Sin dai tempi di Deadlight: Director’s Cut il team di Tequila Works ha voluto focalizzarsi sul genere puzzle-platform combinandolo a più tematiche ulteriori. In tal caso si è trattato di un survival zombie, seguito poi dall’ispirato mondo di RiME e, successivamente, dalla fu esclusiva Stadia GYLT (a tal proposito, date una letta alla recensione di GYLT). Ora, invece, è il turno di Song of Nunu: A League of Legends Story.
Riot Forge sta continuando a dare fiducia a team di sviluppo indipendenti per i titoli ispirati all’universo di Runeterra. Nella recensione di The Mageseeker: A League of Legends Story abbiamo vissuto la ribellione di Sylas contro Demacia. Come dimenticarsi poi di Convergence: A League of Legends Story, firmato dai creatori di Speed Brawl e pensato per seguire le orme di Ekko. Con Tequila Works, invece, ci uniamo a Nunu e Willump nel Freljord. Scopriamo la loro avventura nella recensione di Song of Nunu: A League of Legends Story.
La storia: la possenza del Freljord
In questo viaggio si esplora il Freljord nei suoi angoli più selvaggi, scoprendo la storia dei nomadi Notaj come narrata dal piccolo Nunu, il bambino di otto anni che su League of Legends cavalca la Landa degli Evocatori in sella al suo fedele yeti Willump, creatura che trova forza nel suo piccolo amico. Due gentili e apparentemente spensierate creature che si consolano con i suoni del flauto Svellsongur, l’una cercando la madre Layka e l’altra costretta a proteggere oscuri segreti delle terre ghiacciate in quanto ultimo yeti magico esistente.
Sono proprio il cuore di Nunu e la forza di Willump a guidarci tra fortezze, carovane distrutte e luoghi estasianti, in un lungo cammino verso la Montagna Alata e un misterioso artefatto che potrebbe scuotere il destino del Freljord stesso. Le inesplorate distese innevate ospitano continuamente insidie pronte a interrompere la traversata dei due eroi. Sono i fortuiti incontri con il solitario semidio Ornn sotto il vulcano Langhus; con il risoluto avatar della tempesta Volibear; e con il Cuore del Freljord Braum a donare la tanto necessaria speranza al bambino e allo yeti.
Una fiaba epica di cuori ghiacciati e cuori di pietra, tenera e triste allo stesso tempo, che narra la dolcezza di una coppia che scoppia e arricchisce non poco le nozioni sul Freljord e sul Vuoto, la minaccia che incombe su Runeterra e che viene confinata dal Vero Ghiaccio, che la Strega dei Ghiacci vuole controllare preparandosi al duro conflitto per la salvezza del mondo intero.
Song of Nunu: A League of Legends Story è indubbiamente un percorso imperdibile per chi nel MOBA targato Riot Games ha trovato piacere nel giocare con le antiche divinità e gli eremiti spirituali della regione a nord di Demacia. Al contempo, però, è un’introduzione eccellente all’universo Riot per i più piccoli.
Il gameplay: anche troppo elementare
È proprio quest’ultimo dettaglio a darci qualche motivo per storcere immediatamente il naso. La storia è ricca di significato ma viene proposta con un gameplay eccessivamente lineare. Le sequenze platform sono limitate e banali, intervallate da numerose porzioni scriptate e combattimenti che appaiono più come minigiochi di bassa qualità. Per un appassionato dell’età di Nunu questa si rivela un’avventura del tutto gradevole, ma per chi vive e respira l’aria di League of Legends da molti anni diventa solo un pretesto per esplorare Runeterra con dinamiche differenti, distanti dal celebre MOBA che ha originato il tutto.
Da quando Riot Games ha iniziato a espandere il suo universo con i progetti della Forgia e con – soprattutto – la serie TV Arcane si sono sempre toccati livelli minimi di maturità non indifferenti, unendo l’estetica più cartoon a temi complessi. In un certo senso tali standard vengono raggiunti; tuttavia, un giocatore della “vecchia guardia” potrebbe ritenersi insoddisfatto da Song of Nunu, proprio in quanto affronta una storia grandiosa sottostando a limiti evidenti.
