Card Thief
No, non abbiamo a che fare con il furto di carte di credito, ma con un gioco di carte nel quale impersoneremo un ladro che dovrà sgraffignare quanti più tesori possibili (ma va?). Si tratta quindi di un titolo che unisce elementi stealth ad un board game basato sull’uso di carte disposte su una griglia 3×3 e che dovranno essere “toccate” una alla volta secondo precise regole. Chiaramente particolare attenzione andrà posta alle carte rappresentanti le guardie che potranno essere sconfitte, ma se giungeremo su di loro dal lato sbagliato rischieremo di essere arrestati. L’HUD del gioco è quasi totalmente assente, rimpiazzato dai valori riportati sulle carte che cambieranno dinamicamente per dare informazioni al giocatore su ciò che può o non può essere fatto. Il titolo richiede un po’ di tempo al fine di comprendere pienamente le regole che lo governano, ma una volta presa la mano diventa un vero e proprio “addicting game”
Severed
Mi capita spesso di rigiocare a porting mobile di titoli usciti originariamente su console fisse, più raramente gioco a porting di handheld console, specie se il gioco è uscito da poco o su una piattaforma che uso ancora spesso. Severed, gioco sviluppato da Drinkbox prima su PSVita e poi su smartphone e tablet oltre che Nintendo 3DS e Wii U, è uno di quei rari casi: si tratta di una vera e propria perla, un action game che unisce l’esplorazione dei dungeon e la crescita parametrica tipica di un RPG ad un sistema di combattimento che potrebbe ricordare le meccaniche di giochi come Fruit Ninja. Lo stile colorato di Drinkbox già visto in Guacamelee e nei due Tales from Spaces riesce a prestarsi comunque ottimamente alle tematiche crude ed alle creature mostruose presenti in questo gioco, cosa assolutamente inedita per lo studio visto che anche in Guacamelee il tema della morte è stato decisamente edulcorato. Rispetto alla versione per PSVita, in questo porting la navigazione sulla mappa è leggermente più difficoltosa visto che avviene tramite gesture e non tramite croce direzionale, ma la migliore precisione dei touch screen degli ultimi anni rende gli swipe per danneggiare i nemici più precisi: consigliamo comunque di giocarlo sullo schermo largo del tablet, ma anche su smartphone da le sue soddisfazioni. Se volete maggiori informazioni sul gioco leggete la nostra recensione della versione per PSVita. Nota a margine, al momento è disponibile solo su iOS.
Framed
… ovvero quando un puzzle game diventa un fumetto. L’idea di base del gioco è abbastanza semplice: ogni livello rappresenta una pagina di un fumetto noir/poliziesco nella quale, a parte la prima e l’ultima vignetta di ciascuna “pagina” tutte le altre saranno intercambiabili e dovranno essere posizionate nell’ordine corretto per poter far proseguire la narrazione del gioco: un divertente modo per inserire una trama che faccia da collante all’interno di un genere molto spesso privo di componenti narrative ben costruite. Particolarmente interessante è il modo in cui è stato realizzato il feedback per segnalare all’utente il suo errore: infatti sbagliando l’ordine delle vignette il protagonista eseguirà comunque una serie di azioni fino ad arrivare alla vignetta finale che, però, si concluderà con un fallimento (generalmente la morte o un arresto). Nonostante ormai il titolo abbia qualche annetto sulle spalle, rimane un gioco sempre godibile e che merita di essere provato.
Father and Son
Realizzare un gioco educativo che allo stesso tempo possa anche essere un bel gioco è sicuramente un obiettivo che diversi team (non molti, a dire la verità) si sono posti, molto spesso fallendo: Father and Son è forse uno dei pochi casi di titolo educativo ben fatto che mi è capitato di avere fra le mani. In realtà Father and Son è più un’idea di marketing ben concepita e sviluppata che un prodotto educativo, ma riesce comunque ad attirare l’interesse della persona sul “prodotto” pubblicizzato, in questo caso il Museo Archeologico Nazionale della città di Napoli. Il gioco, scaricabile in maniera gratuita, non è altro che una sorta di avventura grafica piuttosto elementare nel suo svolgimento per poter essere goduta anche dai non-videogiocatori, ma con una trama emotivamente coinvolgente e con uno stile artistico capace di donare alla città un fascino straordinario.
Death Road to Canada
Ok, lo ammetto: la tematica zombie è ormai sopravvalutata ed il viaggio on the road alla ricerca di un posto sicuro non è di certo originalissima, neanche quando l’invasione dei non-morti avviene su territorio canadese. Tuttavia se non vi basta fronteggiare morti viventi sulle mappe zombie di Call of Duty o su Left 4 Dead, ma volete portare un po’ di distruzione anche sui vostri cellulari, RocketCat vi propone il suo Death Road to Canada, un titolo isometrico in pixelart dove dovremo prendere a mazzate tutti gli zombie che si metteranno sulla nostra strada. A differenza del più noto Age of Zombie di Halfbrick (per intenderci quelli di Jetpack Joyride e Fruit Ninja) dove l’unico obiettivo era quello di sparare ad ogni cosa che si muove a schermo, in DR2C oltre ad usare prettamente armi melee, dovremo anche tenere sotto controllo l’umore del nostro compagno di squadra e risolvere delle quest che ci permetteranno di aiutare nuovi compagni di viaggio o acquisire oggetti e potenziamenti. Unico grande difetto è il prezzo, un po troppo elevato sia per quello che il gioco propone sia per gli standard dei giochi mobile.