Il mondo dei videogiochi è un luogo dove il passato e il presente si fondono creando esperienze che sanno emozionare sia i nostalgici che i nuovi arrivati. Shinobi: Art of Vengeance è la prova vivente di questa magia. Annunciato ai Game Awards 2023 e in arrivo il 29 agosto 2025, questo titolo segna il ritorno di una delle serie più iconiche di SEGA. Sviluppato da Lizardcube (lo studio dietro il rinomato Streets of Rage 4), questo gioco platform action 2D con un level design di tipica ispirazione metroidvania promette di far rivivere la gloria di Joe Musashi, il ninja più celebre del panorama videoludico. Preparatevi a calarvi nei panni di un maestro delle arti ninja, pronti a combattere il male e a vendicare il proprio clan in un’avventura che unisce il fascino retrò a una freschezza moderna.
Un ninja, una leggenda: la storia di Shinobi
La saga di Shinobi nasce nel 1987 come un arcade firmato SEGA. All’epoca, il mondo dei videogiochi era dominato da cabinati che attiravano giocatori con grafica colorata (sia dentro che fuori il cabinato) e gameplay frenetici e reattivi. Il primo Shinobi introduceva il personaggio di Joe Musashi, un ninja senza cappuccio (una scelta audace ed anacronistica per l’epoca, ricordando il purismo videoludico giapponese) che combatteva contro l’organizzazione criminale Zeed che voleva riportare il Giappone nell’era Sengoku. Cavalcando le tendenze del momento, il gioco conquistò i cuori grazie alla sua miscela di azione, piattaforme e arti marziali, diventando un pilastro della cultura arcade. Negli anni successivi, titoli come The Revenge of Shinobi e Shadow Dancer (1989) hanno consolidato il mito, con Musashi che affrontava ninja malvagi, samurai e persino nemici ispirati a Spider-Man (sì, SEGA non si faceva problemi a “prendere in prestito” idee).
Dopo un periodo d’oro negli anni ’80 e ’90, la serie ha vissuto alti e bassi. Gli esperimenti su PlayStation 2 con Shinobi (2002) e Nightshade (2003) non hanno replicato il successo dei predecessori, e il reboot del 2011 per Nintendo 3DS è passato quasi inosservato. Ma i fan non hanno mai smesso di chiedere il ritorno del loro ninja preferito. E SEGA ha ascoltato. Shinobi: Art of Vengeance è una rinascita, un omaggio alla tradizione con un occhio al futuro, come dimostra il coinvolgimento di Lizardcube, maestri nel dare nuova vita ai classici.
La trama del nuovo capitolo è tanto semplice quanto epica. Joe Musashi torna al suo villaggio e lo trova distrutto. Il suo clan, trasformato in pietra dal misterioso Lord Ruse e dalla sua ENE Corporation, grida vendetta. Con la katana Oborozuki in mano e un arsenale di tecniche ninja, Musashi si lancia in una sanguinosa missione per sconfiggere il male e riportare l’onore al clan Oboro. La narrazione richiama i toni epici degli anni ’80, con un mix di dramma, azione e un pizzico di esagerazione che rende il tutto irresistibilmente affascinante. E sì, c’è anche un cane ninja, perché ogni grande Shinobi ha bisogno di un compagno a quattro zampe, motivo per cui, se dovessimo scegliere il titolo che maggiormente ha ispirato questo capitolo, la nostra scelte ricadrebbe su Shadow Dancer.
Un grande gioco d’azione ha bisogno di grandi nemici, e Shinobi: Art of Vengeance non delude. La ENE Corporation, guidata dal misterioso Lord Ruse, è un’organizzazione che sembra uscita direttamente dagli anni ’80, con un mix assurdo ma affascinante di ninja, samurai, soldati, robot e persino demoni (a metà tra Grosso Guaio a Chinatown e Akira, giusto per intenderci). Ma non spicca per originalità se pensiamo agli onnipresenti Zeed che hanno accompagnato tutte le varie avventure passate di Musashi. Cambia l’etichetta, se così possiamo definirla, ma l’impianto narrativo è piuttosto derivativo. Motivo per cui, per quanto alimentata da degli art attack spettacolari, la storia finisce per ricoprire il ruolo di mero riempitivo, con i dialoghi che vedono sistematicamente Joe Musashi “grugnire” ad ogni risposta (non stiamo esagerando, il celebre Ninja non parla ma emette dei versi).
