Dopo approfondimenti su quello che sapevamo e sull’origine del nome, eccoci finalmente a parlare di Scarlet Nexus dopo una breve, ma concitata sessione di gameplay. Grazie alle demo rese inizialmente disponibili su Xbox One e Xbox Series S/X e da venerdì 28 maggio su Playstation 4 e 5, abbiamo messo mano al controller per giocare alla prima missione di Yuito e Kasane, analizzandone principalmente gli aspetti del puro gameplay. Sfortunatamente non ci verranno dette cose aggiuntive sulla narrazione o sul mondo di gioco, se non per qualche particolare. Quello che abbiamo giocato non è altro che la stessa demo resa pubblica su Youtube qualche mese fa da una trasmissione giapponese, ma il poter provare con mano Scarlet Nexus è totalmente diverso dal vederlo.
Il (non) seguito di Code Vein
Anche se inizialmente credavamo che la componente souls-like non venisse a meno, adesso ci siamo totalmente convinti che Scarlet Nexus non ha nulla di Code Vein, nemmeno nel gameplay. Pad alla mano, ci siamo trovati in un mondo di gioco che inizialmente era difficoltoso avventurarsi, ma giocandoci per un po’ ci siamo trovati a nostro agio, divertendoci pure molto. Se dovessimo definire Scarlet Nexus con degli aggettivi, sarebbero “frenetico, adrenalinico e coinvolgente“.
La prova ci ha convinto ancora di più sulle potenzialità del nuovo gioco di Bandai Namco, derivando tutti gli aspetti negativi di Code Vein trasformandolo in un gioco unico e intrigante. Non parliamo di originalità nel gameplay, perché lo switch di poteri c’è sempre stato in tanti action RPG, ma sicuramente il contesto con il mondo narrativo sono sicuramente una cosa abbastanza unica. Abbiamo avuto modo di apprezzare ancor di più il character design dei personaggi e dei nemici, dove abbiamo visto delle interazioni uniche che ci hanno fatto capire molto dei personaggi e di un loro possibile collocamento nella narrazione.
Come si parlano tra di loro, il linguaggio e il comportamento dei due protagonisti e dei personaggi secondari sono ben caratterizzati, donandogli personalità e rendendoli decisamente interessanti. Le linee di dialogo sono poche e ripetute (di fatti nelle cut scene dei due protagonisti i dialoghi saranno pressoché identici, una cosa che non abbiamo per nulla apprezzato), ma comunque ci lascia la possibilità di inquadrare i personaggi e di lasciarci almeno un sorriso.
Giocando a Scarlet Nexus
Partiamo col dire che i primi minuti sono terribili. Ci siamo trovati totalmente spaesati nel tutorial, con una gestione della camera strana e un fittizio imput lag. Affrontare il tutorial è stato a dir poco difficoltoso, ma abbattendo nemico dopo nemico e seguendo i dettagliati, ma fastidiosi, consigli su schermo abbiamo trovato la nostra pace dei sensi, pronti ad affrontare la prima missione di Yuito.
Dopo aver giocato per qualche tempo, abbiamo compreso che il gameplay di Scarlet Nexus è semplice da utilizzare, ma difficile da padroneggiare: l’immediatezza del combact system unita alla spettacolarità delle mosse rende il tutto molto accattivante e intrigante, ma abbiamo notato che per eseguire una determinata combo unendo i poteri psionici a quelli del SAS non è per nulla semplice. Possiamo dire che in un certo senso si trasforma in un Rythm game dove l’esecuzione dei tasti al tempo giusto comporta un passo fondamentale per eseguire una combo ben fatta.
Combattere è abbastanza semplice: quadrato attacco base, triangolo mossa speciale, cerchio si schiva e croce si salta. Si uniscono poi i poteri del SAS, ossia il sistema neurale che permette agli FSE di condividere i propri poteri (leggetevi questo articolo di Scarlet Nexus per saperne di più), che andranno a dare a Yuito e Kasane dei benefit, non per forza legati al solo combattimento ma anche per altre situazioni; e poi i poteri psionici attivabili con i due grilletti del controller, uno più potente dell’altro. Infatti le mosse psioniche attivabili con il grilletto sinistro saranno solo per elementi speciali che necessiteranno di un quick time event, donando alla scena dinamicità e spettacolarizzazione.
Ci saranno molte scene che sospenderanno il combattimento, come le mosse speciali psioniche, ma queste non andranno a rovinare l’azione, anzi, la rapidità con le quali queste avvengono donano epicità alla scena, come le fatal che si possono fare una volta che il nemico avrà consumato la sua barra dell’affaticamento (quella gialla sotto la vita).
