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Home»Articoli»Recensioni»Skin Deep, la recensione: avventura spaziale dal surreale umorismo felino

Skin Deep, la recensione: avventura spaziale dal surreale umorismo felino

La recensione di Skin Deep, sparatutto immersivo che fa dell’umorismo la sua arma forte e riesce a divertire nei suoi limiti.
Francesco SantinBy Francesco Santin28 Aprile 2025
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Key art di Skin Deep, con logo videogioco e collage dei personaggi principali
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Devolver Digital e Annapurna Interactive negli anni hanno insegnato al pubblico internazionale che alcune gemme ludiche si nascondono in posti inaspettati, guizzi sorprendenti che derivano da idee bizzarre e team di sviluppo pronti a osare. Ricordiamo, ad esempio, il distruttivo Donut County di Ben Esposito, titolo dalla breve durata ma davvero esilarante. Dallo stesso publisher, ricordato ora più per le dimissioni di tutto lo staff, giunge ora un nuovo esperimento firmato Blendo Games.

La casa di sviluppo è ben nota e apprezzata nel panorama indie per due titoli in particolare: Thirty Flights of Loving e Quadrilateral Cowboy. Ebbene, Skin Deep vuole essere l’evidente evoluzione di questi due giochi nell’estetica e nella follia, ereditando lo stile grafico e narrativo. Ci riesce? Scopritelo nella recensione di Skin Deep.

Skin Deep tra cloni e nonsense

Gatto vestito da prestigiatore salta urlando Meow

Le vicissitudini di Skin Deep iniziano dalla presentazione di Nina Pasadena, agente assicurativo e persona che, un tempo, aveva una morale nebulosa. Le sue prime missioni le chiedono di salvare dei gatti, intrappolati in navi guidate da pirati spaziali simbolo di stupidità. La loro goffaggine non distoglie l’attenzione di Nina dalla presenza di un comandante misterioso, interessato proprio a ucciderla. Una nuova nemesi che la incuriosisce e la preoccupa allo stesso tempo, riportandola a contattare vecchie conoscenze pelose e a dover trattare con il passato, con non poche sorprese.

La narrazione è molto lineare e caratterizzata da una comicità peculiare, simboleggiata dai “MEOW!” al rallentatore che echeggiano nelle navi spaziali alla liberazione dei gatti. Il nonsense è proprio l’elemento chiave di questa avventura caotica. Un incarico dopo l’altro ci sono dialoghi bislacchi via mail con i gatti, legati anche alle mansioni dei felini stessi. Per non parlare dei combattimenti con i pirati, che tratteremo però di seguito.

Il gioco richiede tra le 8 e le 12 ore per essere completato, principalmente a seconda di quanto tempo si desidera dedicare alle mansioni secondarie di ogni livello. Platinare Skin Deep non è affatto difficile, richiede giusto la lettura di qualche nota scritta presente nelle varie navi e l’esplorazione di ciascuna di esse.

Un umorismo che prova a lasciare il segno

Testa di un pirata spaziale viene gettata nell'immondizia

Skin Deep non offre una storia che si prende sul serio, nemmeno per un secondo. La verve noir riesce a porre dei paletti rigidi attorno ai quali la matassa possa sciogliersi nei modi più astrusi, servendo un tono falsamente posato. Tra gatti, robot e paradossi, questa avventura spaziale solleva lo spirito con un umorismo semplice, spesso surreale, ma sempre gradito.

A creare questo vibe sono il doppiaggio e il comparto grafico più di ogni altra cosa, con modelli e texture che definiscono lo stile caratteristico di Blendo Games grazie all’aspetto decisamente datato, dovuto anche all’uso del motore id Tech 4 – quello di DOOM 3, per intenderci. Per alcuni potrebbe essere un punto a sfavore dell’esperienza ludica. A nostro avviso, invece, è una necessità legata all’identità dello studio che funziona egregiamente. Se si paragona l’estetica di Skin Deep con quella dei due titoli citati in apertura, poi, è facile notare la sua ottima evoluzione.

