Sonic Racing: CrossWorlds è l’ultima fatica di SEGA nel tentativo di trasformare la sua mascotte blu in un pilota di kart credibile. Dopo anni di alti e bassi nel genere racing arcade, il riccio più veloce del mondo torna a sfidare il dominio incontrastato di Mario Kart con un titolo che promette di rivoluzionare la formula classica. Ma ci riesce davvero?
Diciamolo subito: Sonic Racing: CrossWorlds non è il gioco perfetto che avrebbe potuto ridefinire il genere. Tuttavia nasconde sotto la sua carrozzeria scintillante alcune idee brillanti che meritano attenzione. Il sistema di boost verticale che permette di planare tra le diverse sezioni delle piste rappresenta una ventata di aria fresca. La modalità storia sorprende con cutscene ben realizzate e una trama che per una volta non fa addormentare. Il roster di personaggi pescati da tutto l’universo SEGA fa brillare gli occhi ai nostalgici.
Purtroppo il gioco sconta alcuni problemi tecnici che ne minano l’esperienza complessiva. Il bilanciamento degli item è discutibile. Alcune piste risultano troppo caotiche mentre altre peccano di linearità. Il netcode del multiplayer online fa acqua da tutte le parti con lag e disconnessioni che rovinano gare altrimenti emozionanti. La curva di apprendimento risulta ostica per i neofiti del genere.
Eppure nonostante questi difetti evidenti, Sonic Racing: CrossWorlds riesce a intrattenere grazie al suo spirito spensierato e a una direzione artistica che omaggia decenni di storia videoludica SEGA. È un gioco imperfetto ma tremendamente divertente (quando tutti gli ingranaggi girano nel verso giusto). Un titolo che probabilmente non detronizzerà il re Nintendo ma che si ritaglia uno spazio tutto suo nell’affollato panorama dei kart racer.
Gameplay: Velocità e Stratificazione Verticale
Il cuore pulsante di Sonic Racing: CrossWorlds batte attorno a un concetto apparentemente semplice ma rivoluzionario nella sua esecuzione: la stratificazione verticale delle piste. Dimenticate i circuiti piatti e prevedibili a cui i kart game ci hanno abituato. Qui ogni tracciato si sviluppa su più livelli sovrapposti che i giocatori possono raggiungere attraverso rampe di lancio e boost aerei.
Il meccanismo funziona così: accumulando velocità attraverso drift perfetti e raccogliendo gli anelli sparsi per la pista si carica una barra del boost. Una volta piena è possibile attivare uno scatto verticale che catapulta il kart verso l’alto. Durante la fase aerea il giocatore può planare verso percorsi alternativi posizionati a quote differenti. Ogni livello presenta caratteristiche uniche: quello superiore offre meno item ma tracciati più puliti e veloci. Il livello intermedio bilancia rischio e ricompensa. Quello inferiore pullula di power-up ma presenta più ostacoli.
Questa struttura a sandwich trasforma completamente l’approccio strategico alle gare. Non si tratta più semplicemente di memorizzare la linea ideale ma di decidere quando cambiare quota per sfruttare i diversi vantaggi. Vedere una decina di kart che si muovono simultaneamente su tre piani differenti crea uno spettacolo visivo mozzafiato e una sensazione di velocità tridimensionale innovativa.
Il sistema di drift riprende la formula consolidata ma aggiunge un twist interessante. Mantenere la derapata carica non solo il boost ma anche un moltiplicatore di anelli che aumenta progressivamente. Più anelli raccogli durante un drift perfetto più velocemente si riempie la barra del boost verticale. Questo crea un circolo virtuoso dove la bravura tecnica viene premiata con maggiori opportunità di esplorazione verticale.
Gli item seguono la tradizione del genere ma con alcune variazioni sul tema. Accanto ai classici missili teleguidati e gusci difensivi troviamo gadget ispirati all’universo Sonic. Il Temporal Rewind permette di riavvolgere gli ultimi tre secondi di gara mantenendo però la posizione attuale. È perfetto per annullare un errore senza perdere terreno. Le Lightning Shoes regalano dieci secondi di velocità supersonica. Il Chaos Emerald Shield assorbe un colpo nemico e lo rimanda al mittente potenziato.