SAS, un sistema eccellente di gameplay
Notevole è la gestione della SAS che si adattano in tante situazioni come menzionato prima. La condivisione dei poteri è un elemento fondamentale per il gameplay in quanto costituisce l’unico elemento che serve per attaccare le debolezze dei nemici. Un esempio: c’è un Esterno che ricorda un vaso di fiori, perciò il potere pirocinetico di Habi risulterà efficace contro questo tipo di nemici. Oppure il giocatore lancia contro un Esterno un barile di petrolio, questo sarà automaticamente debole al fuoco. Stesso concetto vale se si bagna un Esterno per renderlo vulnerabili all’elettricità.
Non solo per l’offensiva, ma anche per la difesa e per il supporto: diventare invisibile, vedere ciò che è invisibile, diventare invulnerabili e superveloci, teletrasportarsi e sdoppiare gli oggetti. Questi sono i poteri che abbiamo visto e che corrispondono a un determinato alleato; otre a fornire supporto in battaglia, gli alleati potranno fare una mossa speciale nel caso si raggiungesse un determinato punteggio utilizzando la propria abilità.
Meno open, ma più World e più Techno
Una grande pecca di Scarlet Nexus sono le mappe molto ridotte e chiuse, togliendo totalmente la mezza formula di Open World che avevamo visto con Code Vein. Però questo ha fatto si di impostare un game design semplice, ma altresì efficace: dove ci sarà una continua alternanza di corridoi, spazi aperti per scontri e così via, il giocatore dovrà ingegnarsi con i poteri a sua disposizione per passare determinate zone o raggiungerne altre. Abbiamo apprezzato che la mappa si sviluppa anche in verticale e non obbligando il giocatore a seguire un unico percorso principale, motivando così non poco l’esplorazione. Il moveset molto agile dei protagonisti permetterà infatti di fare dei balzi molto alti e con le giuste abilità di muoversi in maniera ancora più efficace.
Non passa in secondo piano anche il world building, dettagliato e ricco di sfumature che lasciano alla vista del giocatore una bella impressione. Siamo rimasti entusiasti de vedere come ogni anfratto sia stato ben costruito per rendere efficacemente bella l’ambientazione di Scarlet Nexus e di New Himuka. Anche tutti gli oggetti scenici, che possono essere anche strumento di attacco per i Yuito e Kasane, sono particolari e suggestivi: rappresentano la decadenza di questo mondo ormai devastato dagli Esterni e dell’ambientazione in stile cyberpunk anni 90′ colmo di avvisi olografici.
Siamo rimasti anche colpiti dal comparto sonoro del gioco, sia dai suoni del combattimento e dei personaggi, molto semplici ma dettagliati, alle colonne sonore atipiche. Anche gli Esterni hanno suoni unici e strazianti. Quando si è in modalità esplorazione, alle orecchi si sente una musica soave, di genere jazz o blues, in combattimento attacca la techno potente che stimola (e non poco) i combattimenti. Quello che ci ha colpito è la musica durante la boss fight: parte una canzone adrenalinica del genere techno, ma proseguendo la battaglia arriva uno stacco corale che alla sua conclusione trasforma la musica in techno ancora più frenetica e coinvolgente. Inaspettata quanto apprezzata.
C’è ancora da sottolineare la scelta di alternare cut scene a video con le sequenze di immagini: inizialmente era una cosa che non ci piaceva, ma giocandoci abbiamo visto che non è un male così grande quanto avessimo immaginato. Questo grazie anche alla dinamicità che il team ha dato a queste sequenze, non limitandosi a una semplice sovrapposizione di immagini statiche, ma proponendo delle sequenze animate piacevoli da vedere. Non siamo ancora convinti di questa scelta, ma la giudicheremo più approfonditamente nella recensione completa tenendo conto del suo impatto nella narrativa.
In conclusione
Avevamo tanta curiosità nel titolo e nonostante non abbiamo provato nulla di nuovo essenzialmente, siamo rimasti molto soddisfatti sul fronte del gameplay. Pad alla mano ci siamo divertiti molto e siamo molto curiosi di vedere come sarà l’opera completa, andando a sviscerarlo in tutta la sua interezza. Sono tante le cose che rimangono in sospeso, specialmente sul fronte narrativo, ma per quello siamo abbastanza fiduciosi dato il team di Bandai Namco.
Insomma, noi non vediamo l’ora di vedere Scarlet Nexus alla sua uscita, che vi ricordiamo cadrà il 25 di giugno e sarà disponibile per Playstation 4, Playstation 5, Xbox One, Xbos Series S/X e PC tramite Steam; inoltre i primi di luglio uscirà pure il suo anime dove si vedrà un approfondimento sui personaggi e sulla narrativa.
Continuate a seguirci per futuri aggiornamenti su Scarlet Nexus e sul mondo del gameing.