Ancora una volta Milestone cerca di deliziare gli amanti delle due ruote nel 2023. In occasione della recensione di MotoGP 23 abbiamo potuto osservare gli ultimi sforzi dello studio italiano, che hanno portato al successo della più recente trasposizione del Motomondiale. Ora, però, è giunto il momento di analizzare un titolo particolarmente atteso dai motociclisti videogiocatori, poiché RIDE 5 è finalmente disponibile.
Sono passati tre anni dal quarto capitolo del “Gran Turismo delle due ruote”: il numero cinque è altrettanto degno di questo titolo? Scopritelo nella recensione di RIDE 5.
Un’eredità pesante
L’identità della serie RIDE è chiara: sin dal principio ha cercato di seguire le orme del simulatore targato Polyphony Digital ma focalizzandosi sulle due ruote. I passi in avanti visti con il trascorrere del tempo e delle edizioni hanno posto Milestone nell’olimpo degli sviluppatori di racing game, seppur non senza alti e bassi. RIDE 3 e RIDE 4 hanno conquistato il pubblico con la qualità dell’esperienza simulativa e della grafica: chiunque è incorso almeno una volta nei fenomenali video 4K in prima persona del quarto capitolo, che hanno reso realtà e videogioco quasi identici.
I livelli raggiunti nel 2020 hanno fissato un nuovo standard nella trasposizione delle corse in moto, meravigliando i giocatori e determinando l’eredità pesante che RIDE 5 avrebbe dovuto raccogliere al momento del lancio. Una carriera coinvolgente, un pool di bolidi e tracciati da invidia…e anche un’intelligenza artificiale da sistemare, magari adattando la proposta vista su MotoGP, sufficientemente convincente. Come si può definire, pertanto, l’ultima opera della casa milanese?
Mani sul manubrio
Sin dal primo avvio RIDE 5 cerca di guidare neofiti e veterani alla scoperta della bellezza delle due ruote. L’enfasi iniziale sulla narrativa viene accompagnata da un aggiustamento del tutorial per semplificare il primo approccio, ammorbidendo la simulazione con il supporto degli aiuti neurali. Li abbiamo già visti nell’edizione 2023 di MotoGP e anche sul titolo “fratello” non potevano mancare: grazie ad essi i nuovi giocatori potranno configurare come meglio credono l’impatto dell’IA nei propri controlli, abilitando o disabilitando l’assistenza alla guida tra freno, acceleratore, sterzo e cambio, trovando la traiettoria e velocità ideali per ogni settore del tracciato.
Una soluzione dimostratasi più che efficace, che delinea un pacchetto ludico adatto a qualsiasi appassionato pronto ad esplorare chilometri di asfalto in giro per il mondo tra campionati, eventi singoli e gare endurance con ogni condizione metereologica possibile. L’interpretazione della guida ora è ancor più soddisfacente sulle oltre 250 moto disponibili, e la simulazione delle componenti singole è ottima. La sensazione di velocità restituita in prima e in terza persona rimane estasiante, specialmente quando la moto è impostata a puntino.
Qualcosa stona in RIDE 5
Al gameplay che sin da subito può causare dipendenza per il suo realismo si contrappongono alcuni elementi che potrebbero risultare spiacevoli agli storici appassionati di RIDE, a partire dalla Carriera. Chi proviene da RIDE 4 non noterà dinamiche innovative, bensì una modalità ben confezionata, suddivisa in quattro capitoli (Giù la Visiera, Ambizione Bruciante, A Tutto Gas, La Strada per la Vittoria) a loro volta composti da blocchi di gare in diverse categorie. L’idea di un percorso di crescita non tarda a farsi sentire e non stanca, ma i giocatori più legati al franchise potrebbero percepire l’assenza di venti di cambiamento. Insomma, è una carriera “statica”, rettificata ma con un potenziale inespresso.
Ad alimentare questa percezione è il debole tentativo di Milestone di rendere RIDE 5 più di spicco con una narrativa di fondo che sprigiona amore per le due ruote da tutti i pori, forse anche troppo, tanto da renderlo poco autentico, quasi impostato per effetto scenico. Fortunatamente ci pensano il sistema di rivalità, gli aiuti alla guida e la quantità di contenuti, in continua espansione grazie ai ricchi contenuti post-lancio annunciati da Milestone, a compensare queste lacune tutto sommato lievi, ponendo l’enfasi sulla qualità delle gare in sé.