Il problema maggiore riguarda proprio il bilanciamento di questi power-up. Il Temporal Rewind risulta oggettivamente troppo forte rispetto alle alternative. In mani esperte diventa quasi un cheat code che annulla qualsiasi errore di guida. Al contrario alcuni item come il Badnik Swarm, che rilascia robot ostili sulla pista, si rivelano pressoché inutili perché troppo facili da evitare.
La modalità carriera presenta una struttura inaspettatamente articolata. Invece del solito susseguirsi di coppe e tornei troviamo una vera storia con dialoghi doppiati e scelte che influenzano il percorso narrativo. Sonic deve riunire un team di piloti per affrontare Eggman che ha creato un campionato illegale di corse truccate. Ogni personaggio reclutato porta con sé missioni specifiche e sfide uniche.
Le missioni variano piacevolmente: gare classiche si alternano a prove a tempo, inseguimenti battaglie in arena e sfide di raccolta. Alcune missioni richiedono di completare una gara rimanendo sempre sul livello superiore delle piste, altre impongono di vincere usando solo un personaggio specifico o senza mai usare il boost verticale. Questa varietà mantiene alta l’attenzione anche dopo decine di ore di gioco.
Il roster conta trentadue personaggi divisi in quattro categorie di peso. Ogni pilota possiede statistiche uniche e un’abilità speciale esclusiva. Sonic può eseguire un Homing Attack sui rivali davanti a lui. Tails vola più a lungo durante le fasi aeree. Knuckles può sfondare muri speciali per accedere a scorciatoie nascoste. Amy rallenta i rivali nelle vicinanze con il suo martello gigante.
La presenza di personaggi provenienti da altre saghe SEGA rappresenta un regalo per i fan di lunga data. Correre con Ulala di Space Channel 5 o Kazuma Kiryu di Yakuza crea momenti surreali e divertentissimi. Ognuno mantiene le caratteristiche distintive della propria serie di origine, sia nell’aspetto che nelle animazioni. Vedere Kiryu eseguire un heat move, quando attiva la sua abilità speciale, strappa un sorriso ogni volta.
La fisica di guida si colloca a metà strada tra arcade puro e simulativo. I kart hanno peso e inerzia tangibili ma senza mai risultare macchinosi. La sensazione di velocità è eccellente, specialmente durante le discese vertiginose tra i livelli delle piste. Il feedback del controller aiuta a percepire le diverse superfici e i cambi di quota. Tuttavia alcuni aspetti del gameplay mostrano il fianco a critiche legittime. Il rubber banding degli avversari IA risulta eccessivamente aggressivo nelle difficoltà superiori. Si può dominare una gara per due giri e mezzo per poi vedere i rivali raggiungerti miracolosamente nell’ultimo tratto grazie a boost inspiegabili. Questo artificio distrugge il senso di progressione e frustra i giocatori più skillati.
La gestione delle collisioni presenta qualche inconsistenza. A volte un tocco leggerissimo con un muro provoca un rallentamento drastico. Altre volte si attraversano elementi scenici solidi senza conseguenze. Questa imprevedibilità rende difficile padroneggiare perfettamente la guida perché manca una coerenza fisica affidabile.
Il multiplayer locale fino a quattro giocatori funziona egregiamente con schermo diviso fluido e modalità dedicate. La battaglia in arena, dove l’obiettivo è rubare gli anelli agli avversari, funziona particolarmente bene nelle sessioni casalinghe. Meno convincente il multiplayer online che soffre di problemi di cui parleremo più avanti.
Comparto tecnico e artistico: un festival per i sensi
Dal punto di vista visivo Sonic Racing: CrossWorlds è una festa cromatica che celebra l’eredità estetica SEGA con rispetto e creatività. La direzione artistica abbandona il realismo fotografico in favore di uno stile cartoon esagerato che fa brillare colori saturi e design audaci. Ogni pista rappresenta un omaggio a location classiche dell’universo Sonic e non solo.
