Parliamoci chiaramente: tutto si può dire di Blizzard tranne che non tenga alla qualità. Raramente infatti capita di imbattersi in software house AAA che possano vantare un numero così alto di prodotti “game changer” o comunque successi planetari di altissimo profilo. Molti potrebbero dire (il sottoscritto in primis) “successo commerciale non è per forza sinonimo di qualità”, ma nel caso dei prodotti Blizzard si può tranquillamente affermare che il successo commerciale va a braccetto con la qualità. Da sempre la casa di Irvine si è distinta per la creazione di IP quasi leggendarie in ambito videoludico: Diablo, Starcraft, Warcraft ai “vecchi tempi” e più recentemente i grandi successi di Overwatch, Heartstone ed Heroes of the Storm. BlizzCon è la kermesse videoludica che da sempre appassiona i (numerosissimi) fan dei prodotti Blizzard: una fiera indipendente che da anni permette alla casa di Irvine di “mostrare i muscoli” nei confronti del resto dell’industria con le presentazioni dei nuovi giochi. Pochi giorni fa, proprio durante la fiera, è stato possibile assistere ad una strana situazione che non si era mai verificata in precedenza: esaltazione e disperazione, applausi e fischi, hype e petizione su change.org. Cos’è accaduto?
Partiamo dalle cose belle, ma belle davvero: l’annuncio di Warcraft III: Reforged. Molti potrebbero chiedersi “tutto questo chiasso per una versione remastered?”. La risposta è: si, eccome, e ci vorrebbe pure un po’ di chiasso extra considerato il titolo in questione. Perchè proprio Warcraft III? Casomai aveste vissuto su un altro pianeta o foste comunque giocatori giovanissimi, ecco un piccolo sunto della situazione: correva l’anno 2002 e Blizzard riportava sul mercato un franchise fermo dal 1995. Il salto qualitativo rispetto al gioco precedente (Warcraft II: Tides of Darkness) fu spaventoso sia a livello tecnico che di gameplay, forte anche dell’esperienza acquisita dagli sviluppatori dopo il successo planetario di Starcraft nel 1998. E’ probabile che tu, moderno lettore, conosca League of Legends e DOTA 2 giusto? Senza Warcraft III probabilmente tutto questo non esisterebbe. Sia LoL che DOTA 2 infatti sono titoli creati partendo dalla base offerta da Defense of the Ancients (DotA appunto) una MOD creata da semplici giocatori dell’epoca tra i quali spiccano Kyle Sommer e Steve Feak utilizzando l’editor di mappe incluso nel gioco originale. Questo editor era talmente libero, complesso e ricco di potenzialità che permise ai giocatori di ricavarne un vero e proprio spin-off dal gameplay sostanzialmente modificato. Poi sapete tutti com’è finita: un successo planetario che ha di fatto dato un sostanziale contributo sia all’industria videoludica che al settore (ormai lanciato) degli esports.
Terminato il viaggio nel tempo, ora avete probabilmente una visione più chiara del motivo per il quale l’annuncio di Warcraft III: Reforged è una vera e propria bomba sul mondo dei videogiochi. L’utenza ha accolto con acclamazione e giubilo la notizia: nonostante si tratti a tutti gli effetti di una versione remastered (seppur con parecchio lavoro dietro) il gioco non è stato minimamente toccato dalle inevitabili critiche che spesso piovono su queste operazioni di rinfresco per un vecchio brand. E’ successo perchè si parla di un titolo a tutti gli effetti leggendario, uno di quei capolavori intoccabili e, per una volta, meritatamente impermeabile alle critiche considerata anche la sua effettiva qualità.
Poi succede una cosa: Wyatt Cheng, lead designer di Blizzard per la serie Diablo, va sul palco ed annuncia un nuovo titolo del franchise. Giubilo, applausi, urla scatenate: poi viene pronunciata la parola “mobile” e tutto si ferma all’improvviso. Arriva il video trailer introduttivo per Diablo: Immortal e tutto si ferma all’improvviso. Il video è bello, ben realizzato con la consueta qualità Blizzard e tutto si ferma all’improvviso. Termina la kermesse e parte la fiammata: un gioco della serie Diablo su mobile? E’ un insulto alla community, Blizzard se ne frega dell’utenza, non esiste nella vita! Facciamo la petizione su Change.org per far interrompere lo sviluppo, inondiamo internet di flame wars e di meme acidi. E’ l’hype, bellezza! E’ un treno che sale in fretta ed in fretta scende per schiantarsi quando l’annuncio non corrisponde ai desideri della fanbase.
Cos’è successo? Perchè tutto questo veleno? La risposta, da grande fan della serie Diablo, è semplice per me: Diablo III, nonostante gli innegabili pregi, è sicuramente il capitolo più debole della saga e gli appassionati di Diablo vogliono un riscatto, vogliono vedere il loro gioco del cuore tornare sul podio ed un capitolo mobile non è certamente la soluzione. C’è stato un innegabile errore di comunicazione da parte di Blizzard: dopo 6 anni dal terzo capitolo non puoi tornare a nominarlo, metterlo per ultimo in scaletta dello show (posizione notoriamente riservata a grandi annunci) ed annunciare un gioco per mobile, oltretutto relativo ad una serie che ha sempre avuto la propria “casa” su PC. Ma gli errori arrivano anche da parte dell’utenza: si parla di Blizzard, ragazzi. Va bene che stanno lavorando con una compagnia cinese per creare il gioco, va bene che è su mobile, va bene ogni cosa ma sarebbe meglio almeno testare il gioco con mano prima di disintegrarlo sul nascere. Le innovazioni non vengono mai prese bene dal grande pubblico, spesso ci si azzecca pure ad attaccare uno “snaturamento” di qualcosa: ciò non toglie il fatto che per dire che una cosa non ti piace dovresti almeno provarla o capire di che si tratta. Personalmente ho accolto tiepidamente questo Diablo: Immortal, lo confesso. Ma sono ben lungi dal firmare stupide petizioni (che comunque non fermeranno lo sviluppo, sappiatelo) e sparare fiammate sulle pagine di Blizzard. Come sempre e come al solito: chi vivrà, vedrà. Ora torno su World of Warcraft.