Solo alcuni enigmi tra i vari proposti durante questo gelido viaggio spiccano per la loro moderata difficoltà, in quanto richiedono una certa attenzione affinché si possa trovare la quadratura al cerchio. Ancora una volta, per un giocatore più esperto possono essere un piccolo ostacolo in quello che risulta altrimenti un rettilineo senza intralci; soltanto i più piccoli godranno del divertimento offerto da questa commistione di elementi. D’altronde, chi conosce Tequila Works e ha giocato i suoi già citati precedenti videoludici sa perfettamente che questa è la loro “specializzazione”.
Song of Nunu è chiaramente firmato Tequila Works
Con RiME e GYLT si sono presentate le medesime incertezze: il primo viene tutt’oggi riconosciuto come esteticamente mozzafiato, avvolgente nelle sue ambientazioni fantasy e commovente nella storia, ma povero nella dimensione platform-puzzle. Il secondo, alla stessa maniera, non è brillante e originale negli enigmi e mostra un gameplay derivativo e banale, compensato da un’atmosfera horror dai toni impegnativi – almeno apparentemente, o per una determinata sezione del gioco.
Insomma, le opere di Tequila Works possono essere tendenzialmente descritte come “potenziale inespresso”. Suggestive, a volte mozzafiato, ma mai del tutto convincenti. Song of Nunu: A League of Legends Story rientra anch’esso in questa definizione, pur essendo ben limato in confronto a GYLT e offrendo qualche spunto in più rispetto a RiME, che resta ad oggi il progetto più ammirevole e originale del team.
Questa esperienza ha delle fondamenta molto solide in quanto le storie scritte da Riot sono affascinanti, armoniose. È il gameplay a dimostrarsi il tallone d’Achille della squadra spagnola, anche in questo frangente. Se solo la tecnica fosse più affinata, Tequila Works potrebbe davvero diventare un team di riferimento sulla scena indipendente – a patto che si trovi anche una soluzione alla definizione esatta del target.
Grafica e audio: puliti ma difettosi
Sin dalle prime battute è lampante la realizzazione da parte di Tequila Works. Gli sviluppatori madrileni hanno giocato una partita a favore data la presenza di Nunu, un bambino esattamente come i protagonisti di GYLT e RiME. Proprio come in questi due titoli, i modelli sono cartooneschi e puliti, seppur non perfettamente curati. Le animazioni presentano lo stesso tipo di problema: a volte sono lodevoli ed evidenziano una buona tecnica nella creazione dei personaggi, mentre in altri contesti sembrano scadenti e inadeguate, specialmente per quanto concerne le espressioni facciali.
Al contrario, gli effetti sonori e la musica si abbinano molto piacevolmente all’ambientazione del Freljord. Tra i ghiacci di Anivia, le fiamme di Ornn e la crudeltà di Lissandra si percepiscono in ogni angolo il vigore delle semi-divinità, il conflitto interiore di Nunu e Willump, la possenza e l’onore di Braum. Non ci sono composizioni magistrali, ma fanno il loro lavoro e si incastrano efficacemente nella trama, offrendo così una vicenda bella da vedere e sentire. L’ottimo doppiaggio italiano, poi, fa il resto.
La tendenza all’imperfezione non lede del tutto alla bontà dell’iniziativa. La bellezza leggera di tutte le opere firmate dallo studio spagnolo è ormai caratteristica: è il sintomo di una maturità ancora non raggiunta, ma anche segnale che con il tempo e l’esperienza si possono toccare livelli più elevati e ammirevoli, promuovibili senza dubbio alcuno. Song of Nunu: A League of Legends Story è un buon passo nella retta via e solo con ulteriore esercizio Tequila Works potrà fiorire.
VERSIONE TESTATA: PC
La recensione in breve
Un’avventura selvaggia, curata ma altalenante. Song of Nunu: A League of Legends Story è l’ennesima dimostrazione, dopo RiME e GYLT, che Tequila Works sa proporre esperienze cartoonesche abbastanza mature ma imperfette. Ancora una volta il gameplay si dimostra forse troppo elementare, facendo pensare che il team si vuole specializzare su progetti quasi didattici, o comunque per giocatori in erba. Se Song of Nunu vuole essere la porta di ingresso nell’universo Riot per i più piccoli, allora l’obiettivo è centrato. Per catturare anche la vecchia guardia, però, serviva molto di più.
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Voto Game-Experience