Graficamente riesce a stare a passo con i tempi senza però distaccarsi dagli elementi chiave della casa di sviluppo: i personaggi più importanti hanno tutti teste quadrate o dalla scarsa qualità. Una soluzione funzionale anche in ottica umoristica, che sicuramente a diversi giocatori sembrerà stonare con la realizzazione degli ambienti e dei livelli.

Il gameplay di Skin Deep: un crescendo intelligente ma banale

Nina Pasadena usa un walkie talkie in Skin Deep per rispondere ai pirati spaziali

Il gameplay da “avventura immersiva” si sente. Il giocatore può controllare Nina Pasadena prendendosi la libertà di completare ciascun livello in stealth e senza uccidere nessuno, usando armi come bucce di banana, scatole di pepe, deodoranti e piante di aloe vera. Naturalmente, non mancano soluzioni più rumorose e caotiche come mitragliatori, granate EMP e tritolo, ma si può anche sfruttare la gravità distruggendo finestre o aprendo le camere di depressurizzazione. Insomma, ce n’è per tutti i gusti.

Con il progredire della storia si devono affrontare nemici più resistenti, anche inamovibili, e blocchi a risorse come le suddette camere o canali di areazione. Per sbloccarle servono password, disponibili in biglietti della spesa, post it e log audio delle telecamere di sicurezza. Alcune volte sono presenti nei tablet dei pirati, che si possono duplicare con una rara macchina fotografica o rubare da sotto il naso. Se suona l’allarme, invece, basta impersonare un attimo un pirata tramite il sistema di comunicazione centrale o i walkie talkie.

Le risorse sono diverse e possono essere combinate in più modi, dando vita a combattimenti frenetici e strampalati. Peccato che nelle fasi finali del gioco si percepisca una mancanza di varietà. Dal mid-game, invece, il gameplay loop diventa davvero banale e ripetitivo. Gli intramezzi narrativi sono pochi e non molto coinvolgenti.

Performance sì, performance no, performance bum!

Combattimento corpo a corpo tra pirata spaziale e Nina Pasadena in un'astronave

A far storcere il naso in fase di review sono state anche alcune problematiche tecniche. Su PC con CPU AMD Ryzen 7 9700X, GPU AMD Radeon RX 7800 XT e 32 GB di RAM gira perfettamente, ma abbiamo riscontrato l’assenza di impostazioni grafiche avanzate per aggiustare qualche elemento in più oltre alla risoluzione. In più, certe azioni ci hanno bloccato per diverso tempo con crash continui.

Su Steam Deck, dove abbiamo effettuato gran parte della recensione, il gioco risulta “verificato”. Effettivamente, Skin Deep gira egregiamente sulla handheld di mamma Valve. Dovere nostro è segnalare, però, dei forti cali del framerate quando vengono utilizzati esplosivi come granate e tritolo a causa del vasto numero di elementi da calcolare, dalle finestre rotte ai pirati eliminati dalla faccia dell’universo. Infine, anche spostarsi al di fuori delle navi spaziali causa dei cali regolari degli fps.

Si spera in un intervento di ottimizzazione per tutte le piattaforme in occasione del lancio.

La recensione in breve

7.7 Strampalato

Skin Deep immerge il giocatore in un mondo astruso, surreale, con un tocco noir e un’estetica capaci di veicolare un umorismo e una storia soddisfacenti. Peccato che a lungo andare questo pacchetto narrativo non sembri lasciare alcunché di concreto. Il crescendo nella difficoltà dei livelli e nella complessità delle ambientazioni traina il gameplay e le performance sono sufficientemente solide. Se pensate di giocarlo su Steam Deck, però, preparatevi a qualche spaventoso calo di framerate.

  • Voto Game-Experience 7.7
  • User Ratings (0 Votes) 0
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