Green Hill Zone ovviamente non poteva mancare. Qui però viene reimmaginata come un circuito stratificato, dove i livelli superiori attraversano foreste di palme giganti mentre quelli inferiori corrono dentro caverne cristalline. I loop iconici della serie si trasformano in elementi tridimensionali che i kart possono percorrere sia internamente che esternamente. L’illuminazione dinamica crea giochi di luce spettacolari quando si passa da zone soleggiate a tunnel ombrosi.
Chemical Plant Zone diventa un labirinto verticale di tubature e vasche tossiche. La pista si snoda attraverso impianti industriali, dove liquidi fluorescenti scorrono in ogni direzione. Qui la stratificazione verticale raggiunge il massimo della complessità con cinque livelli distinti separati da sezioni dove si nuota letteralmente attraverso fluidi densi che rallentano i kart. L’effetto visivo delle bolle e delle sostanze chimiche che deformano l’immagine è semplicemente stupendo.
Ma la vera sorpresa arriva con le piste dedicate ad altre proprietà SEGA. La traccia ispirata a Jet Set Radio trasforma Shibuya in un parco giochi verticale, dove graffiti animati decorano ogni superficie. La colonna sonora di quella pista riprende lo stile funk-hip hop originale, facendo venire i brividi ai nostalgici. Correre sui tetti, mentre DJ Professor K commenta la gara dal suo studio radio, è un’esperienza memorabile.
Il livello Yakuza si svolge nelle strade notturne di Kamurocho ricreate con attenzione maniacale ai dettagli. I neon dei locali notturni si riflettono sull’asfalto bagnato. I passanti si scansano al passaggio dei kart. Le hostess fuori dai club fanno cenni ai piloti. È un tuffo perfetto nell’atmosfera della serie madre che fa capire quanto amore gli sviluppatori abbiano riversato nel progetto.
Tecnicamente il gioco gira su un motore proprietario ottimizzato per mantenere i 60 fps stabili anche nelle situazioni più caotiche. Quando dodici kart sfrecciano contemporaneamente su livelli diversi con effetti particellari esplosioni e distorsioni ambientali il frame rate può calare leggermente ma mai sotto i 50 fps. Considerando la complessità visiva, il risultato è più che rispettabile.
La FOV (field of view) impressiona, con pochissimo pop-in degli elementi scenici. Si possono scorgere i rivali che corrono sui livelli superiori o inferiori anche a grande distanza. Questo aiuta la leggibilità della gara e permette di pianificare strategie osservando dove si trovano gli altri piloti nello spazio tridimensionale.
Gli effetti particellari meritano una menzione speciale. Ogni superficie calpestata genera detriti coerenti: sabbia che si solleva nella desert zone, spruzzi d’acqua nelle sezioni marine e scintille che volano sulle superfici metalliche. Durante i boost verticali, il kart lascia dietro di sé una scia luminosa colorata che permane per alcuni secondi, creando arcobaleni di luce quando più piloti si lanciano in successione.
Le animazioni dei personaggi traboccano di personalità. Ogni pilota ha decine di animazioni contestuali che si attivano durante la gara. Sonic tamburella impazientemente sul volante quando rallenta, Eggman ride sguaiatamente quando sorpassa un rivale e Tails aggiusta gli occhialini prima di ogni curva stretta. Questi dettagli sembrano superficiali ma contribuiscono enormemente a dare vita ai personaggi.
Il design dei kart bilancia riconoscibilità e originalità. Ogni veicolo riflette la personalità del suo pilota pur mantenendo una coerenza stilistica generale. Il Tornado di Tails è chiaramente un biplano modificato con ruote, l’Eggmobile di Eggman galleggia su cuscini d’aria. Il kart di Kiryu è una berlina nera elegante che sembra uscita direttamente da un film yakuza.
