Il mondo dell’hardware da gaming, ormai, lo conosciamo tutti. Che si tratti di PC, console, mobile o cloud, l’ecosistema che ruota attorno alla stella polare ludica è un costante fermento d’innovazione, estetica e soluzioni all’avanguardia che, spesso a prezzi per pochi, si traduce in un boost incredibile quando si parla di prestazioni. Se quant’appena detto è grossomodo paragonabile alla scoperta dell’acqua calda nel segmento degli e-sport, anche nelle fila dei giocatori più esigenti, ma non necessariamente pro, la necessità di avere qualcosa di più performante tra le mani sta diventando la normalità. Ed è qui che, per l’ennesima volta, entra in gioco SCUF, colosso del citato settore – facente parte dell’ancor più colossale gruppo Corsair – che, negli ultimi anni, non si è certo tirato indietro in questa gara senza esclusioni di colpi. E con la recensione dello SCUF Reflex per PS5 che vi presentiamo oggi capirete che, foste alla ricerca di un’esperienza incredibile stringendo un pad PS5 tra le mani, il DualSense Edge di PlayStation potrebbe non essere l’unica risposta ammessa.
Un PAD dalle mille forme
SCUF Reflex, questo il nome in codice dell’alternativa alla famiglia DualSense, non è un banale pad ad alto profilo per giocatori esigenti. Questo ne è sicuramente il punto di partenza, e non c’è dubbio alcuno che l’esperienza maturata negli anni dal costruttore rendano il marchio SCUF punto di riferimento assoluto per chiunque punti alle alte performance. Dietro all’elettronica, all’attenzione stilistica e alla customizzazione estrema di un dispositivo high end in tutto e per tutto, però, si cela anche quella che potremmo definire una filosofia: la volontà di creare un prodotto che abbracci al cento per cento, o quanto più vicino possibile, i gusti e le esigenze dell’utente finale.
Non è quindi casuale se, in fase di acquisto dello SCUF Reflex PS5, il sito ufficiale metta a disposizione un configuratore multi-step che, a confronto, quello dell’IKEA è una slide Power Point. Qualsiasi cosa riteniate possa essere personalizzata, a conti fatti, può essere modificata a proprio gusto e piacimento – ovviamente, tenendo sempre bene a mente che il numerino che precede il simbolo dell’euro salirà in modo proporzionale. Dalla lunghezza e forma delle leve passando per colore di scocca frontale e posteriore, tasti e croce direzionale, tipologia di trigger (su cui torneremo a breve), scelte materiche per aumentare o diminuire il grip, dettagli come gli anelli attorno agli stick e via dicendo: ce n’è a sufficienza per ritrovarsi, dopo mezz’ora, a fare avanti e indietro tra le pagine del configuratore per scegliere quale sia la combo migliore. Fidatevi, ne sappiamo qualcosa…
Tantissimi aspetti positivi…
Al netto della versione “liscia” pre-built, la personalizzazione rappresenta il primo fattore chiave del successo di SCUF Reflex. Per carità, un minimo di senso estetico non solo è richiesto, ma è oltremodo gradito – quantomeno per non creare dei Frankenstein multi-color (che sembrano provenire dalle bancarelle di Wuhan). Diciamo che sia che vogliate mantenere un basso profilo (decisamente più pro, non c’è che dire), sia che vogliate sbizzarrirvi con colori assurdi e accostamenti al limite della Settimana della Moda meneghina, le alternative e le possibilità non mancano certo. Sicuramente, per dare un pizzico di brio in più alle, comunque, interessanti soluzioni ufficiali del marchio Sony.
Posto che, com’è giusto che sia, l’estetica overall diventa un fattore puramente soggettivo, in termini stilistici e materici possiamo comunque apprezzare la forma del pad, decisamente accattivante e dal giusto piglio aggressivo, un peso complessivo non trascurabile (che cala di qualcosina qualora optaste per la rimozione, possibile in fase di configurazione, dei due motori del rumble) che, in modo ovvio, corrobora una buona sensazione di robustezza e stabilità, e una scelta dei materiali (specie quello utilizzato nella zona anti-grip) di livello assolutamente pregiato.
Ma l’occhio non è tutto, e se SCUF è il controller partner della Call of Duty League i motivi non possono certo limitarsi al fattore estetico. Stiamo parlando del top di gamma quando si scende nel campo degli FPS, poco da fare, e la reattività dei quattro paddle posteriori o dei trigger a scatto istantaneo beh, difficilmente teme uguali. Se per i paddle, al netto dell’incredibile efficienza, non c’è molto da dire (se non che, una volta presa la giusta dimestichezza, il loro utilizzo con i medi diventa di un’immediatezza fulminea), per i trigger posteriori è invece possibile optare tra due configurazioni: quella base, con LT e RT caratterizzati dalla corsa standard del DualSense priva però della sua attenuazione adattiva, e quella “FPS” oriented, dove il click non solo è istantaneo, ma è perfettamente udibile proprio come quello di un mouse. Mentiremmo se dicessimo che il feedback aptico dei dorsali di DualSense sia una feature inutile, ma allo stesso modo un giocatore fortemente focalizzato sullo sparatutto beh, in quest’ultima modalità troverebbe soltanto immani felicità.
