Il 13 gennaio 2017 è stata una data storica per il nuovo corso Nintendo, dopo la prematura morte del compianto presidente Satoru Iwata e l’ascesa al vertice di Tatsumi Kimishima.
Dopo infiniti leak e voci di corridoio, alimentate da una curiosità smodata del popolo della rete verso la nuova creatura della grande N, finalmente il colosso giapponese ha fatto il grande passo annunciando al suo pubblico il neonato hardware made in Kyoto: Nintendo Switch, una macchina innovativa nella quale la struttura tipica degli handhend si fonde col concetto di home console.
La conferenza del 13 gennaio, purtroppo, non è stata l’evento che in molti si aspettavano. Tralasciando l’impostazione stessa della presentazione e le polemiche legate al prezzo della console (329 euro in Europa) e dei relativi accessori, ciò che ha davvero fatto storcere il naso all’utenza Nintendo è stata la lineup di lancio. Cinque titoli di cui, a ben vedere, soltanto Super Bomberman R e 1-2-Switch si impongono come esclusive, affiancati dagli ormai onnipresenti Skylanders Immaginators e dal “more of the same” Just Dance 2017. Persino The Legend of Zelda: Breath of the Wild verrà commercializzato anche su Wii U, il che rappresenta un grosso ostacolo per una console che necessita di espandere la propria base installata nel minor tempo possibile. Il titolo di maggior rilievo della lineup Switch potrà pertanto essere giocato anche sulla vecchia ammiraglia Nintendo, scoraggiando coloro che non sono intenzionati a spendere 329 euro il giorno di lancio della console a fronte anche di sole due esclusive che da sole, probabilmente, non avranno la forza necessaria per spingere l’utente medio a sborsare una cifra del genere. Purtroppo, i bundle presentati durante la conferenza, al di là di mere differenze estetiche nella colorazione dei Joy-Con, non conterranno alcun software al loro interno. Una scelta dettata dalla necessità di non elevare ulteriormente il prezzo di lancio della console, come si è precipitata a dichiarare Nintendo nelle ore successive alla conferenza. Un grosso passo indietro con quanto fatto nelle generazioni passate. Wii, infatti, poteva contare sulla presenza di un titolo forte come Wii Sports mentre la versione da 32 GB di Wii U era venduta in accoppiata con Nintendo Land. La presenza di un titolo come 1-2-Switch in allegato alla console avrebbe sicuramente offerto all’utente la possibilità di esplorare tutte le nuove funzionalità offerte dai super tecnologici Joy-Con, mentre la scelta di distribuirlo stand alone al prezzo di 50 euro potrebbe rivelarsi una mossa controproducente nel breve periodo.
Altra tegola sulla testa è indubbiamente stato l’annuncio del servizio online a pagamento.
Anche qui, tralasciando futili polemiche, è il caso di focalizzarsi su un dato in particolare: nella lineup di Switch non è presente alcun titolo che faccia un uso intensivo dei server Nintendo. Si tratta di una grossa lacuna che sarebbe stata facilmente colmata rendendo disponibile fin da subito, e non ad aprile inoltrato, Mario Kart 8 Deluxe. Nonostante si tratti di una versione migliorata del titolo già disponibile per Wii U, e per il quale valgono le stesse considerazioni mosse per Zelda, MK 8 Deluxe avrebbe potuto fin da subito mettere in mostra le potenzialità del nuovo servizio online di Nintendo. Ancor più alla luce del fatto che il periodo di prova gratuito si protrarrà fino in autunno, momento in cui sarà necessario mettere mano al portafogli. E questo senza contare la mancanza di una chat vocale integrata. Infatti, scelta del tutto opinabile, qualsivoglia conversazione tra gli utenti passerà attraverso un’apposita applicazione scaricabile da smartphone. Indubbiamente si tratta di una scelta adottata per non incidere eccessivamente sulle prestazioni e la batteria della console ma che si configura come un’alternativa poco ragionata e che probabilmente Nintendo rivedrà dopo qualche mese di prova. In fondo per la casa di Kyoto si tratta della prima reale esperienza nel mondo dell’online dopo dei trascorsi non proprio felici con Wii U, che non offriva nemmeno lontanamente un servizio al pari di quello messo a disposizione da Sony e Microsoft. Estremamente interessante, invece, è l’applicazione per il parental control — annunciata attraverso un simpaticissimo video che vi invito a vedere — che consentirà di regolare e gestire a distanza la console tramite smartphone controllando così le ore di gioco dei propri figli e offrendo persino la possibilità di interrompere la riproduzione di qualsiasi contenuto da remoto.