Il comparto sonoro rappresenta forse l’aspetto più riuscito dell’intera produzione. Jun Senoue torna a comporre le musiche dopo anni di assenza e porta con sé tutto il talento che lo ha reso una leggenda tra i fan Sonic. Le tracce mescolano rock elettronico fusion e orchestrale, creando una colonna sonora energica e memorabile. Ogni pista ha un tema musicale dedicato che evolve dinamicamente in base agli eventi della gara. Durante i momenti tranquilli la musica mantiene un ritmo moderato. Quando si attiva il boost verticale gli strumenti si intensificano aggiungendo layer. Nell’ultimo giro la traccia esplode nella sua versione completa con tutti gli strumenti. Questo sistema adattivo mantiene alta l’adrenalina (e senza mai risultare invasivo).
I brani vocali presenti nel gioco sono catchy, nel senso più positivo del termine. Il tema principale “Cross The World” cantato da Crush 40 è un inno rock epico, che entra in testa dopo un solo ascolto. Le tracce vocali delle singole piste – come “Neon Nights” per il livello Jet Set Radio o “Megalomania Racing” per la Chemical Plant Zone – diventano rapidamente iconiche.
Gli effetti sonori sono puntuali e soddisfacenti. Il rombo dei motori cambia timbro in base alla velocità e al tipo di superficie. L’attivazione dei boost produce un sibilo supersonico riconoscibilissimo. Gli item hanno suoni distintivi che permettono di identificarli senza guardare l’interfaccia. Le esplosioni hanno peso e impatto.
Il doppiaggio in inglese è di ottima qualità, con tutti gli storici voice actor dei personaggi Sonic che riprendono i loro ruoli. Roger Craig Smith torna come Sonic con la sua interpretazione energica e carismatica. Mike Pollock continua a essere un Eggman perfetto con quel mix di minaccia comica e cattiveria cartoon. I nuovi personaggi SEGA hanno doppiatori altrettanto competenti.
Purtroppo manca un doppiaggio italiano completo. I menu sono localizzati ma le cutscene rimangono in inglese con sottotitoli. Considerando il target anche giovane del gioco, questa scelta appare oltremodo discutibile. Molti giocatori italiani avrebbero apprezzato una localizzazione completa.
Alcuni problemi tecnici minori intaccano l’esperienza. Occasionalmente si verificano piccoli glitch grafici (come texture che caricano in ritardo o oggetti che fluttuano). Nulla di game-breaking ma abbastanza frequente da essere notato. Le transizioni tra i livelli verticali a volte presentano microfrattamenti che spezzano momentaneamente l’immersione.
Il netcode del multiplayer online merita un paragrafo a parte perché rappresenta la debolezza più evidente del pacchetto. Le partite online soffrono di lag frequente, anche con connessioni stabili. I giocatori sembrano teleportarsi avanti e indietro. Gli item colpiscono anche quando visivamente sembrano passare lontano. Le disconnessioni improvvise rovinano gare altrimenti emozionanti. È chiaro che l’infrastruttura online non era pronta al lancio.
Confronto con i rivali: sotto l’ombra del fungo
Parlare di Sonic Racing: CrossWorlds senza confrontarlo con Mario Kart sarebbe come recensire un nuovo FPS ignorando Call of Duty. La serie Nintendo rappresenta da trent’anni il riferimento assoluto del genere. Ogni pretendente al trono deve inevitabilmente misurarsi con lo standard stabilito da Mario e compagnia.
Mario Kart domina per una ragione precisa: accessibilità universale combinata con profondità meccanica. Chiunque può prendere in mano un controller e divertirsi immediatamente. Eppure, sotto quella superficie amichevole, si nascondono tecniche avanzate – come il demon sliding e il soft drifting – che separano i principianti dai veterani. È questo equilibrio perfetto tra casual e competitivo a rendere Mario Kart immortale.
