Con Star Ocean: The Second Story R, Square Enix riprende le fila di una delle sue saghe storiche, andando a ripescare, direttamente dal lontano 1998, uno dei capitoli più apprezzati dell’intero franchise. Pubblicato inizialmente sulla PlayStation originale, Star Ocean: The Second Story raccolse un successo a dir poco planetario, bissato da un terzo episodio di tutto rispetto.
Siamo dunque a testare la bontà di questo atipico remake, grazie ad un codice per PlayStation 5 appositamente fornitoci. Ci troviamo dunque di fronte ad una riedizione degna di nota o all’ennesimo capitolo di una snervante operazione nostalgia? Dei due, sicuramente la prima. Ma scopriamone di più grazie alla nostra recensione di Star Ocean: The Second Story R.
Venticinque anni e non sentirli…
Quello di Star Ocean è un franchise dalla storia abbastanza tormentata. Dopo tre episodi stellari, capaci di proiettare la neonata serie made in Square Enix tra i grandi protagonisti del settore J-Rpg, il franchise ha perso, contestualmente al salto su Xbox 360 / PlayStation 3, la verve e la brillantezza iniziale. Star Ocean: The Last Hope e Star Ocean: Integrity and Faithlessness, rilasciati rispettivamente nel 2009 e nel 2016, oltre a non ripetere il successo degli illustri predecessori, ci han consegnato dei J-Rpg già vecchi al momento della loro uscita, e dotati di trame prive di interesse o mordente.
Solo Star Ocean: The Divine Force, rilasciato lo scorso 27 Ottobre, è riuscito a riportare in auge il destino della saga, graziandoci con un episodio di tutto rispetto, sperando rappresenti un ottimo punto di ripartenza per la saga. E questo kickstart sembrerebbe essere giunto proprio con Star Ocean: The Second Story R, remake del secondo classico episodio, disponibile ora per PC, PlayStation 4, PlayStation 5 e Nintendo Switch.
I ragazzi di Tri-Ace, memori delle lezioni imparate con il quarto ed il quinto capitolo, hanno capitalizzato l’esperienza acquisita ri-proponendo, sulle macchine da gioco di nuova generazione, il capitolo più iconico del franchise, svecchiandolo e rendendolo godibile anche ai giocatori meno “vintage”.
Innovare, nel segno della continuità
Usanza comune nell’ultimo quinquennio è quello di volgere lo sguardo al passato per andare avanti. Quella che potrebbe sembrare una antitesi rappresenta, invece, lo status della industry, sempre più tesa a riproporre vecchi titoli di successo, per rialzare (e rialzarsi economicamente in un periodo storicamente difficile) le sorti di franchise in declino o in fase di stallo.
Non sempre, però, questo va visto come un cowmilking sfrenato, fatto di cupidigia e nostalgia. Star Ocean: The Second Story R si presenta, infatti, al pubblico, in grande spolvero facendo leva sulla fascinazione della pixel art, e di una revisione grafica in 2.5d, per riproporre una storia che, per quanto ultra-conosciuta, non smette di affascinarci ed appassionarci.
Il duo tri-Ace / Gemdrops, incaricato di questa riedizione, ha mantenuto quasi inalterato, arricchendolo invero, un comparto narrativo che, già nel lontano 1998 faceva gridare al miracolo per la varietà. Potremo infatti scegliere tra ben due protagonisti e la scelta non avrà, sia chiaro, valore “esclusivamente” estetico.
Due storie, due narrazioni…
Potremo dunque scegliere tra Claude, figlio di un eroe di guerra, e Rena, abitante di un pianeta alieno, dotata di grandi poteri curativi, la cui origine è però sconosciuta. Selezionare l’uno o l’altro darà il via a percorsi narrativi completamente diversi. Godremo inoltre di cutscenes personalizzate a seconda delle scelte fatte e potremo aggiungere al party personaggi diversi, a seconda delle scelte narrative fatte.
Per essere un prodotto originalmente datato 1998, Star Ocean: the Second Story R, forniva una esperienza di gioco duttile e diversificata, dotata di addirittura cento finali differenti (o giù di li). Va da se che le differenze tra un finale e l’altro fossero esigue e risibili ma stiamo sempre parlando di un prodotto videoludico uscito ben venticinque anni fa. Le decisioni prese durante il playthrough ci consentiranno di incontrare (ed incorporare, fino ad un massimo di otto) diversi personaggi giocabili, ciascuno con le sue caratteristiche ed abilità.
L’ingresso nel party di uno, o di un altro, personaggio ci sbloccherà possibilità di dialogo differenti, nelle città che, volta dopo volta, andremo a visitare abilitando, dunque, conversazioni ed azioni private sempre differenti. Rispetto al gioco originale, i ragazzi di Gemdrops, pur non sconvolgendo il comparto narrativo, hanno ben badato ad arricchire il novero di azioni private, aumentandole sensibilmente in quantità e varietà. Ci troviamo dunque di fronte ad una particolarissima forma di narrazione incrementale che, ancora oggi, fa scuola a titoli ben più blasonati.
