I mostri giganti, o kaiju, per dirla alla giapponese, si stanno riaffermando nelle sale cinematografiche. Il recente Rampage però è solo l’ultimo esponente di un rilancio ha visto come protagonisti il Godzilla americano di Garth Edwards e lo Shin Godzilla nipponico, seguiti da un Kong Skull Island che ha ufficializzato l’apertura di un mostroverso narrativo di cui farà parte anche Godzilla King of Monsters. Vediamo quindi come questi bestioni sono stati rappresentati nel mondo dei videogiochi.
Rampage
Nonostante stia occupando il botteghino in questi giorni, la serie creata da Midway latita le scene videoludiche dal 2006. Le sue origini invece risalgono al 1986 nel mercato delle sale giochi. La sua struttura è molto semplice e immediata, studiata su misura di qualche partita veloce e piena di azione al prezzo di un paio di gettoni.
Tre mostri giganti (quattro se contiamo quello bonus creato per la versione dell’Atari Lynx portatile) devono arrampicarsi su dei palazzi e colpirli dai piani alti alle fondamenta, sino a farli crollare. L’ispirazione a King Kong e film di genere è palese dato che i protagonisti sono uno scimmione, una specie di dinosauro, un lupo mannaro e un ratto gigante.
Nel corso delle partite bisogna anche difendersi dagli attacchi dei soldati e dell’esercito e rimpinguare la barra della vita divorando della frutta sparsa in giro o addirittura dei civili. Proseguendo nei livelli aumenta l’altezza dei palazzi da abbattere e l’intervento delle forze armate, le quali possono danneggiare i nostri bestioni, così come le cadute dalle grandi altezze, per sostenere la curva di difficoltà.
Le conversioni per il mercato casalingo arrivarono a breve anche su dispositivi come l’Amiga, l’Amstrad, il Commodore 64, il Sega Master System e il Nintendo 8 bit, oltre la succitata console portatile di Atari.
Il successo del titolo fu quindi buono, tuttavia la serie rimase assente sino a fine anni 90, dove ricevette diversi seguiti sparsi tra Playstation 1, Sega Saturn e Nintendo 64.
Questi capitoli riproponevano la stessa struttura dell’originale, inclusa la cooperativa sino a 3 giocatori in contemporanea, limitandosi ad aggiornare la grafica secondo i livelli di quel periodo. L’unica bizzarra digressione se la concesse Rampage Puzzle Attack, un puzzle-game del 2001 per Game Boy Advance sulla falsariga di Tetris. Da lì seguì un altro periodo di pausa interrotto da Total Destruction, l’ultimo episodio pubblicato per Playstation 2 e Gamecube nel 2006. In questo si iniziava a vedere una leggera implementazione di tridimensionalità negli sfondi, tuttavia la giocabilità restava pressoché identica a quella dei precedenti, senza proporre un salto verso la piena tridimensionalità che avrebbe potuto valorizzare l’idea di esplorare le città e distruggerle.
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King of Monsters
King of Monsters invece cerca di mescolare l’idea di un picchiaduro ad incontri, con il concetto di distruttibilità ambientale.
Diversi kaiju si scontrano sullo sfondo di città che vengono devastate collateralmente durante la lotta. Nella rosa dei personaggi selezionabili vennero aggiunti, oltre ai vari mostri, anche un robot gigante e un sosia di Ultraman, per permettere agli utenti di ricreare tutte le situazioni che tipiche dei film o cartoni basati di genere. La sua uscita risale al 1991 per Neo-Geo e sale giochi ad opera di SNK, software house celebre per la sua diffusione nel mercato arcade. Rispetto gli altri titoli per cui la Shin Nihon Kikaku diventò celebre (basti citare Fatal Fury e King of Fighters), King of Monsters cercava di essere uno scacciapensieri, senza soffermarsi troppo su mosse speciali o combo. Nel 1992 viene rilasciato un seguito, tuttavia la serie non prosegue oltre in quanto la software house diventava progressivamente più concentrata sui giochi di combattimento tecnici, lasciando Metal Slug, Puzzle Bobble o Windjammers il compito di intrattenere il pubblico occasionale.
Godzilla
Uno dei punti cardine delle pellicole nipponiche di Godzilla era senza dubbio la sua nutrita schiera di antagonisti con cui scontrarsi e alleati con cui combattere. La lista è lunga e si può citare Gamera, Biollante, Mothra, Hedora, Rodan e molti altri. Il pretesto era quello di variare il solito scenario del lucertolone che distrugge la metropoli, spostandosi su di uno scontro tra creature che veniva presentato con il sapore di un incontro pugilistico. Si può quasi immaginare un annunciatore urlare: “nell’angolo alla mia sinistra, ecco Godzilla, re dei mostri, dal soffio laser e le scaglie di granito. Nell’angolo alla mia destra invece, King Ghidorah, il drago a tre teste dallo spazio, portatore di fulmini e terremoti”.
Le licenze videoludiche basate su Godzilla forse non raggiungono il numero elevato delle sue comparsate sul grande schermo, tuttavia non sono neanch’esse poche. Partendo dagli anni 80, sino ad oggi, si può veramente trovare qualsiasi cosa con protagonista il lucertolone della Toho. Le sue prime incursioni sono in titoli dal sapore arcade prodotti per i sistemi 8 bit. Nell’epoca dei 16 bit invece si uniformò all’enorme popolarità di Street Fighter con un picchiaduro bidimensionale. Tra il finire degli anni 90 e i primi anni 2000 invece non venne a mancare il passaggio al 3D per meglio riprodurre le sue scorribande in cui devastare delle metropoli. L’ultimo uscito invece è, semplicemente, Godzilla, per Playstation 3 e 4. Quest’ultimo è forse il più fedele alla serie, in quanto basato sulla giusta commistione tra distruzione e combattimento.