Sonic Racing: CrossWorlds prova a differenziarsi introducendo la stratificazione verticale ma sacrifica parte dell’immediatezza che rende Mario Kart così efficace. Il sistema delle quote multiple richiede tempo per essere compreso appieno. I nuovi giocatori faticano a capire quando conviene cambiare livello e spesso si perdono nel caos tridimensionale. La curva di apprendimento più ripida allontana quella fetta di pubblico casual che Mario Kart accoglie senza sforzo.
Dal punto di vista del roster Nintendo vince per riconoscibilità globale. Mario, Luigi, Peach e Bowser sono icone universali che tutti conoscono anche chi non gioca abitualmente. I personaggi SEGA godono certamente di una base fan fedele ma mancano della penetrazione culturale delle controparti Nintendo. Fuori dalla cerchia degli appassionati quanti riconoscono Ulala o Beat?
Tuttavia Crossworld offre qualcosa che Mario Kart non può replicare: la nostalgia specifica per l’universo SEGA. Per chi è cresciuto con Mega Drive e Dreamcast, correre attraverso versioni rivisitate di Green Hill Zone o Shibuya di Jet Set Radio genera un’emozione che nessun circuito Nintendo può evocare. È un richiamo emotivo potente che crea una connessione unica con il gioco.
Il sistema di item presenta filosofie opposte. Mario Kart punta su power-up immediatamente comprensibili: gusci che colpiscono rivali banane che fanno scivolare funghi che danno boost. Crossworld introduce gadget più complessi, come il Temporal Rewind che richiede timing preciso per essere sfruttato al meglio. Questa complessità aggiunge profondità ma riduce la leggibilità immediata delle situazioni di gara.
Il bilanciamento del rubber banding è gestito molto meglio in Mario Kart. Nintendo ha perfezionato negli anni un sistema che mantiene le gare combattute senza risultare ingiusto. I giocatori in testa ricevono item difensivi mentre quelli in coda ottengono power-up offensivi potenti. Crossworld tenta di replicare questa formula ma sbilancia troppo verso gli ultimi classificati creando situazioni dove dominare una gara diventa quasi impossibile.
Team Sonic Racing il predecessore spirituale di Crossworld aveva introdotto meccaniche di gioco di squadra interessanti che qui vengono inspiegabilmente abbandonate. La possibilità di scambiarsi item con i compagni di team o di slipstreamare più efficacemente dietro agli alleati aggiungeva una dimensione strategica assente in Mario Kart. Crossworld torna a una struttura più tradizionale, perdendo quell’elemento distintivo.
Crash Team Racing Nitro-Fueled rappresenta un altro competitor diretto che vale la pena menzionare. Il remake Activision ha dimostrato come un kart racer può focalizzarsi sull’aspetto tecnico della guida premiando la precisione assoluta. Crossworld si posiziona a metà strada tra l’accessibilità di Mario Kart e la rigidità tecnica di CTR senza eccellere completamente in nessuna delle due direzioni.
Il multiplayer online è dove Mario Kart straccia letteralmente la concorrenza. L’infrastruttura Nintendo funziona in modo quasi perfetto con lag minimo, matchmaking efficiente e stabilità granitica. Crossworld al confronto sembra un prototipo beta con disconnessioni frequenti e prestazioni online inaccettabili. Questo gap tecnico da solo basta a far preferire Mario Kart a chi cerca un’esperienza multiplayer competitiva seria.
La modalità carriera single player tuttavia va a Crossworld senza discussioni. Mario Kart offre una progressione lineare attraverso coppe prestabilite senza particolare narrativa o varietà nelle sfide. La storia di Crossworld, con le sue missioni diversificate, i dialoghi e le scelte narrative, fornisce motivazioni più forti per completare il gioco al cento per cento.
Il post-game content è un’area dove entrambi i titoli mostrano approcci differenti. Mario Kart punta sulla perfezione: ottenere tre stelle in ogni coppa, sbloccare tutti i veicoli e padroneggiare ogni pista. Crossworld offre sfide aggiuntive, personalizzazione estetica dei kart e time trials con classifiche online. Nessuno dei due approcci è oggettivamente superiore ma si rivolgono a sensibilità diverse.