Star Ocean: The Second Story R – Una storia “spaziale”
Claude, nel corso di una investigazione in compagnia del padre, per via di un temperamento che lo porta ad ignorare i consigli paterni, viene risucchiato in un buco nero dimensionale che lo trasporta su Expel, pianeta natio di Rena. Ritrovato nel bel mezzo della foresta sacra, Claude viene scambiato, dagli autoctoni, per l’Eroe della Luce, colui che riporterà la quiete sul pianeta di Expel.
Il pianeta natio della deuteragonista, è infatti sconvolto dalla apparizione del “Globo sacro“, un artefatto maledetto la cui sola presenza sul suolo ha causato l’apparizione di pericolosissimi ed aggressivi mostri. Claude intravede però, in questo artefatto, una eventuale possibilità di ritornare sul suo pianeta di origine. Collaborare con Rena, e con i tanti comprimari che si incontreranno su Expel, porterà Claude a scontrarsi con una forza ben più grande di lui, rendendosi conto che l’esito di quella battaglia potrebbe determinare il futuro dell’intero universo, così come lo conosciamo.
Al giorno d’oggi, di sicuro questa trama non brilla per originalità, ma rappresenta, comunque, un canovaccio narrativo in pieno stile Star Ocean. La main quest ci darà filo da torcere per una trentina di ore, periodo in cui potremo ammirare una serie di personaggi caratterizzati a tutto tondo e dei discreti colpi di scena che non ci faranno rimpiangere il tempo investito nell’ultima produzione Square Enix.
Dal passato con amore…
Star Ocean: the Second Story R ripropone in toto l’esperienza ludica del diretto progenitore. Stiamo dunque parlando di un J-Rpg con combattimenti in tempo reale che però, a differenza dei suoi “competitors” coevi, non prevedeva combattimenti casuali. Con la posizione dei “mostri” ben evidente a schermo potremo scegliere se evitare il combattimento o se approcciarli alle spalle, ottenendo così dei bonus ingame.
Durante il combattimento avremo la possibilità di controllare solo uno dei quattro membri a schermo, riuscendo però a fornire agli stessi istruzioni basilari sull’atteggiamento da tenere in combattimento. Ovviamente è possibile switchare da un personaggio all’altro: siate ben lungi, però, dall’immaginare una impostazione alla action-rpg. Star Ocean: the Second Story R è, comunque, un gioco di venticinque anni fa e il peso degli anni si sente tutto sul combat system, nonostante i lodevoli tentativi di svecchiarlo.
Aggiunte come le dinamiche di interruzione, schivata ed assalto conferiranno maggior dinamismo al gameplay, non schiodando però The Second Story R dalla classificazione che lo vede, comunque come un GDR, per quanto ben fatto, dannatamente old school (e sarebbe stato inusuale aspettarsi qualcosa di diverso).
Nuovo o vecchio?
Star Ocean: the Second Story R risulta un ibrido perfetto tra antichità (videoludica) e modernità. Per svecchiare un impianto grafico vecchio di decenni, i ragazzi di Gemdrops hanno ridisegnato da zero i personaggi, dando loro uno stile in pixel art, innestando però questi sprite su fondali finemente realizzati in 3D. Si ha così un impatto grafico, definito 2.5D che dona profondità (e freschezza) anche ad una produzione di ben venticinque anni fa.
In aggiunta a ciò, potremo scegliere tra le illustrazioni (inerenti ogni singolo personaggio) appositamente create per questo remake, quelle originali o quelle della versione PSP di qualche anno fa. Nota di merito, ed elemento non scontato oggigiorno, l’implementazione dei sottotitoli in italiano, caratteristica che permetterà anche ai non esperti della lingua di albione di fruire di questo piccolo capolavoro vintage.
Stesso trattamento è stato riservato alla colonna sonora. E’ presente infatti tanto la versione originale, quanto una edizione riarrangiata della stessa, sempre curata da Motoi Sakuraba. Siamo dunque felici di vedere quanto, almeno per una volta, non ci si sia limitati, come in altre occasioni, a riproporre stancamente e senza alcuna variazione di sorta il gioco originale. Star Ocean: the Second Story R, pur con tutti i suoi endemici limiti e tutt’altro che una ri-edizione pigra.
Versione testata: PlayStation 5
La recensione in breve
Star Ocean: the Second Story R riporta sui nostri schermi forse il più bell'episodio dell'intero franchise, in una edizione rivista, arricchita e migliorata in ogni suo aspetto. Un J-Rpg old school che non fa nulla per nascondere la sua natura, divenendo però appetibile ad un pubblico più ampio, in virtù di aggiunte al gameplay e della implementazione del doppiaggio italiano. Un prodotto di nicchia, ma di sicura qualità.
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Voto Game-Experience