Come avvenne nel 2016, anche questo gennaio la divisione europea di Sony ha inaugurato il nuovo anno con la pubblicazione di un video riassuntivo della lineup PlayStation 4 in uscita nel corso del 2017. Un trailer che mette in luce tutto il bello che il gigante giapponese ha intenzione di offrire alla propria utenza nei prossimi dodici mesi, con le immagini di Gran Turismo sport, Hellblade e Horizon: Zero Dawn e le sequenze di Gravity Rush 2 e Nioh, ciliegina su una torta che mai come quest’anno sembra essere così appetitosa.
Eppure, terminata la visione del video, è facile venire assaliti da un forte senso di déjà vu: bastano infatti davvero pochi secondi per realizzare che alcuni di quei titoli erano già stati annunciati e promessi nel corso del 2016. In parole povere, quella strana sensazione non è altro che il ricordo accartocciato del video rilasciato proprio da Sony lo scorso gennaio. Certo, parliamo pur sempre di una generazione che ci ha abituato a ritardi e lunghe attese e ormai i giocatori sembrano paradossalmente essersi abituati ai continui rinvii nella pubblicazione dei giochi tanto da non farci nemmeno più caso. The Last Guardian e Final Fantasy XV l’hanno ampiamente dimostrato. Ma tra i titoli presenti nel video rilasciato da Sony qualche giorno fa, figurano anche un paio di giochi che davvero nessuno si sarebbe aspettato di poter trovare quest’anno sugli scaffali dei negozi: Detroit: Become Human e Dreams, ultime fatiche di Quantic Dream e Media Molecule. Non ci è voluto molto perché la notizia facesse il giro del globo mentre l’utenza si sperticava in lodi verso Sony e il suo entourage. Ma la gioia è durata giusto il tempo di un tweet, quello di Shuhei Yoshida, presidente di Sony Worldwide Studios, che ha prontamente smentito la finestra di lancio dei due titoli definendo come un semplice errore l’inserimento delle succitate produzioni all’interno del trailer realizzato da PlayStation UK. Un messaggio secco e privo di orpelli, che in poco meno dei 140 caratteri ammessi su Twitter è riuscito a smorzare l’entusiasmo di una pletora di giocatori già pronti con i soldi in mano. Quando si dice: Ferisce più la “tastiera” che la spada.
Sempre se di errore si possa davvero parlare, perché la prima impressione è che si tratti soltanto di una manovra pubblicitaria orchestrata a dovere per rilanciare dei giochi di cui, al momento, c’è poco di cui parlare. E visto che le notizie sul futuro di queste due produzioni tripla A ancora latitano, quale migliore occasione per ripercorrere a grandi linee la strada battuta sin ora da Detroit: Become Human e Dreams?
Il primo dei due titoli venne ufficialmente annunciato nel corso dell’E3 2016 con un trailer di presentazione che in poco più di quattro minuti lasciò dapprima pietrificata la sala per poi farla esplodere in grida e acclamazioni. Da ciò che si è avuto modo di vedere fin ora, comunque, Detroit: Become Human non sembra discostarsi molto in termini di gameplay dalle ultime esperienze lavorative di Quantic Dream, Heavy Rain e il meno amato Beyond: Two Souls, incentrato anch’esso sul concetto di scelta e sulla conseguente diversità di esiti a cui, ogni singola azione, è in grado di condurre. Così come sembra evidente il richiamo a Kara, l’eccezionale tech demo che lo stesso David Cage realizzò per mostrare gli incredibili passi avanti fatti dall’attuale tecnologia nel motion capture. Infatti anche Detroit: Become Human è ambientato in un mondo cyberpunk (che ricorda nemmeno troppo da lontano un certo Blade Runner) con tanto di atmosfere a cavallo tra il noir e il thriller.
Su un fronte diametralmente opposto invece si colloca Dreams, che ha visto il proprio debutto nel listino delle esclusive PS4 durante l’E3 del 2015, ma da allora non si è saputo granché del titolo sviluppato dagli autori di Little Big Planet e Tearaway. Per adesso si sa soltanto che il giocatore, controller o PlayStation Move alla mano, avrà la possibilità di creare e condividere i propri “sogni”, mondi virtuali dalle fattezze più disparate che andranno ad ampliare in maniera esponenziale la longevità di un titolo che promette di diventare il miglior “gioco di creazione giochi” degli ultimi anni.
Nel corso del 2016 era anche prevista una beta del suddetto titolo ma a causa di un ritardo nei lavori quest’ultima è finita per slittare ad un non ben precisato 2017.
Appare ormai chiaro, a ben guardare le poche notizie di cui si dispongono, che Detroit: Become Human e Dreams sono ancora ben lontani dal giungere ad una pubblicazione in tempi brevi sulle nostre PlayStation 4 così come, d’altro canto, è chiaro che Sony abbia tutte le intenzioni di voler dare risalto ad entrambi i titoli, probabilmente parlandone nel corso di quest’anno. Che sia il PlayStation Experience o l’E3 poco importa, perché le produzioni firmate Quantic Dream e Media Molecule rappresentano la chiave di una diversità di generi che il colosso giapponese ha sempre sostenuto e che di certo ha tutte le intenzioni di veder approdare sulla propria ammiraglia.
Va detto, però, che nel frattempo di titoli per smaltire la delusione ne usciranno a iosa da qui a dicembre prossimo. A cominciare con un gennaio esplosivo che regala all’utenza Sony titoli di spessore come Gravity Rush 2, Yakuza 0 e Tales of Berseria, senza contare nomi illustri quali Resident Evil 7 e Kingdom Hearts 2.8 e le ormai granitiche certezze rappresentate da Horizon: Zero Dawn, NieR: Automata e Nioh.
Paradossalmente, è proprio grazie a ritardi e slittamenti di cui si parlava in apertura che questo 2017 risulterà essere il più florido di pubblicazioni per PlayStation 4 dall’inizio di questa generazione, con somma gioia per i giocatori e un po’ meno per questo mercato, che continua a sorreggersi grazie a rinvii e a promesse non mantenute, col rischio di inciampare sempre dietro l’angolo.