Quella che stiamo vivendo può essere definita, senza ombra di dubbio alcuna, la remaster generation. Che si tratti effettivamente di voglia (economica) di riproporre gemme oramai perdute, in chiave moderna, o di un modo per far fronte ad una evidente crisi creativa dell’industry non è dato sapere. Fatto sta che, quasi a cadenza quotidiana, ci ritroviamo a scartabellare, sulle nostre fiammanti console next-gen, l’uno o l’altro titolo, con svariati lustri sulle spalle, in versione rimodernata e tirata a lucido. E’ questo, per l’appunto, il caso specifico di Shadows of the Damned: Hella Remastered, avente il compito di attualizzare quella piccola gemma oscura partorita dalla mente di Goichi Suda nell’oramai vetusto 2011. Ci troviamo dunque di fronte ad una delle tante operazioni nostalgia o ad un titolo rispettoso della tradizione dell’illustre predecessore? Delle due, certamente più la prima. Ma scopriamo insieme il perchè di questo giudizio, con la nostra recensione di Shadows of the Damned: Hella Remastered.
One way ticket to hell… in alta definizione, però!
Chi vi scrive fu tra quelli che, oramai ben tredici anni fa, difese strenuamente l’operato del trio creativo alla base di Shadows of the Damned originale. Come ignorare, infatti, un action-adventure noir, con atmosfere da road movie hard boiled, ideato e realizzato da Goichi Suda, con la collaborazione di Shinji Mikami e le musiche di Akira Yamaoka? Il prodotto risultante, pur se acerbo e difettato, a causa di una gestazione tutt’altro che lineare e senza problemi, si fece apprezzare per le atmosfere noir, per un humour intriso di becero machismo e per una storia talmente fuori di testa e surreale da risultare eclatante.
L’annuncio, in sordina in realtà, di questa remaster ha dunque risvegliato i miei sensi di ragno, preparandomi mentalmente per l’ennesimo giro nei meandri degli inferi, in compagnia del caro Garcia Hotspur. Shadows of the Damned è stato attualizzato, grazie a questa Hella Remastered, tanto per console old gen (Xbox One e PlayStation 4) che per PC e console next gen. Mentre per le prime ci sarà possibile usufruire della modalità 4k, bloccata però a 30fps, scegliere di iniziare la propria peregrinazione su console next gen o PC ci darà la possibilità di usufruire di un framerate a 60fps, ferma restando la sopraccitata risoluzione 4k.
A differenza della versione rilasciata, ben tredici anni or sono, all’interno di questo Shadows of the Damned: Hella Remastered è stata inserita la modalità New Game+, richiesta fortemente, nel corso degli anni, dalla fanbase. Sarà dunque possibile ri-iniziare da zero la propria immersione infernale, mantenendo però i potenziamenti sviluppati nel corso dei playthrough precedenti. In aggiunta a tutto ciò, avremo a disposizione ben quattro costumi estetici per garantire al nostro caro Garcia Hotspur una stilosa peregrinazione nei meandri dell’inferno.
Sotto il vestito… niente, o quasi…
Approcciarsi ad una remaster o, nel migliori dei casi, ad un remake ci porta a confrontarci non solo con un prodotto nuovo di pacca ma anche, nella maggior parte dei casi, con antesignani seminali e a valutare il livello di “rispetto” avuto nella fase di attualizzazione, da parte del team di sviluppo della versione next-gen. Con Shadows of the Damned: Hella Remastered detto compito è stato, invero, abbastanza elementare.
La remaster oggetto di questa recensione, infatti, eccezion fatta per le due sopraccitate aggiunte, ripropone in maniera speculare quanto visto al tempo della release originale, nel bene e nel male. Rimangono, infatti, inalterati i problemi della telecamera presenti nell’anno domini 2011. Parimenti, permane la legnosità del sistema di controllo che, per quanto gradevole ed accettabile in un prodotto della scorsa generazione, stride fortemente nell’anno domini 2024, soprattutto se si mira a rilanciare il franchise grazie ad una remaster (sempre la medesima non sia un mero espediente commerciale per mungere latte da utenti assetati di nostalgia).
Ed è questa, per l’appunto, la principale criticità di questa ingenerosa remaster. Fermo restando il valore assoluto del prodotto originale, dotato di una scrittura altamente sopra le righe e di un humour di matrice sessista, in pura guisa primi anni duemila, siamo rimasti con l’amaro in bocca nell’osservare il trattamento riservato alla procedura di attualizzazione. Al netto, infatti, di un “revamp grafico” che permette di ottenere risoluzione di 4k e 60fps sulle console di nuova generazione, poco altro è stato fatto. Le textures sono state leggermente tirate a lucido ma è palese quanto i ragazzi di Grasshopper Manufacture si siano limitati a svolgere il compitino e a rendere “lanciabile” su next-gen un gioco di svariate generazioni fa, tra l’altro già retrocompatibile, nella sua versione originaria Xbox 360 su tutto l’ecosistema Xbox One – Series X/S.
Molto rumore per nulla
Il codice di prova Xbox gentilmente fornitoci, ci da accesso tanto alla versione Xbox One quanto a quella Series X/S, permettendoci di notare quanto il lavoro di ammodernamento risulti superficiale e svogliato. La risoluzione è si aumentata a 4K ma il quadro di insieme rimane comunque “sporco”, in odore di old-gen. Il frame rate, bloccato a 60fps su piattaforme next-gen, soffre di qualche sporadico (ed inspiegabile, vista la pochezza poligonale a schermo) calo, anche sulla piattaforma Series X su cui abbiamo effettuato il “test drive”.
Pesa, tanto, nell’economia complessiva, la resa grafica del mondo di gioco, assolutamente invariata rispetto alla edizione originale, che va a far a pugni con un comparto poligonale, quello relativo ai protagonisti ed ai comprimari, che ha subito, invece, un facelift estetico ravvisabile ad occhio nudo. A poco servono gli effetti di luce, leggermente migliorati, se non ad evidenziare, ancor di più, la problematicità della attualizzazione HD di cui siamo testimoni.
Invariata, e stavolta è una nota positiva, la colonna sonora che, firmata da Akira Yamaoka, incarna e rende appieno le lugubri atmosfere hard boiled di questa piccola perla del gaming, bistrattata, purtroppo, nella sua re-incarnazione in alta definizione.
La recensione in breve
Shadows of the Damned: Hella Remastered incarna la più classica delle occasioni sprecate. Un prodotto dal grande potenziale, trattato purtroppo con sufficienza nella sua attualizzazione next-gen, non da riscontro a grandi differenze dall'opera originaria, perpetrandone i pregi ed i (molti) difetti. Un prodotto si godibile ma convertito pigramente per le macchine di nuova generazione. Vi divertirete, giocandolo, ma è inevitabile notare il retaggio old-gen del materiale di partenza.
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Voto Game-Experience