Resident Evil 4 VR riporta in vita una delle avventure più memorabili del franchise, stavolta da un punto di vista inedito. Seguiteci in questo incubo, mai come oggi nei panni del mitico Leon
Inutile nasconderlo: non ci saranno i classici “non morti” a cui cinema e videogames ci hanno abituato, ma il quarto capitolo della celeberrima saga videoludica dedicata agli zombie è da sempre il mio preferito.
Al punto che sì, non vi nasconderò che nel lontano 2004 ho comprato una rivista giapponese di importazione solo perché conteneva un inserto con la demo di Resident Evil 4 per Nintendo GameCube (coi suoi meravigliosi mini cd). E, visto che siamo in vena di confessioni, posso anticipare già da ora quanto ho adorato, grazie a Quest 2, riviverlo nei panni di Leon in prima persona. Perché è semplicemente così: dalla visuale in terza si passa a quella prospettiva che, oggigiorno, eleva ancora di più questo genere – e questo titolo nello specifico, seppur tale evoluzione fosse tutto tranne che prevedibile alla sua nascita. I ragazzi di Capcom, supportati da Oculus Studios e Armature, hanno creato e adattato magistralmente Resident Evil 4 nella sua nuova forma per la Realtà Virtuale, portando di nuovo alla luce una gemma che scorre fluidamente. Un titolo estremamente interessante, anche e soprattutto per chi abbia già avuto modo di provarlo in una delle sue innumerevoli versioni nel corso degli anni. Ma ok, basta parlare: passiamo al sodo.
Il remake che non è un remake
Perché è di questo che parliamo: Resident Evil 4 VR per Quest 2 è di fatto il restyling di un capitolo che porta più che bene i suoi 15 (e passa) anni di vita. Un restyling su cui, oggettivamente, c’è parecchio di cui gioire: i team che hanno lavorato alla realizzazione di Resident Evil 4 VR hanno adattato al meglio questo capitolo per l’incredibile visore Oculus (di fatto, stiamo parlando di un’esclusiva assoluta per questo device), creando nuove meccaniche che si adattano armoniosamente per ricreare un nuovo livello di immersione sotto più punti di vista.
Certo, bug e occasionali imperfezioni sono ancora dietro l’angolo – e li approfondiremo a breve – ma il risultato, se siete scorsi in fondo a quest’articolo per spulciare il giudizio finale, è decisamente interessante.
Inutile perdere troppo tempo su trama e svolgimento narrativo del gioco: Resident Evil 4 VR strizza palesemente l’occhio a tutti quei nostalgici che vogliono vivere ancora una volta, e in una nuova “veste”, l’emozione di girare per i macabri ambienti in una non precisata zona della Spagna. Quello che rende questo remake davvero degno di nota sono le novità portate in dono dall’adozione della realtà virtuale. Pistola, arma secondaria, granate, coltello e cure sono sempre a portata di mano, letteralmente, grazie ad una ben pensata organizzazione dell’equipaggiamento in corrispondenza del petto, dei fianchi (e pure delle spalle). Non c’è nessuna limitazione su come approcciare il combattimento: possiamo tenere il coltello in una mano e la pistola nell’altra, o viceversa, magari scambiandoli in volo. Una nota di merito va anche al comparto tecnico, che sul visore stand alone di Oculus, gira senza mai un’incertezza: caricamenti praticamente assenti e una fluidità granitica rendono ancora più immersivo il gioco. Il lavoro di Oculus e Armature ha toccato tanti aspetti che vanno ad integrarsi con l’esperienza ludica in maniera organica e piacevole, dal comparto audio 3D (che introduce la sempre utile spazializzazione sonora), a piccoli altri dettagli come l’interazione con gli ambienti. Nulla che possa effettivamente far gridare al miracolo, sia chiaro, visto che sono ancora presenti parecchi limiti a quello che si può toccare e afferrare: d’altro canto, è innegabile come lo sviluppatore abbia fatto quanto di più possibile per rendere l’esperienza di gioco accattivante e non frustrante, con un risultato complessivo che, a nostro modesto parere, può ritenersi assolutamente raggiunto.
