La nostalgia sa essere davvero canaglia e gli amanti degli FPS della vecchia scuola lo sanno fin troppo bene. La nuova linfa vitale data ai Boomer Shooter negli ultimi anni ha permesso a titoli del passato, ormai definiti “abandonware” di ritornare sotto la luce dei riflettori. In un’era in cui i remake sono praticamente all’ordine del giorno, interventi mirati e attenti sono doverosi e addirittura ricercati dai fan. La soluzione? Ormai è, quasi sempre, firmata Nightdive Studios, anche nel caso di Star Wars: Dark Forces Remaster.
Nella recensione del remake di System Shock abbiamo già discusso sulle innegabili abilità dello studio americano di riproporre i capisaldi degli FPS – dal capolavoro di Warren Spector ai Turok e Quake 1 e 2 – al pubblico globale facendoli risorgere con una forma smagliante. Dopo la rimasterizzazione di Turok 3: Shadow of Oblivion, dunque, è toccato proprio al progetto marchiato LucasArts, disponibile dopo 29 anni con abiti nuovi di zecca, anche in 4K. Ecco a voi la recensione di Star Wars: Dark Forces Remaster.
Nightdive Studios colpisce ancora
La specializzazione dello studio di Vancouver è evidente sin dalle prime battute. Chi ha provato con mano il classico del 1995 noterà immediatamente l’intervento curato, cauto e rispettoso da parte del team, a partire proprio dai filmati ridisegnati appositamente per risplendere anche a risoluzioni elevate. La nostra prova su più piattaforme lo ha confermato agilmente: che si tratti del sempreverde 1080p, del 2K ultrawide o del piccolo pannello di Steam Deck OLED – sul quale il gioco è del tutto compatibile -, la qualità delle cutscene tra una missione e l’altra è ottima.
Le texture in toto mantengono i connotati del 1995 pur apparendo moderne, limpide nella loro età. È tutto merito del KEX Engine proprietario, grazie al quale Star Wars: Dark Forces Remaster ringiovanisce tra texture ad alta risoluzione, illuminazione e rendering migliorati, e il supporto per i gamepad. Dopo tutti questi anni si tratta di un meraviglioso tributo a un titolo che ai tempi conquistò i fan di Guerre Stellari e non solo.
Il progetto originale alzò il livello degli FPS offrendo ai giocatori molta più libertà nei movimenti e nell’interattività con livelli labirintici, ricchi di richiami ai film nelle ambientazioni astratte e futuristiche. Il gioco di LucasArts, approdato prima su PC MS-DOS e poi su PlayStation, godeva di alcuni vantaggi grazie all’uso del Jedi Engine, derivato dal Doom Engine e modificato affinché si potesse guardare verso l’alto e verso il basso, ma anche di sfruttare maggiormente la verticalità con mappe difficili da navigare, dedali da esplorare con estremo piacere.
Il gameplay di Star Wars: Dark Forces Remaster resta vecchio (e si sente)
Ai giorni nostri questa opera potrebbe risultare mal invecchiata o facile da criticare, specialmente per chi ha vissuto solo l’era moderna degli sparatutto in prima persona. Il gameplay appartiene al passato, con boss fin troppo facili da affrontare e una scorrevolezza forse eccessiva, al netto di alcune missioni il cui design provoca pressoché immediatamente sensazioni di smarrimento.
Abbattere Star Wars: Dark Forces Remaster armandosi di un paragone con il presente, tuttavia, è poco rispettoso. Si tratta comunque di un FPS godibile che fa gioire gli amanti del franchise facendogli vestire i panni di Kyle Katarn, disertore dell’Impero Galattico assoldato dall’Alleanza Ribelle per infiltrarsi nell’Impero Galattico e distruggere il progetto Dark Trooper – da cui Dark Forces.
Una storia che porta il giocatore a rubare i piani della Morte Nera, affrontare i sicari di Jabba the Hutt, incontrare nientedimeno che Boba Fett. Tra ondate di nemici, puzzle tutt’oggi piacevoli da risolvere, e la frenesia che solo uno sparatutto della vecchia scuola sa offrire, Star Wars: Dark Forces non può non essere definito un gioiello. Con i suoi difetti, magari, ma che lascia un sorriso stampato sul volto.
Grafica ringiovanita perfettamente
La rimasterizzazione alimenta la gioia che scaturisce dal giocare questo clone di DOOM. Nightdive Studios, oltre ai filmati rifatti egregiamente, ha migliorato sensibilmente i controlli con mouse e tastiera, aggiunto il supporto ai controller e introdotto funzioni di accessibilità per rendere il gioco più approcciabile. L’esperienza classica a oggi resta molto difficile da provare comodamente su sistemi moderni. Pertanto, è chiaro che questo intervento fosse un must, non solo al fine di applicare nuovo smalto a texture, modelli delle armi, sprite dei nemici e illuminazione, ma anche – e soprattutto – al fine di renderlo effettivamente giocabile su piattaforme odierne.
Star Wars: Dark Forces Remaster include infine una sezione meravigliosa chiamata Caveau, tramite la quale è possibile osservare fotografie, disegni e screenshot del progetto originale, prima che le animazioni 3D e gli sprite assumessero la loro forma finale. Il ringiovanimento firmato Nightdive Studios diventa quindi sinonimo di celebrazione, chiaramente riuscito nel rispetto e nei limiti dell’opera prima. Rivederla così dopo 29 anni, dobbiamo ammetterlo, è sensazionale.
Interventi necessari, non solo per nostalgici
Ormai il modus operandi dello studio oltreoceano è evidente ed è ciò di cui l’industria aveva bisogno. Dai primi interventi visti con System Shock Enhanced Edition e Turok ne è passato di tempo. Più recentemente abbiamo potuto gustarci DOOM 64, Quake e Quake 2 nelle loro versioni migliorate, proprio grazie a loro. I più giovani hanno potuto conoscere Blade Runner e Rise of the Triad rispettivamente nelle edizioni Enhanced e Ludicrous.
Con molti più alti che bassi, Nightdive Studios continua a farci riscoprire il passato e ce lo fa amare. Non c’è dubbio alcuno: non si tratta soltanto di doni fatti a una nicchia di aficionados, bensì di un lavoro di preservazione che serve davvero, anche per consentire alle nuove leve di apprezzare di più la storia dei videogiochi. Dopo Star Wars: Dark Forces Remaster magari sarà la volta di Jedi Knight: Dark Forces II. Prima ancora, però, c’è un SiN: Reloaded che aspetta di approdare negli store. E non vediamo già l’ora.
Versione testata: PC
La recensione in breve
Ancora una volta Nightdive Studios si conferma il punto di riferimento e la realtà a cui fare affidamento quando si parla di rimasterizzazioni. La realtà di Vancouver continua a salvare quello che altrimenti resterebbe abandonware, portando gemme come Star Wars: Dark Forces Remaster sul mercato per la felicità dei nostalgici. Il modo in cui intervengono sui grandi classici resta eccellente, portandoli su piattaforme moderne e rendendoli facilmente giocabili. Lo sparatutto con Kyle Katarn forse non sarà invecchiato nel migliore dei modi; tuttavia, resta una gioia pad (o tastiera e mouse) alla mano.
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Voto Game-eXperience