Sony Interactive Entertainment ha brevettato con successo la meccanica della costruzione del sentiero presente all’interno di Death Stranding, il ben noto videogioco survival in terza persona sviluppato dal team di Kojima Productions.
Il brevetto, depositato quattro mesi prima dell’uscita originale del gioco avvenuta su PlayStation 4 e concesso completamente soltanto nella giornata di martedì, è intitolato “riconoscimento del terreno e costruzione graduale del percorso nell’ambiente virtuale di un videogioco“.
Questo brevetto, insomma, progette una delle funzionalità più interessanti presenti all’interno del gioco, in cui un sentiero può essere migliorato dipendentemente da quanti giocatori ci sono passati in mezzo.
Il brevetto registrato con successo da parte di SIE si riferisce al “miglioramento del primo sentiero basato sul numero di volte in cui questo viene attraversato da uno o più personaggi“.
Ricordiamo infatti che in Death Stranding è possibile rendere il percorso più facile per gli altri utenti connessi ai server grazie all’utilizzo di scale, ponti, chiodi di arrampicata, depositi e tanto altro ancora. Ma c’è un’altra meccanica di gioco poco conosciuta da parte dei giocatori a cui forse il brevetto si riferisce in maniera importante.
In pratica, se molti giocatori calpestano lo stesso sentiero il gioco renderà quel sentiero sempre più ben definito e semplice da percorrere, rimuovendo pian piano elementi come erbette e sassolini, in modo da infastidire meno il giocare durante la camminata e per fargli notare subito dover poter andare per camminare al sicuro.
Ora sarà più difficile per altri sviluppatori utilizzare un sistema troppo simile a questo, altrimenti Sony avrà tutto il diritto di procedere per via legale. I brevetti in fondo servono per questo, per preservare l’innovazione del gioco e il suo sfruttamento da parte dello sviluppatore e del publisher.
A questo punto, sono molto alte le possibilità di vedere in futuro un nuovo capitolo di Death Stranding, dato che la compagnia giapponese si è data da fare per proteggerne le proprietà intellettuali relative.
Che ne pensate? Secondo voi Sony ha fatto bene oppure no? Prima di lasciarvi, vogliamo consigliare di dare un’occhiata alla nostra recensione di Death Stranding: Director’s Cut a cura di Matteo Marchetti!