Conclusione: un buon tentativo che merita attenzione
Sonic Racing: CrossWorlds non riesce nell’impresa titanica di detronizzare Mario Kart. Sarebbe stato ingenuo aspettarsi il contrario, considerando il dominio trentennale di Nintendo nel genere. Tuttavia, ridurre questo gioco a un semplice clone inferiore significherebbe ignorare le sue qualità genuine e le idee innovative che porta sul tavolo.
Il sistema di stratificazione verticale rappresenta un contributo significativo all’evoluzione del kart racing.
Trasforma piste che altrimenti sarebbero bidimensionali in playground tridimensionali, dove la strategia acquisisce una dimensione letteralmente nuova. Quando il sistema funziona al meglio – con dodici giocatori che si muovono fluentemente tra i livelli – crea momenti di puro spettacolo ludico che nessun altro gioco del genere può replicare.
La celebrazione dell’universo SEGA costituisce un valore aggiunto inestimabile per chi ha condiviso la propria infanzia o adolescenza con le console della casa giapponese. Ogni pista, ogni personaggio, ogni riferimento musicale è un tuffo nel passato fatto con rispetto e affetto genuini. Gli sviluppatori dimostrano di comprendere profondamente cosa rende speciali questi franchise e riescono a catturarne l’essenza.
La modalità storia sorprende positivamente, offrendo una motivazione narrativa per proseguire che va oltre il semplice completamento delle coppe. Vedere Sonic che recluta personaggi da universi diversi per formare una squadra contro Eggman crea una dinamica crossover divertente. Le missioni variegate mantengono alto l’interesse anche dopo molte ore, impedendo alla formula di diventare ripetitiva.
Tuttavia è impossibile ignorare i problemi che affliggono il titolo. Il multiplayer online disfunzionale rappresenta una mancanza grave, in un’epoca dove la componente competitiva online costituisce spesso il motivo principale per continuare a giocare un titolo dopo il completamento della campagna. Vedere un’idea brillante sabotata da un’implementazione tecnica inadeguata frustra profondamente.
Il bilanciamento richiede urgentemente una revisione attraverso patch future. Il Temporal Rewind troppo potente, i Badnik Swarm troppo deboli e il rubber banding eccessivo creano situazioni dove la vittoria sembra dipendere più dalla fortuna che dall’abilità. In un genere dove la competizione rappresenta il sale del gioco questo problema non può essere sottovalutato.
La curva di apprendimento ripida allontana inevitabilmente quella fetta di pubblico casual che cerca un divertimento immediato (senza dover studiare meccaniche complesse). Nintendo ha dimostrato per decenni che è possibile creare profondità senza sacrificare accessibilità. Crossworld avrebbe beneficiato di un tutorial più approfondito e di una progressione più graduale nella difficoltà.
Nonostante questi difetti evidenti, Sonic Racing: CrossWorlds merita un’opportunità da parte dei giocatori interessati al genere. Non è il miglior kart racer disponibile sul mercato ma offre un’esperienza sufficientemente distinta e piacevole da giustificare l’acquisto, specialmente per i fan SEGA. Le sue idee migliori potrebbero influenzare positivamente i futuri titoli del genere.
Con il supporto post-lancio adeguato molti problemi attuali potrebbero essere risolti. Patch che migliorino il netcode online, bilancino gli item e limino le asperità tecniche trasformerebbero un buon gioco in un ottimo gioco. La base c’è e le fondamenta sono solide. Serve solo la rifinitura (che probabilmente mancava al momento del lancio per rispettare scadenze commerciali).
La recensione in breve
Sonic Racing: CrossWorlds rappresenta un buon tentativo di scuotere la formula consolidata del kart racing introducendo elementi freschi. Non raggiunge l'eccellenza ma offre abbastanza contenuti di qualità e momenti memorabili da soddisfare chi cerca qualcosa di leggermente diverso dal solito. È un gioco imperfetto, soprattutto sotto il profilo tecnico, ma i margini per migliorare la resa sul lungo periodo lasciano ben sperare
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Voto Game-Experience