Terminator fa la sua comparsa in Mortal Kombat come personaggio ospite, precedendo gli annunciati Spawn e Joker. Forse il più cinematografico del primo season pass, tra altri combattenti che invece sono assurti all’onore della celluloide partendo prima da una base fumettistica.
Hasta la vista baby!
Il T-800 risulta abbastanza compatibile con l’ambientazione di Mortal Kombat, in quanto le sue caratteristiche lo rendono assimilabile al tipo di fantascienza già presente nella serie. In fondo nella trama di questo undicesimo capitolo hanno un ruolo importante i cyborg-ninja creati dal Lin Kuei, quindi perché non trovare uno spazio anche per un “organismo cibernetico con tessuto vivente su endoscheletro metallico”?
La cosa che colpisce di più nella sua implementazione riguarda la spropositata quantità di fanservice su cui il personaggio è costruito. L’aspetto, le mosse, ma sopratutto ogni linea di dialogo è scelta per omaggiare non solo il film originale, ma anche la carriera di Arnold Schwarzenegger come attore, citando altri suoi film famosi. Le fattezze sono modellate digitalizzando in modo fedele l’ ex governatore della California, i cui lineamenti sono perfettamente riconoscibili, mentre il doppiaggio è stato realizzato usando un buon imitatore (ingaggiare il vero attore, anche solo per recitare alcune frasi, avrebbe fatto lievitare i costi oltre la semplice licenza di immagine del marchio Terminator). Il costume base è ispirato all’ultimo film in uscita, tuttavia giocando si possono sbloccare altre foggie, replicanti le apparizioni più iconiche del personaggio, come con il classico giubbotto di pelle di T2.
Vieni con me se vuoi vivere!
Prima di parlare della rosa di mosse bisogna però citare alcuni omaggi intesi anche in chiave umoristica. Incontrando dei personaggi Terminator infatti pronuncerà delle frasi che i cinefili riconosceranno facilmente. Baraka verrà equiparato allo Yautja di Predator per via delle zanne in bocca ed accolto con “se sanguina, allora posso ucciderlo”. Johnny Cage invece viene confuso con il protagonista di Last Action Hero, dato che nella trama di Mortal Kombat Cage è un attore di film d’azione, di conseguenza anche lui un “action hero”. Questi sono solo alcuni esempi a cui si accompagnano invece le sequenze replicate di peso, come l’ingresso in battaglia tramite la bolla temporale, oppure sfoderando il fucile da una scatola usata per coprirlo. C’è anche un piccolo “inside joke”: uno dei costumi mette addosso all’androide la giacca di Johnny Cage, di cui utilizza anche la moto nella sequenza di vittoria, lasciandoci intendere che il malcapitato derubato di abiti e mezzo di locomozione, questa volta sia uno dei protagonisti del gioco (“Voglio i tuoi abiti, stivali e motocicletta”). Unica pecca, a voler essere puntigliosi, è il non sentirgli pronunciare “I’ll be back – ritornerò”, ma la sequenza finale della sua modalità arcade si avvicina molto. Delle due fatality, forse solo una è quella che cita al meglio la trama originale, teletrasportando lo sconfitto sul campo di battaglia della guerra con le macchine, dove viene fucilato da un esercito di Terminator.
In termini puramente picchiaduristici, Terminator è un personaggio votato all’attacco, ma con qualche strumento insolitamente versatile per diversificare l’offensiva di quello dovrebbe essere un lottatore rushdown puro. Il set di mosse base risulta perfetto per avanzare e mettere pressione all’avversario, ma al tempo stesso è alternabile con alcune tecniche speciali. Il fucile è uno strumento di zoning (gestire la distanza tra il proprio personaggio e quello nemico) che può essere amplificato aggiungendo spari extra e spostandosi nel mentre sia in avanti, che indietro.
Terminator può anche usare una mossa per assorbire i proiettili, risultando invulnerabile ad essi. L’animazione è anch’essa una citazione, in quanto per bloccare questi attacchi si volta di spalle, come nelle sequenza in cui fa da scudo a John Connor.
Tornerò
L’endo-balzo invece è un banale salto in avanti con un pugno a martello, ma reso utile dalla scelta della distanza da coprire in base al tasto premuto, secondo lunghezze variabili, perfetto per lanciarsi in attacco. La granata energetica invece può essere scagliata a terra per creare un piccolo setup (ovvero una sequenza di attacchi impostati, che non si traduce necessariamente in una combo) grazie alla sua esplosione tardiva. La particolarità di questo colpo è che proietta l’avversario in aria, di conseguenza apre ad una combo juggle (rimbalzando il nemico indifeso mentre cade) su cui inserire anche una presa speciale al termine.
Le prese speciali del T-800 sono effettuabili sia contro avversari in aria, sia contro quelli a terra, aggiungendo un’ulteriore tocco offensivo. Come secondo proiettile è disponibile una seconda granata, la quale disattiva per qualche secondo la barra secondaria del nemico, disabilitandone le mosse amplificate e le manovre difensive avanzate (come la rotolata o l’anti-juggle). C’è anche un teletrasporto, con cui scomparire da un lato dello schermo e ricomparire dall’altro, usando la bolla temporale per spostarsi al volo. Tutto questo arsenale può sembrare esagerato per un solo personaggio, ma ricordiamo che Mortal Kombat 11 implementa un sistema di mosse speciali equipaggiabili alla stregua di abilità di un gioco di ruolo, pertanto si ha a disposizione un numero limitato di spazi e non tutto si incastona in contemporanea. Per questa ragione gli sviluppatori hanno inserito un’ennesimo strumento, ma costoso (ben due caselle),che consiste nella modalità endoscheletro. Tale funzione si attiva da sola quando il Terminator è prossimo alla sconfitta, facendolo bruciare e lasciandolo a combattere unicamente come scheletro metallico. Come endoscheletro il T-800 ha un’armatura costante che assorbe l’hitstun dei colpi (ovvero si riceve il danno, ma i propri attacchi non vengono fermati come in un normale contrattacco).