Da un’epoca videoludica lontana lontana, giungono tra noi due grandi classici, che hanno portato lustro al già enorme ed infinito successo di un franchise intramontabile. Parliamo di STAR WARS: Battlefront Classic Collection, una riedizione rimessa a lucido che ci fa tornare indietro di qualche annetto, precisamente 20 anni. Aspyr, tenta di riportare in auge questi due grandi classici, ma non riesce nel suo nobile intento. I troppi problemi che hanno investito il lancio del gioco hanno reso questa esperienza non in linea con le aspettative di chi, magari, lo attendeva con molta ansia. E si sa, quando le aspettative vengono tradite non è mai una cosa buona. E le nostre? La risposta la troverete nella nostra recensione di STAR WARS: Battlefront Classic Collection.
C’erano una volta i videogiochi di Star Wars
Restare impassibili di fronte alla intramontabile intro di John Williams è impossibile. Quante volte l’abbiamo ascoltata, in ogni dove (ne abbiamo perso oggettivamente il conto), dal cinema alle suonerie per cellulari, e anche quando giunge in formato videoludico quel brivido percorre – da nord a sud – la nostra schiena. Aspyr riesuma, dunque, i due capitoli di STAR WARS: Battlefront made in Pandemic, con l’intento di restaurare l’opera “originale”. Una precisazione resa necessaria dalla presenza degli STAR WARS: Battlefront editi da EA e DICE del 2015 e 2017, e che già avevano interpretato e rinnovato i due capitoli originali (in ottica estensiva, giusto per precisare).
Tornando a noi, il salto che dobbiamo fare – tra ricordi e impulsi nostalgici – è di circa 20 anni, quando tra cinema e videogiochi vi era una sorta di “continuity” (più o meno forzata). Il primo Battlefront, infatti, usciva lo stesso giorno in cui veniva pubblicata la prima trilogia cinematografica in formato DVD, a conferma di quanto pocanzi affermato. Nel primo capitolo, manco a farci apposta, rivivremo le grandi battaglie dei 3 grandi colossal, inframezzate da celebri spezzoni presi direttamente dalle pellicole.
Sebbene la scelta, nel primo capitolo, fu quella di non uscire troppo dai binari narrativi “originali”, nel secondo capitolo si vive, invece, un’avventura inedita ambientata dopo le vicende della guerre dei cloni. Nei panni di un soldato della Legione 501, alle dirette dipendenze dello spietato cancelliere Palpatine, ci troviamo ad affrontare numerose ed epiche battaglie tra cui quelle sulle spiagge di Kashyyyk e nelle glaciali rovine di Mygeeto, oltre ad assistere agli esiti dell’esecuzione dell’Ordine 66. Un viaggio tra il dovere di soldato e gli scrupoli di morali di chi indossa la divisa.
Sul fronte modalità, al netto delle problematiche invalidanti lato multigiocatore (su cui ritorneremo a breve), entrambi i capitoli prevedono 3 modalità di gioco. La prima è la classica Campagna in cui rivivere la storia così come brevemente anticipata prima in formato missioni ed incarichi da svolgere; la seconda, che prende il nome di Azione Immediata, consente di effettuare, dopo aver individuato uno scenario, una partita veloce in singolo o in split screen (sempre con incarichi e missioni da svolgere e con la possibilità di impostare una playlist di battaglie); l’ultima è Conquista Galattica, il vero fiore all’occhiello di questi STAR WARS: Battlefront, dove due schieramenti si vanno a contendere i pianeti di una galassia (con scontri a terra e sullo spazio).
Tra nostalgia e (dure) verità
Aspyr ci ha (ri)provato con il noto brand “Star Wars”, e non è andata come si sperava. Per quanto ci duole ammetterlo – e credeteci, perché fa sempre male quando ciò accade – STAR WARS: Battlefront Classic Collection non si è presentato in perfetta forma al lancio. Abbiamo scelto una strada “non” troppo dura per far emergere il nostro rammarico, che sorride più al nostro lato “fanoboyista” che prettamente critico. Senza girarci troppo attorno, andiamo ad analizzare quello che ha non funzionato in questa edizione revival dei due celebri classici.
La componente che poteva fare la differenza era quella multigiocatore. Giocare i due grandi classici, ed allo stesso tempo condividere l’esperienza di gioco assieme ad altri giocatori in tutto il globo (ricordandosi che 20 anni fa le infrastrutture di rete erano ben più limitate di adesso), poteva – e doveva – essere il grande punto di forza. Purtroppo, si è rivelato il tallone d’Achille di tutta “la barracca”, restando, il più delle volte, con il pad in mano in attesa di “una nuova speranza” (giusto per non esimerci da citazioni). Code infinite, improvvisi crash e server down: sono solo alcune delle problematiche accadute in questi giorni, e che ci hanno costretto a procrastinare nel tempo l’uscita della nostra recensione (sperando che la situazione migliorasse). Aspyr si è già scusata delle problematiche accadute al lancio, promettendo delle risoluzioni che, al momento del presente articolo, non sembrano ancora aver trovato la via di casa.
Il comparto tecnico, altresì, non sembra brillare come ci aspettavamo. Sia ben chiaro, non volevamo di certo un remake (il lato “fanboyista” sta mentendo spudoratamente, sappiatelo), ma una migliore rimasterizzazione sì. Il lavoro di pulizia grafica si limita a fare il necessario, eseguendo un “compitino” mirato più alla fluidità che alla resa visiva finale. Ok, comprendiamo la volontà di restare quanto più aderenti alle opere classiche, ma se guardiamo il lavoro svolto dagli sviluppatori con la trilogia di Tomb Raider ben più di qualcosina in più ci si aspettava.
A salvare una nave in procinto di affondare ci pensano i contenuti extra, che sono serviti ad arricchire tutte le esperienze base delle versioni originali dei due titoli. Tra queste segnaliamo gli scenari bonus aggiunti alle modalità classiche (come ad esempio le nuove mappe aggiunte ad Azione Immediata) e l’introduzione di alcuni personaggi iconici giocabili come Han Solo, Obi Wan Kenobi e la principessa Leila, giusto per citarne alcuni. Un piccolo palliativo per rendere la pillola meno amara.
VERSIONE TESTATA: Xbox Series X
La recensione in breve
Un'esperienza che raggiunge la sufficienza solo per via della valanga di contenuti extra che interessa le 3 modalità a disposizione. Il resto, purtroppo, causa solo del grande rammarico. Un occasione persa, con un comparto multigiocatore inefficiente e ancora fermo ai box. Anche il lato tecnico non ha per nulla convinto, ricordando cosa erano riusciti a fare EA e DICE. I bei ricordi restano tali, e tali rimangono.
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Voto Game-eXperience