Con la recensione di RoboCop: Rogue City abbiamo potuto constatare come il ritorno di Alex Murphy per mano di Teyon sia stato soddisfacente. L’FPS pubblicato da Nacon Interactive è riuscito a toccare le corde giuste e proporre un’esperienza videoludica molto vicina alla saga cinematografica di Paul Verhoeven. Per il team di sviluppo, però, a quanto pare non si è trattato di un pacchetto sufficiente in termini di durata e azione. Infatti, a meno di due anni di distanza è arrivato anche il DLC standalone RoboCop – Unfinished Business.
La premessa è chiara dal nome: il cyborg poliziotto ha dei conti da chiudere definitivamente. Detroit va salvata di nuovo dopo gli avvenimenti di Rogue City. Sta a noi guidare l’inarrestabile Murphy verso la risoluzione di questi problemi. In che modo? Scopritelo nella recensione di RoboCop – Unfinished Business.
Rimane il solito, possente Robocop
Questa avventura ‘extra’ è quasi interamente ambientata nella OmniTower, complesso residenziale costruito dalla OCP e pensato per garantire massima sicurezza e una vita serena ai cittadini di Detroit. Naturalmente, questo è un miraggio più che la realtà. La torre è caduta in mano a dei mercenari, guidati dal cattivo di turno Cassius Graves. Dopo un attentato al Dipartimento di Polizia della Vecchia Detroit e il furto di risorse OCP, a RoboCop spetta il compito di addentrarsi nella vertiginosa roccaforte per capire da dove ha origine questa ondata di crimini.
Nell’arco di circa sei-otto ore, la trama si rivela molto essenziale e poco importante dal punto di vista ludico rispetto al gameplay vero e proprio. Questa cornice ha comunque qualche attimo di analisi più profonda. Le missioni portano infatti a sequenze flashback dove si vestono i panni di Alex Murphy pre-RoboCop, utili per capire la sua storia e il rapporto tra lui e Graves. Peraltro, la voce di Murphy resta quella di Peter Weller, e i richiami alla trilogia di film non mancano affatto.
Complessivamente, la storia non è tanto memorabile quanto quella di Rogue City. Un peccato, dato l’amore riversato dai fan al precedente gioco firmato Teyon, ma anche una scelta comprensibile alla luce della natura di DLC di Unfinished Business.
Il gameplay: già visto, ma solido
Mentre l’impostazione narrativa non si fa molto apprezzare, il gameplay riesce a rimanere solido e accattivante per quanto ripreso quasi integralmente dal titolo padre. RoboCop spara ancora a raffica, con prepotenza, muovendosi legnosamente ma facendo sentire il peso del suo metallo. Si tratta di una lentezza che diventa sinonimo di potenza, grazie anche all’inserimento di un arsenale leggermente rinnovato.
Non mancano nemici inediti come droni, cyborg muniti di katana e unità blindate. Per fortuna, in alcune sequenze si possono affrontare utilizzando il bipede ED-209, giusto per divertirsi nel trivellare i cattivi. Per non parlare delle mosse finali, utili per abbattere definitivamente un nemico con stile. Rimane poi la componente ruolistica con lo sblocco di abilità aggiuntive attraverso la distribuzione dei punti esperienza.
Purtroppo non c’è molto da dire proprio in quanto RoboCop – Unfinished Business non intende portare alcuna evoluzione concreta al gameplay. Le missioni secondarie non hanno sostanza, la linearità dell’avventura è persino tediosa in certi momenti. Ma, del resto, RoboCop resta sempre il poliziotto di latta e tutto ciò che può fare è sconfiggere i criminali in nuovi contesti, venendo scheggiato da altri proiettili. Non aiuta nemmeno la scelta dell’ambientazione unica, che toglie buona parte della varietà che dava respiro al primo titolo.
Qualche intoppo
La brevità è ciò che salva Robocop – Unfinished Business dall’essere un’estenuante brodo già assaporato, seppur dagli ingredienti ottimi. Questo DLC indipendente è infatti vittima di una IA non proprio performante, molto prevedibile e fin troppo facile da affrontare, proprio come in Rogue City. Resta, quindi, il consiglio di affrontare l’esperienza a difficoltà più elevate.
A ciò si aggiunge lo stesso comparto grafico del progetto primario, con glitch durante le clip delle uccisioni, e le scene di dialogo. Fortunatamente, il gioco rimane tendenzialmente stabile in ogni altro contesto. Rimangono solo dei momenti di stuttering o mancato caricamento delle texture. Per chiarezza, la nostra build è composta da CPU AMD Ryzen 7 9700X, scheda video AMD Radeon RX 7800 XT e 32 GB di RAM.
Sul fronte audio, invece, nulla da criticare. Il feeling del caos è garantito dai suoni delle armi, mentre la colonna sonora definisce chiaramente e gloriosamente la possenza di RoboCop riportando la mente agli anni degli iconici film. Insomma, è proprio gustoso sentire ciò che Robocop – Unfinished Business offre.
La recensione in breve
Robocop – Unfinished Business è una espansione stand alone che si distacca dal titolo principale puntando più sul caos che sulla narrazione, aggiungendo qualche elemento al gameplay già visto in Rogue City ma preservando alcuni punti deboli sul fronte tecnico. Ciononostante, dobbiamo ammettere che sparare nei panni del Murphy cibernetico è ancora divertente, ed è forse tutto ciò che difende questo DLC.
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Voto Game-Experience