Ottimo anche il comportamento degli stick, in variante lunga e concava nella nostra configurazione. Reattività garantita anche in questo caso, con un’ottima maneggevolezza anche per le mani non propriamente minuscole di chi vi scrive. Vorremmo potervi garantire che, con premesse come queste, il drift rimarrà solo un brutto ricordo – ma, per quando fiduciosi, un paio di settimane di test sono forse troppo poche per sbilanciarsi in un modo così profetico. Le basi, tuttavia, ci sono.
In termini di comfort, SCUF Reflex si è dimostrato indubbiamente eccellente, forse più comodo sulla lunga percorrenza anche del DualSense Edge. Il peso è leggermente maggiore, giusto per fare della semplice matematica, ma in termini di ergonomia (e di materiali anti-grip), la scelta di SCUF ci ha convinto quel tanto che basta in più a far propendere l’ago della bilancia.
Sulle restanti feature, la partita tra i contendenti si gioca in ottimo equilibrio: il giroscopio non sembra esser da meno rispetto a quello di Sony, così come la durata della batteria, anche a fronte di lunghe sessioni, è comparabile. I comandi sono reattivi, senza lag o ritardi nella registrazione dell’input; il touchpad SCUF, dal canto proprio, è preciso e privo di intoppi. Ultimo ma non meno importante il rumble, presente nella nostra configurazione di prova e, in definitiva, capace di dare lo stesso tocco extra all’esperienza di gioco tanto come il DualSense base quanto come la variante Edge.
… ma anche qualche difettuccio
L’ottima partita giocata da questo SCUF Reflex non lo rende tuttavia esente da difetti, seppur in alcuni casi al limite del forzato. È un po’ questo il caso della croce direzionale, leggermente più dura rispetto a quanto provato con Edge: e se da un lato potrebbe farcela apparire più resistente e stabile, dall’altro il rischio di premere male (magari in situazioni concitate, tipo il cambio d’arma nel mezzo di un combattimento) e di non inviare correttamente l’input non è comunque pari a zero.
Altro aspetto da tenure in considerazione, seppur già affrontato al capitolo precedente, è l’assenza della componente adattiva dei trigger posteriori. Ora, nella stragrande maggior parte dei casi, un giocatore che si avvicina a SCUF Reflex ha già perfettamente chiare in testa le proprie necessità e, quasi sicuramente, avrà per il feedback aptico posteriore lo stesso interesse che ha per il rumble: nessuno, visto che nella migliore ipotesi rallenterebbero l’esecuzione della perfetta performance.
In un contesto meno competitivo, non c’è dubbio che la possibilità di selezionare la modalità preferita (in modo analogo a quanto opera la variante SCUF del pad Xbox, tramite selettore apposito) avrebbe rappresentato un valore aggiunto non indifferente, specie di fronte ad una spesa base di 250€ circa – che, lo diciamo subito e a scanso di equivoci, arriva comodamente alla soglia psicologica dei 400€ qualora optaste per configurazioni stilistiche e prestazionali estreme.
Ultima, ma comunque non meno importante, è la manutenibilità del dispositivo: come per Edge, anche per SCUF Reflex sarà possibile smontare gli stick analogici e annesse plastiche contenitive per procedere a eventuali sostituzioni, qualora si presentassero drift indesiderati o improvvise rotture. Posto che da un dispositivo di fascia premium è più che lecito aspettarsi tale operatività, abbiamo notato che la procedura di sostituzione degli stick in casa PlayStation avviene in modo più lineare e veloce, passateci il termine, di quanto sperimentato sotto egida SCUF. Nulla che un minimo di pratica non possa ridurre a qualche manciata di secondo, questo è un dato di fatto: ma, in termini di mero confronto, DualSense Edge porta a casa un punto, oggigiorno, tutto tranne che trascurabile.
La recensione in breve
SCUF Reflex per PS5 è senza dubbio un pad gargantuesco, con un potenziale ai limiti del clamoroso che può soltanto attrarre quella tipologia di giocatore che non concepisce il compromesso. La tecnologia istantanea alla base dei funzionamento dei trigger, i paddle posteriori ultra-reattivi, la personalizzazione totale e l’ottima ergonomia rappresentano un biglietto da visita sensazionale per il dispositivo SCUF, che soffre tuttavia la concorrenza ufficiale quando si scende nel campo dell’adattività dei grilletti (tanto amati, inutile nasconderlo, dall’utenza PlayStation) e, a cercare l’ago nel pagliaio, in quello della manutenibilità sul lungo periodo. Al netto di questo, un autentico mostro da stringere tra le proprie mani, che parte da una base d’asta, già di suo non propriamente indifferente, di 249€ out-of-the-box per la versione PRO. Che, inesorabilmente, saliranno una volta conosciuto l’ottimo configuratore: ma questo, in fondo, lo sapevate già.
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Voto Game-Experience