Riot Games dovrà pagare oltre 100 milioni di dollari a 1.548 donne che lavorano o hanno lavorato per il gigante dell’industria videoludica. Questo in seguito all’accordo che ha messo fine alla class action del 2018 riguardante la discriminazione di genere all’interno dell’azienda. Nello stesso momento, Nicolo Laurent si è ritirato dal posto di CEO, anche se non è confermato il collegamento tra i due annunci.
I dettagli riguardo i pagamenti dovuti alle impiegate di Riot Games derivano da un report di Rust Consulting riportato da Alexios, che descrive gli accordi raggiunti a fine 2021 e approvati da Riot. Secondo questi, l’azienda effettuerà versamenti iniziali che varieranno tra i 2.500 e i 5.000 dollari alle donne, escluse le sette che si sono ritirate dall’accordo, che hanno lavorato al suo interno, con una somma addizionale basata su ruolo e conduzione che potrà arrivare fino a 156.056 dollari.
Sin dalla stipulazione degli accordi, Riot ha poi lavorato, come promesso, per aumentare l’inclusività, specialmente di genere, all’interno dell’azienda. Secondo quanto riportato da PC Gamer, però, questi sforzi non sono stati aiutati da un’altra causa avviata nel 2019 contro il CEO Nicolo Laurent dall’ex-impiegata Sharon O’Donnell, che ha lavorato come executive assistant fino al licenziamento. La causa in questione menzionava comportamenti inappropriati e sessualmente allusivi da parte dell’amministratore delegato, nonostante indagini interne da parte di Riot abbiano stabilito che non c’erano prove che Laurent avesse importunato o discriminato l’ex-impiegata, né che il licenziamento fosse dovuto alle sue accuse.
Tuttavia, appare sospetto che proprio ora che sono stati condivisi con il pubblico i risultati della class action Laurent abbia deciso di ritirarsi dal suo importante ruolo, lasciandolo ad A. Dylan Jadeja, che ha avuto una lunga carriera nella compagnia fin dal 2011. Durante l’annuncio del suo ritiro, Laurant non ha menzionato alcuna delle cause rivolte contro Riot Games o la sua persona, ma ha affermato che non si unirà a un’altra azienda, continuando a lavorare per Riot come consulente.