Si è tornati a parlare del controverso Six Days in Fallujah, questa volta nella cornice dello show di David Jaffe, già director di titoli del calibro di God of War e God of War 2: Jaffe’s YouTube Show. Nel più recente episodio dello spettacolo, presente in veste d’ospite John Garvin, ex Bend Studios che ha ricoperto il ruolo di sceneggiatore e direttore creativo sul recentemente molto discusso Days Gone.
Nel corso del dialogo che ha avuto luogo tra i due professionisti del settore si è parlato di molti argomenti, incluso per l’appunto Six Days in Fallujah, titolo che diverse organizzazioni hanno già deciso di boicottare, specialmente in luce della sua natura fortemente realistica e, in molti tratti, fortemente islamofoba e incitante violenza verso tale cultura.
Al nominare Six Days in Fallujah il volto principale dello show, David Jaffe, ha rivelato come, per un breve periodo, il team di Sony Santa Monica venne coinvolto nei lavori sul titolo. Non è sceso nel dettaglio di quanto e cosa abbia fatto lo studio, ma subito trovato l’appoggio di John Garvin, che ha infatti dichiarato di aver partecipato a suo tempo all’incontro che approvò tale collaborazione.
“Quando il gioco cominciò ad assumere la forma di un progetto desideroso di dare uno sguardo realistico sulla guerra le compagnie risposero qualcosa come ‘grazie, ma no grazie'” afferma Jaffe. Certo è che pochi giochi nella storia hanno visto un tale schieramento di oppositori, e le ragioni sono ben chiare: raccontare delle “verità”, specialmente scomode come quelle della guerra, non è mai sano ne corretto farlo sentendo il suono di una sola campana. In questo caso la campana sarebbe quella americana, e il nemico sarebbero non solo i soldati, ma anche i civili di religione musulmana. Una cultura che già anche senza simili rappresentazioni continua a lottare per trovare una difficile integrazione con le altre.