Altro immenso punto interrogativo è rappresentato dal supporto delle terze parti che durante la conferenza, nelle vesti di EA e Bethesda, si sono limitate ad annunciare una versione ad hoc di Fifa e l’ennesimo porting di Skyrim. Per quanto Reggie Fils-Aime negli ultimi giorni abbia ribadito più e più volte che Nintendo ha imparato dai propri errori e che non lascerà i neo acquirenti Switch a secco di titoli, l’impressione generale è che, al contrario, stia ripercorrendo una strada senza uscita. La stessa strada che ha portato Wii U al fallimento commerciale nonostante — ed è il caso di sottolinearlo — la campagna marketing adoperata da Nintendo prima e dopo la conferenza è una spanna sopra a quanto fatto con la precedente console. Un po’ meno la lineup di lancio che, nel caso di Wii U, vantava numerosi porting di tutto rispetto (Tekken Tag Tournament 2 Wii U Edition, Mass Effect 3, Batman Arkham City Armored Edition), la presenza di una nuova IP Ubisoft (Zombi U) e il tanto atteso New Super Mario Bros. U. Ma c’è anche da dire che Wii U si affacciava sul mercato addirittura un anno prima che Sony e Microsoft distribuissero le proprie macchine da gioco e lo spazio di manovra era ben più ampio rispetto al mare in cui si trova a navigare Nintendo Switch in questo momento, con una generazione ormai consolidata che ha al suo arco, per lo meno dal fronte Sony, svariate frecce da qui fino a dicembre.
Di nuovo, la questione appare essere estremamente spinosa e nonostante ancora oggi si dibatta sulle effettive specifiche tecniche di Nintendo Switch, la sensazione è che allo stato attuale il nuovo hardware non abbia i numeri per imporsi come console principale nei salotti dei videogiocatori. La mancanza di un certo tipo di brand come Call of Duty, Battlefield o Assassin’s Creed è una grossa lacuna a cui Nintendo dovrà rimediare nel breve periodo se non vuole commettere i medesimi errori fatti nella generazione passata. Ora, è vero che le terze parti patiscono ancora la scottatura subita con Wii U e preferiscono andare, come si suol dire, con i piedi di piombo, ma la mancanza di notizie in tal senso non lascia presagire nulla di buono. In molti obietteranno dicendo che chi compra una console Nintendo lo fa per giocare esclusivamente ai suoi titoli, ma è innegabile che se anche in questa generazione verrà a mancare il supporto di sviluppatori esterni, per l’ennesima volta il colosso giapponese dovrà reggersi sulle sue gambe e sulle proprie IP.
IP che, grazie alla riorganizzazione interna delle divisioni Nintendo e alla natura ibrida della console non dovrebbero tardare ad affacciarsi sul mercato, oltre al già citato Zelda e alla vera star presentata durante la conferenza, Super Mario Odissey. Ma questo pone un altro interrogativo: che fine farà Nintendo 3DS? Sempre a detta di Reggie, Switch non prenderà il posto dell’handheld di punta Nintendo, nonostante la natura ibrida della prima. Certo è che la lineup della suddetta console portatile per il 2017 è estremamente scarna e, ad accezione di qualche porting Wii U, per il momento non ha molto da offrire. Va detto però che, per voce della stessa Nintendo, Switch nasce per essere principalmente una console casalinga la quale vanta come feature principale quella della portatilità. E veniamo quindi all’ultimo tasto dolente di questo speciale: la durata della batteria. Stando a quanto dichiarato durante la conferenza, il nuovo hardware garantirà, fuori casa, prestazioni che oscilleranno tra le due e le sei ore complessive anche se
immaginiamo che l’autonomia della console si ridurrà drasticamente soprattutto durante l’utilizzo di giochi del calibro di Zelda. Un fattore che influisce non poco su una delle componenti più apprezzate della nuova macchina Nintendo e che impallidisce rispetto alla normale autonomia che può raggiungere un qualsiasi dispositivo portatile.
Insomma, questa conferenza ha evidenziato potenziali criticità nella nuova arrivata in quel di Kyoto ancora prima della sua uscita sul mercato. Fermo restando l’indubbio pregio delle sue caratteristiche che la differenziano dal resto del mercato e che la pongono su di una scala di valutazione differente rispetto a PS4 e Xbox One. Come verrà recepita Nintendo Switch dai videogiocatori non ci è dato saperlo e solo nei prossimi mesi sarà possibile delineare l’andamento della nuova console sul mercato.
Come si suol dire: Ai posteri l’ardua sentenza.