Gameplay: arti ninja e combo spettacolari
Shinobi: Art of Vengeance è un gioco d’azione a piattaforme in 2D che punta tutto su un gameplay fluido e dinamico. Lizardcube ha preso il DNA della serie originale e lo ha arricchito con tocchi moderni, creando un’esperienza che si sente fresca ma profondamente radicata nel passato. Il cuore del gioco è il controllo di Joe Musashi, che si muove con una grazia letale attraverso livelli pieni di nemici, trappole e segreti.
L’arsenale di Musashi è un sogno per gli amanti dell’azione. La katana Oborozuki è l’arma principale, perfetta per fendenti rapidi e combo spettacolari che consente di inanellare colpi deboli ad altri forti per alimentare quel numerino delle combo tanto caro a videogiocatori attempati. I kunai, classici proiettili ninja, permettono di colpire a distanza, mentre le arti Ninjutsu e Ninpo aggiungono un tocco di magia, con abilità come tempeste di fulmini, tornado e attacchi doppelgänger che spazzano via interi schermi di nemici. Ma non è solo una questione di forza bruta: il gioco premia la precisione e la pazienza. Le combo sono illimitate (non esageriamo, ve lo possiamo assicurare), e padroneggiarle richiede riflessi, strategia ed una buona dose analitica rispetto alla situazione.
Abbiamo parlato di tradizione, ma è anche giusto spendere più di qualche parola sulle novità introdotte in Shinobi: Art of Vengeance. L’azione, infatti, si mescola con l’elemento della strategia, con il buon Joe che può contare su una serie di abilità e arti ninjutsu da incastonare all’interno di un sistema di equipaggiamento “a presa rapida”. Medesimo discorso per quanto concerne le abilità passiva, amuleti che potenziano alcune aspetti peculiari del celebre ninja. Accanto ad essi sopraggiungono anche quelli permanent, che premiano le performance del nostro eroe dopo un efferata battaglia. Non esiste uno skill tree vero e proprio, questo è giusto sottolinearlo, ma tanto basta per spezzare il ritmo della monotonia tra i vari livelli e donar quel pizzico di verve all’intera esperienza.
I livelli, più di una dozzina (per un totale di circa 20 ore, con contenuti rigiocabili), sono un’esplosione di varietà. Si passa da basi militari a deserti infuocati, da foreste lussureggianti a rovine antiche, ogni scenario disegnato a mano con una cura maniacale per i dettagli. Ogni stage dura circa mezz’ora, ma la rigiocabilità è alta grazie a percorsi alternativi, segreti e collezionabili (e la possibilità di muoversi liberamente tra i vari livelli sbloccati). Il gioco strizza l’occhio ai metroidvania, con mappe ampie e la possibilità di tornare indietro una volta sbloccati nuovi potenziamenti, ma mantiene una struttura a livelli distinti, fedele alla tradizione dei platform. I giocatori, infine, attraversi alcunu speciali amuleti possono scoprire i “Ningi”, oggetti che sbloccano nuovi percorsi e permettono di esplorare aree nascoste dello stage.
Un’estetica che incanta: grafica e sonoro
Uno dei punti di forza di Shinobi: Art of Vengeance è la sua direzione artistica. Lizardcube, già lodato per il lavoro su Streets of Rage 4, ha creato un mondo visivamente spettacolare. Gli sfondi e gli sprite delle animazioni disegnati a mano richiamano l’era 16-bit, ma con una qualità moderna che fa brillare ogni pixel. I fondali sono ricchi di dettagli, dai villaggi distrutti illuminati dalla luna ai deserti aridi con dune che si muovono sotto il vento, con l’illusione delle tridimensionalità per via della sovrapposizione dei vari layer in movimento costante. I personaggi, in particolare Musashi, hanno animazioni fluide, con le varie combo e mosse speciali che rendo quest’ultime mai ripetitive. I nemici, che spaziano da ninja rivali a robot giganti, sono progettati con creatività, mescolando il folklore giapponese a elementi fantascientifici, rispettando la tematica del layer di riferimento (come la tradizione SEGA insegna).