Le rivalità in particolare definiscono la dinamicità delle gare, con una decina di piloti gestiti da IA caratterizzati da una personalità specifica e da uno stile di guida distintivo. Oltre agli aiuti neurali, poi, troviamo salvataggi e rewind, meccaniche che facilitano il completamento delle gare singole ed endurance, ma che purtroppo includono una serie di bug davvero noiosi.
Tra bug e IA
Durante la nostra recensione abbiamo potuto constatare la presenza di criticità da risolvere con gli update post-lancio. Ad esempio, utilizzando il rewind nelle gare endurance l’evento potrebbe diventare impossibile da portare a termine. L’aggiustamento di impostazioni grafiche come lo scaling della risoluzione, i suoni e il motion blur può compromettere la giocabilità di RIDE 5. Per non parlare dei menu, modificati da Milestone per renderli più moderni, ma diventati anche più intricati da navigare e stranamente esigenti sulla GPU, nel nostro caso una NVIDIA GeForce RTX 3070, accompagnata da 16 GB di RAM e dalla CPU AMD Ryzen 5 5600X.
Il problema principale resta l’intelligenza artificiale, datata e spesso scomoda. A pari impostazioni di difficoltà, i piloti comandati dal computer in certi circuiti sono eccessivamente aggressivi, in altri lasciano troppi spazi liberi. Pochi “eletti” accumulano un distacco esagerato dal giocatore, rendendo certe gare impossibili da vincere. Altrimenti, capita spesso di gareggiare con avversari piatti, poco agguerriti. Nelle endurance dopo venti minuti l’IA dà inizio al caos tra piloti che si ritirano per mancanza di carburante, fermate ai pit dal tempismo del tutto errato e circostanze in cui le regole della fisica non sembrano più valide per i loro.
Infine, la selezione delle moto per percorrere determinati tracciati è a volte inspiegabile, con i modelli più potenti che in determinati eventi devono gareggiare su piste piccole e piene di curve, dove tali bolidi risultano più un ostacolo che la fonte di divertimento. La speranza è che Milestone cambi alcune accoppiate di circuiti e categorie con le prossime patch.
Soddisfacente, ma…
RIDE 5 è un buon simulatore e continua ad essere il Gran Turismo delle due ruote. Con l’aggiunta di circuiti come il Circuit Des 24 Heures Du Mans, Andalucia Circuit, Circuit Ricardo Tormo e le condizioni meteo dinamiche, resta un gioco meraviglioso da vedere e vivere con le proprie mani sul controller. La pioggia trasforma il gioco, specialmente a risoluzioni elevate, e il feeling pad alla mano è ottimo.
Milestone non ha però preso adeguatamente esempio da MotoGP 23 per correggere RIDE 5 e renderlo altrettanto coinvolgente e bilanciato. L’intelligenza artificiale è poco costante e compromessa da impostazioni sulle quali il giocatore ha controlli limitati ed è come se i due titoli motociclistici di riferimento fossero stati realizzati da due team differenti. Un vero peccato, data l’altrimenti innegabile bellezza del progetto.
Versione testata: PC
La recensione in breve
RIDE 5 potrebbe essere riassunto come un grande aggiornamento del predecessore, di successo ma con imperfezioni evidenti. Nonostante siano passati tre anni da RIDE 4, non si nota un enorme passo in avanti: la grafica è mozzafiato, come anche il feeling alla guida e la ricchezza di contenuti tra moto e tracciati. Dal predecessore riprende però troppi elementi senza innovarli, dalla carriera all’IA, peraltro particolarmente deludente e peggiore rispetto all’alternativa vista su MotoGP 23. Pur rimanendo una simulazione motociclistica completa e piacevole, RIDE 5 non sfrutta i tre anni d’attesa per innovarsi, aggiustarsi e sorprendere gli amanti delle due ruote.
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Voto Game-Experience