Forestero!
Se dalla parte dei pro abbiamo l’uso a nostro piacimento del coltello, la possibilità di muoversi e sparare contemporaneamente (chi ha giocato l’originale sa a cosa ci riferiamo) o l’introduzione di gesture specifiche necessarie alla raccolta “fisica” di munizioni e tesori, impossibile dall’altro lato non notare una serie di “nei” su cui, ahimè, poco c’è da fare proprio per la natura stessa del remake. Cutscene e alcuni momenti di gameplay vengono riprodotti col “cambio di visuale”, passando di punto in bianco da una prospettiva soggettiva ad una in terza persona o, addirittura, ad una proiezione del video stesso in un ambiente scuro o immerso nel buio. Un “difetto” difficile da non notare, seppur consci del fatto che difficilmente tale situazione avrebbe potuto essere evitata – fermo restante che il lavoro svolto dal team di sviluppo per rendere meno fastidiose queste transizioni è stato egregio. Indubbiamente positiva è la possibilità di personalizzare l’esperienza in VR per massimizzare al meglio il proprio comfort durante le sessioni di gioco – un set di opzioni decisamente abbondante, che dovrebbe fungere da pungolo tutti gli utenti (specie quelli impauriti dalla motion sickness) per un eventuale acquisto. Leggermente più dolente, tutto sommato, il dente tecnologico: il dettaglio grafico alterna momenti di ottima fattura a situazioni decisamente meno brillanti ed ancorate al passato, specie in termini di design dei nemici – forme super semplificata mascherate con una texture che abbraccia l’intera limitazione poligonale. Certo, il titolo “gira” internamente da Quest 2 senza bisogno di PC, pertanto alcuni compromessi sono fisiologici: diciamo che, per quanto comprensibili, alcune cose avrebbero forse meritato un’attenzione leggermente maggiore.
L’update 1.1 di pochi giorni fa ci ha aggiunto nuove possibilità di personalizzazione in termini di fruibilità e comfort. New entry interessante è il classico spostamento tramite proiezione (o teletrasporto, ideale per chi soffre di motion sickness più marcata), al fianco di ulteriori opzioni per limitare, appunto, la possibile nausea in sessioni prolungate e la modalità per mancini. Un update che ci lascia ben sperare per ulteriori aggiornamenti futuri, visto che – al momento – RE4 VR offre la sola campagna principale priva delle modalità presenti negli ultimi porting per le console old-gen. Inutile quasi sottolineare quanto il ritorno della modalità sopravvivenza gioverebbe all’intera esperienza in realtà virtuale:resistere fino all’ultimo contro orde di nemici infetti sarebbe, senza dubbio, un’ottima ciliegina sulla torta.
La recensione in breve
"What’re ya buying?" Usando esattamente le stesse parole che l'iconico mercante in-game utilizza ad ogni nostro incontro, difficile non farsi la stessa domanda. 39€ sono richiesti per portare a casa Resident Evil 4 VR dallo store Oculus: un prezzo non certo "leggero", se consideriamo l'offerta ludica complessiva attuale - priva di molti contenuti che chissà, auspicabilmente arriveranno nel prossimo futuro. Certo, stiamo pur sempre parlando di un titolo che ogni possessore di Quest 2 dovrebbe avere nella propria libreria, ma difficile porsi qualche domanda, soprattutto di natura meramente veniale, alla luce di quanto detto sinora. Al netto di questo, tuttavia, è altresì evidente come questa nuova versione porti con sé un gameplay nuovo e ideale per il genere dell'action horror, condito da tutti i suoi enigmi e i più memorabili momenti di azione. Nessuna incertezza da parte del visore, anche nei frangenti più concitati, e la meravigliosa possibilità di rivivere gli eventi di questo capitolo dà una prospettiva tutta nuova a chiunque, anni or sono, abbia accompagnato Leon in una delle avventure più famose dell'intero franchise.
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Voto Game-Experience