Il sonoro non è da meno. La colonna sonora, nata dalla collaborazione tra Yuzo Koshiro (che ha prestato il suo contributo nella realizzazione delle colonne sonore originali di The Revenge of Shinobi e Streets of Rage) and Tee Lopes (Sonic Mania e Streets of Rage 4), riesce a combinare melodie elettroniche moderne con richiami alle musiche chiptune dei classici della saga Shinobi. La main theme, giusto per rendere onore al merito, è un chiaro omaggio al leggendario soundtrack di The Revenge of Shinobi, con riff che rievocano quegli insert-coin dei tempi che furono. Gli effetti sonori, dai colpi di katana al sibilo dei kunai, aggiungono un ulteriore strato di immersione e di qualità, ad ulteriore dimostrazione che il lavoro svolto non ha lasciato nulla di inesplorato.
Il ritorno di un’icona: tra passato e futuro della serie
Shinobi: Art of Vengeance non è solo un gioco, ma un ponte tra generazioni. La serie originale è nata in un’epoca in cui i ninja erano ovunque nella cultura pop, grazie a film come “Ninja: American Warrior” e cartoni animati come “Ninja Turtles”. Joe Musashi era l’eroe perfetto per quell’epoca: silenzioso, letale, ma con un cuore d’oro. Oggi, in un panorama videoludico dominato da open world e battle royale, un platform 2D potrebbe sembrare una scommessa rischiosa. Eppure, il successo di giochi come Hollow Knight e Cuphead dimostra che c’è ancora spazio per esperienze lineari ma profonde.
Lizardcube sembra aver capito perfettamente questa dinamica, riuscendo abilmente a catturare l’essenza dei classici SEGA e riproporla in un contesto completamente diverso da quello dell’epoca. Il loro lavoro su Streets of Rage 4, che ha ricevuto lodi universali per il suo equilibrio tra vecchio e nuovo, ha aperto la strada ed è servito come misuratore per aggiustare il tiro. Il catalizzatore è sicuramente il famoso effetto nostalgia, ma anche le nuove generazioni ne vengono attratte per via di un ponte di ingresso che non chiude le porte a nessuno. Per giunta, anche la comunità degli speedrunner non aspettava altro, con numerose sfide in corso già in occasione dell’uscita della demo.
Shinobi: Art of Vengeance non è solo un gioco, ma una dichiarazione d’intenti. SEGA sembra intenzionata a riportare in auge i suoi franchise classici, come dimostrato dai recenti annunci di nuovi titoli per Jet Set Radio e Crazy Taxi. Il successo di questo capitolo potrebbe aprire la porta a ulteriori sequel o persino a un’espansione dell’universo di Shinobi. Non a caso il DLC SEGA Villains Stage è stato già annunciato e sembrerebbe in arrivo per i primi mesi del nuovo anno .
Dal punto di vista del mercato, il gioco si posiziona in una nicchia interessante. Con un prezzo accessibile e un appeal che spazia dai nostalgici ai nuovi giocatori, potrebbe diventare un successo di culto, simile a Streets of Rage 4. Insomma, il colosso nipponico ha deciso di dominare questa nuova generazione partendo dai suoi successi passati e la strategia, a quanto pare, sembra dargli ragione. Giocare per credere.
La recensione in breve
Shinobi: Art of Vengeance è più di un semplice revival. È un’ode al passato, un’avventura che cattura lo spirito degli anni ’80 ma si veste di modernità. Con un gameplay fluido, una grafica mozzafiato e una storia semplice e senza troppi fronzoli, questo gioco ha tutte le carte in regola per conquistare i fan di lunga data e attirare una nuova generazione di giocatori.
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Voto Game-Experience