Una delle principali leve che hanno consentito a Ni no Kuni: La Minaccia della Strega Cinerea di piazzarsi in Occidente come uno dei maggiori titoli di profitto per Bandai Namco Entertainment è stata sicuramente la direzione artistica curata dall’inconfondibile tocco di Studio Ghibli, fautori di pellicole indimenticabili come La città incantata, La Principessa Mononoke, Il castello errante di Howl e Si alza il vento.
Un tocco che, di fatto, è venuto meno con il sequel Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno, per cui non è stato possibile stringere un accordo di stretta collaborazione con il rinomato studio artistico giapponese. Il presidente di Level-5 Akihiro Hino commentò così, all’epoca del reveal del gioco, l’assenza della prestigiosa firma di Ghibli: ”Studio Ghibli, o almeno il relativo dipartimento incaricato dello sviluppo delle animazioni, da qualche tempo non funge più da vero e proprio studio d’animazione”.
Molti dei suoi principali staffer hanno lasciato la compagnia in questione per intraprendere strade diverse, fondando magari un proprio studio lavorativo, come nel caso di Yoshiyuki Momose, ex animatore di Ghibli a cui dobbiamo lo stile artistico che ha permeato molte delle opere di Hayao Miyazaki. Benché Ni no Kuni II non abbia potuto godere del coinvolgimento diretto di Studio Ghibli, Akihiro Hino pensò bene, nell’ormai lontano 2015, di contattare alcune delle figure chiave che hanno composto la celebre azienda nipponica, prima tra tutte il character designer Yoshiyuki Momose ed il compositore Joe Hisaishi, già autore delle OST del precedente capitolo nonché di tutte le tracce delle pellicole riportanti la firma di Miyazaki. Poter lavorare a stretto contatto con artisti di tale portata ha permesso Level-5 non solo di arricchire il proprio repertorio di JRPG con due titoli graficamente ricchi di fascino, ma anche di maturare nettamente la qualità narrativa delle proprie produzioni che, per quanto valide in termini di gameplay, raramente sono riuscite a proporre storie incisive ed epiche.
Ni no Kuni II: oltre il concetto di ”anime interattivo”
Con i suoi 1.1 milioni di copie distribuite in tutto il mondo, il primo Ni no Kuni rappresentò sicuramente una grande soddisfazione per Level-5, pur senza raggiungere quei livelli qualitativi in termini di narrativa precedentemente auspicati: la trama de La Minaccia della Strega Cinerea toccò tutti quegli elementi riconducibili ad una delle più tradizionali favole con al centro un protagonista catapultato in un mondo fantasy. Nulla che potesse effettivamente urlare all’innovazione o che trasudasse di epicità.
Ni no Kuni II, al contrario, cela sotto le sue vesti colorate e stilisticamente ricercate, un’analisi della società moderna dal punto di vista di un sovrano a cui, ingiustamente, è stato sottratto il proprio trono. Il piccolo protagonista Evan vuole incarnare tutti quei drammi dell’umanità, il duro lavoro attraverso cui l’essere umano deve conquistare l’appoggio del prossimo e la sua fiducia, partendo da un unico presupposto: bestia o umano che si possa essere, trovare un proprio posto al mondo è tutt’altro che una passeggiata.
Famigli o Cioffi? L’ennesimo sistema di combattimento in stile Pokémon o un nuovo modo per stare al passo coi tempi?
Innegabile come la prima iterazione traesse particolare spunto in termini di sistema di combattimento da Pokémon o da un’altra ben nota produzione di Level-5, conosciuta a grandi e piccoli come Yo-kai Watch. Il personaggio umano controllato fungeva praticamente da supporto nei confronti dei Famigli, veri e propri protagonisti delle battaglie e irrinunciabili compagni di viaggio. In un panorama particolarmente saturo del ”Pokémon di turno”, era davvero così necessario proporre mediante Ni no Kuni: La Minaccia della Strega Cinerea un combat system che sapeva tanto di già visto?
Per non ricadere nella stessa trappola, Level-5 tenta un esperimento action, più immediato e soprattutto in tempo reale, con l’omonimo sequel diretto, pur non rinunciando alla presenza di nuovi e simpatici spiritelli definiti Cioffi (Higgledies in inglese). La vera rivoluzione in questo campo sta proprio nel confinamento di quest’ultimi al mero ruolo di supporter, optando piuttosto nel rendere attivi i combattenti umani (o dall’aspetto alquanto analogo) e proponendo un sistema di combattimento vicino agli ultimi Tales of. Evan, Roland e Shanty faranno sfoggio di tutte le loro abilità in un concerto di fuochi alla cui base partiranno scintille di incantesimi di varia natura e armi sia di mischia che di gittata. Tutto ciò, è traducibile con un battle system confezionato con l’intento di rendere il giocatore maggiormente partecipe alle azioni di gioco e capace di immedesimarsi in uno dei personaggi controllati a propria discrezione (intercambiabili immediatamente anche nella stessa fase di scontro).
Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno per PlayStation 4 e PC diventa così, dopo numerosi posticipi in termini di data d’uscita, portavoce di cambiamenti e innovazioni da parte di Level-5. Ma saranno effettivamente solidi e soprattutto validi? Per scoprirlo vi invitiamo ad attendere la nostra recensione.