatibili”, “parzialmente compatibili”, “non compatibili” e “non ancora testati” per Steam Deck. Va da se che, essendo una console ancora in un palese stato di early access (nonostante la release ufficiale, tanto è…) non ci saremmo attesi, di sicuro, una compatibilità al 100% ma, per lo meno, una stabilità sostenuta almeno con i titoli completamente supportati. Passiamo dunque in rassegna queste quattro classificazioni, provando ad evidenziare luci e (molte, troppe) ombre della neonata console handheld di Zio Gabe.
Prodotti “VERIFICATI” per Steam Deck
Tra i giochi verificati per Steam Deck figurano vere e proprie produzioni AAA come Death Stranding, Deathloop, God of War, Elden Ring, Valheim: prodotti capaci insomma, di dare lustro alla Steam Deck se completamente compatibili.
Le prove da me effettuate, mediante Death Stranding, Deathloop e God of War, hanno fornito risultati si incoraggianti ma, ahimè, ben lontani da quella perfezione che tutti ci aspetteremmo, trovandoci nell’ambito dei giochi “Steam Deck Certified”, ma procediamo per ordine. Tutti e tre i titoli sopra menzionati sono perfettamente giocabili, senza rallentamenti di sorta (a patto di smanettare un filo con le opzioni grafiche dalla shell di Steam Deck) portando però in due casi su tre, con l’esclusione di Death Stranding, ad un fenomeno di surriscaldamento bello marcato, già dopo una decina di minuti di gioco, con conseguente azionamento delle ventole “a cannone”, segno di una carente ottimizzazione nel caso di utilizzo di prodotti ludici dalle richieste hardware esose. E, debbo essere onesto, la permanenza di questo fenomeno di surriscaldamento, per quanto contenuto a temperatura standard (la console non arriva mai ad “ebollizione”) non mi fa dormire sonni tranquilli, spingendomi ad evitare tout-court queste wannabe Killer-app (pun-intended).
A parziale “risoluzione” di questo problema, va detto che, rimanendo in ambito domestico è possibile eseguire tutte i sopraccitati titoli in streaming, con risultati alterni a seconda del prodotto utilizzato: insomma… una situazione non propriamente rosea, almeno allo stato attuale delle cose.
Prodotti “GIOCABILI”
In questo limbo rientra una quantità immane di giochi, presenti nel catalogo steam: va da se che risulti impossibile fornire un giudizio onnicomprensivo ma proverò a dare riscontro, mediante prove effettuate su giochi di diverse “ere storiche” della mia esperienza a riguardo.
Anche in questo caso, le prove, da me effettuate testando Final Fantasy X/X2, Tales of Zestiria, Fallout 4, Skyrim, Divinity Original Sin II, Deus Ex: Mankind Divided e Assassin’s Creed: Rogue, hanno dato risultati altalenanti ma, paradossalmente, più continui e convincenti di quelli dei giochi “Steam Deck Certified”.
Nessuno di questi titoli ha causato, contrariamente a quanto visto in precedenza, il surriscaldamento della console: va da se che si stia giocando a titoli più “vetusti” e meno affamati di risorse hardware ma, visto il terreno di gioco, nulla va dato per scontato.
Le prestazioni oscillando drasticamente da titolo a titolo: FF X/X2 non soffre di scatti di sorta, riuscendo a fornire una esperienza di gioco gradevole, con qualche glitch grafico, ma nulla di realmente invalidante. Medesi ma situazione per Tales of Zestiria e Divinity: Original Sin 2 mentre, per i giochi Bethesda, si assiste a più di qualche rallentamento e ad una instabilità più marcata.
Per giocare ad Assassin’s Creed: Rogue (e ad altri titoli della saga) ho dovuto installare manualmente il launcher ubisoft dalla modalità desktop, per effettuare in modo manuale l’autenticazione ed abilitare, dunque, la mia Steam Deck ad utilizzare il titolo Ubisoft, procedura abbastanza macchinosa, che non mi sarei aspettato, parlando di titoli AAA con una fanbase incredibile, pronta a vendere anche l’anima per giocare in portabilità ai titoli del credo.
Prodotti “Non supportati/Non ancora testati”
In questa categoria rientrano un numero esagerato di titoli, ad ora non certificati o non ancora testati, del catalogo Steam. Sul sito ufficiale di Steam Deck è disponibile un autenticatore che permette di analizzare la propria libreria ed è svilente vedere quanto almeno la metà dei titoli da me posseduti sia finita in questo limbo carico di ignavia ed insoddisfazione. Anche un titolo recentissimo quale ELEX II è stato inserito, insieme a Metro Exodus, No More Heroes, Killer is Dead, Dark Souls e Tales of Berseria (per citarne solo alcuni), in questa lista.
Ho voluto comunque provare ad installare sulla mia Steam Deck tanto Metro Exodus quanto Elex II, trovandomi davanti a risultati diametralmente opposti, che vedono l’ultimo capitolo della serie Metro completamente ingiocabile ed instabile ed, inaspettatamente, Elex II come titolo tutto sommato godibile, al netto di qualche inspiegabile calo di frame rate.
La recensione in breve
Steam Deck è un prodotto che alterna luci ed ombre, non equamente suddivise, vivendo di esasperazioni, dall’una e dall’altra parte. Una qualità costruttiva innegabile, unita ad uno schermo antiriflesso godibile e visualizzabile anche ad angolazioni più che off-limits ci regala una handheld da sogno che potrà rappresentare, se debitamente supportata ed ottimizzata, un sogno per tutti i pc gamer. Si, perché, ad ora, è inutile negarlo, pur con tutta la fascinazione e l’hype che la circonda, Steam Deck è una console work in progress, in fase di test tecnico avanzato, con molte peculiarità espresse ma che riesce, per via di una insensata (ed incompleta) ottimizzazione a lasciare più dubbi che certezze. Di sicuro è e rimarrà l’oggetto del desiderio di tutti gli smanettoni e una console fondamentale anche in ambito di emulazione (ma, a questo punto, spendendo 1/5 del retail price di Steam Deck, ci sono soluzioni molto più economiche e funzionali), ma non è quello l’ambito di azione ed interazione di Steam Deck da cui è logico e dovuto aspettarsi di più, tanto in ambito di perfezionamento, quanto in ambito prestazionale. Ad ora,Steam Deck, con il suo OS proprietario è un cantiere aperto, che lascia intravedere grandi potenzialità, purtroppo inespresse e con difetti troppo marchiani per essere ignorati: Steam Deck è un sogno interrotto sul più bello, di cui attendiamo di vedere la fine, fiduciosi che i tanti problemi di gioventù vengano risolti e ci venga, finalmente, consegnata una macchina degna del suo blasone e dell’hype che la circonda.
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Voto Game-Experience